Milan-Inter 1-0 (04.05.14) – le pagelle

(65′ De Jong)

Raramente, forse mai nella storia, il derby della Madonnina si è giocato tra contendenti così allo sbando. Rispetto ad anni fa cambiano le sedi, i loghi, le bandiere, forse gli stadi, certamente le ambizioni: il derby che opponeva Vieri a Shevchenko è ricco solo di lacune ed incongruenze. Si respira l’inquietante presagio che la Madonnina verrà chiamata in causa per scopi assai poco nobili.

Il diavolo ha la cabala dalla sua parte visto che il derby spesso sorride a chi parte sfavorito. Il biscione, nonostante l’andamento lento e discontinuo, presenta una formazione più solida e completa della male allestita armata Brancaleone rossonera. Il confronto Balotelli-Icardi è decisamente più affascinante di quello Constant-Nagatomo.

El Shaarawy acquattato in panchina sembra più la sfinge del faraone, e Seedorf respinge al mittente i “consigli” piovuti dall’alto, confermando grande personalità e ferma convinzione nelle proprie idee. Il Milan dell’olandese parte decisamente più spregiudicato rispetto all’Inter, schierata con il conservatore 3-5-2 con cui la Juventus ha fatto scena muta in Europa.

Per l’ex Balotelli non sarà semplice farsi largo da solo nella difesa avversaria, e le maglie del centrocampo potrebbero rivelarsi troppo lasche per tenere le redini del gioco. Mossa rischia tutto, quindi, anche se in realtà c’è veramente poco da perdere, visto che la qualificazione in Europa League è una chimera apparentemente nemmeno tanto ambita.

Si gioca prevalentemente per l’onore. Ammesso che ne sia rimasto. Le vincitrici, è bello sottolinearlo, risultano le due tifoserie.

Alla fine la spuntano i rossoneri. Inter attendista e rinunciataria, il centrocampo è privo della solidità che connota le formazioni di Mazzarri e le corsie laterali non affondano, lasciando la coppia argentina davanti senza rifornimento. Lo schieramento offensivo del Milan è ingannevole: il centrocampo è compatto ed arcigno e i palleggiatori non disdegnano il lavoro sporco. Il contraltare è che la manovra è confusa e imprecisa e la rete arriva solo su calcio piazzato.

Pagelle

Abbiati 6 – In avvio combina un mezzo pastrocchio, poi si fa perdonare con un riflesso prodigioso su cross di Nagatomo. Il resto è poca cosa.

De Sciglio 5 Il tecnico accontenta lui e Galliani lanciandolo titolare. Le occasioni più pericolose della prima mezz’ora lo vedono protagonista: prima si fa saltare da Nagatomo, poi sciupa malamente un’occasione al bacio. Attribuiamo la scarsa vena alla ruggine da panchina, ma se vuole andare ai mondiali dovrà sfruttare meglio le occasioni concessegli.

Rami 6 – Le marcature non sono strette ma l’accoppiata transalpina -questa sera attenta ed efficace- gioca d’anticipo su Icardi e Palacio. L’atteggiamento prudente e attendista dell’Inter non li mette sotto stress.

Mexes 6 Soffre Icardi e probabilmente si sente anche un pochino attratto. Quando capisce che non c’è trippa per gatti gli molla un calcione che vale il giallo. Evitabile. In generale attento e solido, prestazione positiva.

Constant 6,5 – Sorprendentemente tra i migliori in campo. In avvio il suo dirimpettaio dispone di ampie praterie, per fortuna è solo Jonathan. In fase offensiva è più attivo del solito, purtroppo è solo Constant. Molto meglio nella ripresa dove si fa valere con due preziose chiusure su Palacio e Guarin e costringe il brasiliano sulla linea dei difensori. Esce sul più bello.

Abate s.v. Pochi minuti nella bagarre finale, insufficienti ad esprimere un giudizio.

De Jong 7  Solito contributo prezioso per tenere compatto un centrocampo composto prevalentemente da palleggiatori e che deve vedersela contro un avversario arroccato. Deliziosa l’apertura per Kaka. Un inserimento tempestivamente perfetto vale tre punti e una debole speranza europea.

Montolivo 5,5 – Più mediano del solito. Utile tatticamente ma senza eccellere né in fase difensiva né in fase di impostazione, dove fa circolare bene la palla ma si dimostra impreciso nelle aperture.

Taarabt 6  Gioca in zona più centrale del solito, presumibilmente nell’intento di stringere le maglie del centrocampo, e quando c’è da sporcarsi le mani in fase d’interdizione non si tira indietro. La sua freschezza e vivacità giovano alla squadra. Tuttavia oggi le idee confuse non gli consentono di sfruttare al meglio la classe cristallina e finisce per costruire poco.

Kakà 6 – Parte lento come un diesel e non avendo il navigatore aggiornato finisce fuori dalla manovra. Poi cresce impegnando Handanovic e facendo vibrare la traversa. Finisce in crescendo provandoci altre due volte dalla distanza. Il cambio di passo non è quello dei tempi migliori, ma la maturità del Kaka 2.0 giova ad una squadra priva di un condottiero. Esce nella ripresa quando ha finito il gasolio.

Pazzini s.v. – Ci si ricorderà di lui per aver causato l’annullamento del gol del raddoppio.

Poli 6 – Il suo rientro al centro dei tre tenori conferisce equilibrio, ma la sua importanza attiene più che altro la collocazione tattica visto che poche azioni lo vedono protagonista. Si conferma un giocatore certamente molto utile ma che raramente estrae il coniglio dal cilindro.

Muntari 5 – Pochi minuti, sufficienti a perdere una palla che diventa molto pericolosa. Come diceva qualcuno che di calcio ne capisce più di me “por que?”.

Balotelli 6,5 – Parte forte e fa molto pressing. La voglia di fare è tanta -e gli avversari sono spesso costretti a ricorrere al fallo- ma i pericoli creati sono pochi. SuperMario, questa sera in un’apprezzabile versione matura, ci prova con continuità e convinzione, ma senza fortuna. Punge su calcio piazzato.

Seedorf 7 – Purtroppo nel calcio solo i risultati ti danno torto o ragione a prescindere dalla ragionevolezza delle scelte operate. In questa vittoria però c’è molto del tecnico. Il modulo è sempre quello ma l’atteggiamento è un altro. Il Milan sceso in campo nel derby è un vero casciavid. Palleggiatori come Montolivo, Poli e Taarabt tirano fuori tutta la grinta che hanno in corpo per tenere il campo contro l’arcigno centrocampo avversario. Le maglie sono strette e nessuno dimentica di ripiegare. Anche Balotelli si sbatte molto più del solito. Rimane fedele al proprio credo e i fatti gli danno ragione.

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