“Il Milan non cede i propri campioni”. Parole che riecheggiano nella mente come un’eco lontana, ma non troppo. Come un sottofondo musicale di una scena carica di pathos, di ansia, di suspence, preludio dell’ennesima estate “thrilling” per i colori rossoneri.
Lasciato alle spalle il teatrino tragicomico sul futuro di Allegri, risolto (per modo di dire) piazzando toppe talmente superficiali che probabilmente al primo strattone della stagione si stracceranno nuovamente e definitivamente, sono arrivati puntuali i soliti nomi mediocri per l’eventuale progetto di campagna acquisti, da Cerci, a Lodi, a Civelli, a Matri, fino a Diamanti passando per la scommessa Poli, rischiosa ma almeno nell’ottica del fantomatico progetto giovani. Fin qui nulla di inaspettato, compreso il solito proclama di non inferiorità della rosa rispetto alle altre grandi del campionato, marchio di fabbrica estivo del nostro Amministratore Delegato.
Quello che almeno stavolta avremmo evitato era l’incubo della possibile cessione di uno dei pochi pezzi pregiati rimasti a Milanello. Nel giro di poche ore alla notizia di un interesse del City per El Shaarawy abbiamo appreso che la società ha fissato un prezzo, che il giocatore probabilmente non è incedibile come dovrebbe essere, e successivamente da Via Turati hanno pensato bene di comunicare ai sottoscrittori dell’abbonamento che il calciomercato può modificare la rosa, con la partenza di elementi che sono parte integrante della campagna pubblicitaria di tesseramento.
Una perfetta sceneggiatura da film horror, insomma. Con gli spettri dell’estate scorsa che si ripresentano, tutti insieme, nonostante le belle parole su un bilancio effettivamente più sano, quasi in pareggio, che a detta di Adriano Galliani ci avrebbe consentito quantomeno di trattenere i calciatori migliori. Eppure anche stavolta c’è il rischio che le parole dell’A.D. abbiano il peso tragico di una presa in giro. Inaccettabile, perché per ripartire e pensare a una stagione da protagonisti non si può prescindere dal trascinatore del campionato appena terminato. Un ragazzo di 21 anni con tutta la carriera davanti, che ha firmato un prolungamento di contratto pochi mesi fa. Un calciatore fondamentale, che lascerebbe un vuoto incolmabile, conoscendo soprattutto la scarsa capacità, per usare un eufemismo, di operare sul fronte acquisti da parte della dirigenza.
Non me ne vogliano quelli che si stanno fregando le mani al pensiero dei 40 milioni di Euro, o magari anche qualcosa in più, che dovrebbero poi servire a rinforzare la rosa. Con 40 milioni, sul mercato attuale, si comprano forse due giocatori di buona caratura, nulla più. Senza considerare che se, come accaduto in passato, si dovesse cedere senza avere già tra le mani i sostituti, qualsiasi squadra aumenterebbe le richieste economiche di fronte all’interesse del Milan per qualche suo tesserato, consapevole dei contanti entrati nelle casse di Via Turati.
Insomma, il caro Galliani aveva detto, qualche giorno fa, che sul mercato bisogna far frullare il cervello, e inventarsi qualcosa per mantenere il bilancio sano. Cedere El Shaarawy sarebbe solo l’ennesima frullata di maroni per una tifoseria che ha già da tempo raggiunto e superato il limite della sopportazione.
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