Europa League: Milan-Rijeka 3-2

Nella seconda giornata della fase a gironi dell’Europa League, il Milan fa suo il quasi-derby italiano contro il Rijeka, superando in extremis la compagine croata per 3-2. Da salvare c’è giusto il risultato, rispetto alla precedente uscita di Genova. Per il resto, non si sono visti dei concreti passi in avanti sotto ogni aspetto: tattico, mentale e nella qualità del gioco espresso. Ad aggravare una prestazione tutt’altro che memorabile, in cui comunque la squadra era avanti 2-0 e tutto sommato in controllo della situazione, i minuti di follia finali, con due errori individuali (di Bonucci e Romagnoli) che rimettono in carreggiata il Rijeka, permettendo ad Acosty ed Elez, quest’ultimo su rigore, di impattare il match sul 2-2. All’ultimo respiro vi è pero il gol da rapace di Cutrone, ben servito da Borini, che anticipa l’uscita del portiere avversario e lo supera, eludendone ogni possibile margine di intervento.

Difficile essere soddisfatti per i tre punti che, grazie anche al pari tra Aek Atene ed Austria Vienna, consentono al Milan di prendere il comando del raggruppamento D in solitaria. Purtroppo la squadra non ha mostrato una solidità difensiva all’altezza della situazione, tanto nei componenti del reparto arretrato quanto in fase di transizione, al cospetto di un avversario con pochissime armi offensive a sua disposizione. Nemmeno la fase offensiva, tuttavia, lascia tranquilli: grande fatica nelle uscite dalla propria metà campo, poca fluidità di manovra e tanto affidamento all’iniziativa del singolo (si veda il primo gol di Andrè Silva). Il tutto condito da un atteggiamento di fondo votato alla insicurezza, con poca voglia di rischiare la giocata per il timore di sbagliare, ed una fastidiosa sensazione di sufficienza in alcuni elementi davvero incomprensibile, considerando il fatto che si tratta di un gruppo all’inizio di un ciclo dove è vitale rilanciarsi ad alti livelli, e non un club reduce da anni di trionfi ed a rischio sazietà.

In sostanza, occorre cambiare registro e farlo alla svelta, perché il campionato ad Ottobre proporrà incontri con squadre di alta classifica, contro cui è fondamentale evitare di perdere punti e terreno. Situazioni, queste ultime, che a corollario comporterebbero inevitabili ricadute sul morale e la serenità dell’ambiente.

Donnarumma 5,5: nelle poche volte in cui è sollecitato risponde presente. Fino all’episodio dell’1-2 firmato da Acosty, in cui avrebbe dovuto uscire con maggiore decisione poiché, complice il controllo non felice dell’avversario, era riuscito a prendergli il tempo.

Musacchio 6: seppur non perfetto, nei tre di difesa è quello che se la cava meglio, pasticciando meno. Nobilita la sua prestazione con il gol del momentaneo 2-0.

Bonucci 4: in difficoltà tattica, poco concentrato e con quella sufficienza financo fastidiosa da vedere. Un vero disastro. Aggravato dal fatto che, essendo il capitano ed uno dei leader carismatici (sulla carta) del gruppo, in tal modo non trasmette un messaggio corretto e positivo ai suoi compagni in campo.

Romagnoli 4: ad esclusione della pappardella sulla fascia da capitano e le correlate responsabilità morali, con Alessio vale il medesimo discorso effettuato per l’ex Juventus. E non sposta di una virgola il suddetto giudizio il fatto che, molto probabilmente, il rigore concesso al Rijeka sia alquanto generoso.

Borini 6: garantisce tanta corsa sulla fascia, in un ruolo per lui inusuale, seppur non sempre adeguatamente supportato dalla precisione balistica. Bella, tuttavia, la palla con cui serve l’assist per il 3-2 di Cutrone.

Kessiè 6: prestazione di ordinaria amministrazione, in cui si limita al compitino senza fare gli straordinari in appoggio alla manovra offensiva, ne in ripiegamento difensivo.

Locatelli 5,5: inizia molto bene in fase di interdizione. I dolori nascono quando, con l’uscita di Calhanoglu per infortunio, è chiamato ad impostare l’azione. Troppi errori o giocate banali, che ne inficiano quanto di buono fatto nella prima parte del match.

Calhanoglu 5,5: un’altra volta ancora, si fa notare più per la grinta messa nello stare in campo piuttosto che nella qualità della giocata, in cui difetta di precisione ma, soprattutto, del giusto tempismo per la sua esecuzione.

Abate 6: poco propositivo in avanti, si fa notare più che altro per qualche buona chiusura in ripiegamento.

Silva 6,5: un bel gol e tanto buon movimento per far salire la squadra. Difetta ancora nel dialogo con il proprio compagno di reparto, complice un partner (Cutrone) forse troppo simile a lui come caratteristiche.

Cutrone 6,5: tanto lavoro sporco nel corso dell’incontro, premiato in extremis con un bellissimo gol su assist di Borini. Il ragazzo sà farsi trovare pronto, dimostrando di rimanere sul pezzo pur non avendo la titolarità vissuta nelle prime uscite ufficiali stagionali.

Subentrati

Bonaventura 5,5: impalpabile.

Mauri s.v.

Suso s.v.

Allenatore

Montella 5: le scelte di formazione iniziale, considerate le ragioni di turnover e le defezioni nella lista dei convocati, sono piuttosto condivisibili. Restano, tuttavia, le lacune evidenziate sopra, che indubbiamente non possono non vedere nel tecnico campano il principale responsabile, stante il lavoro ormai trimestrale portato avanti con gran parte del gruppo al completo. Ma di segnali di crescita vera, convincente, purtroppo non se ne vedono, ed il match contro i croati dà una ulteriore conferma di ciò.

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