The Day After

milan cinese

Si sta come d’autunno sugli spalti i Casciavit (semicit.), potremmo dire. O meglio, tornando su lunghezze d’onda che più ci competono, finalmente è arrivato settembre e con esso la fine del calciomercato.

Lo so, sembra di ascoltare un disco rotto, il classico tormentone che ti ha frantumato tutto il frantumabile dal primo maggio ad oggi, ma quest’anno le solite parole di sempre hanno un suono diverso da quello degli ultimi anni: migliore, addirittura piacevole. E’ terminata la sessione di compravendita dei giocatori più incredibile degli ultimi X anni (dove la X non sta per dieci, ndr) in casa rossonera, sia per il numero incredibile di operazioni concluse che per l’assoluta imprevedibilità delle stesse.

Nessuno, neanche il più ottimista tra noi, avrebbe mai immaginato un’estate simile per i nostri colori. Quattro mesi che ci hanno consegnato:

  • una nuova dirigenza, sana e sicuramente più limpida di quella sostituita, che si è da subito data da fare (altro che giorni del Condor) parlando chiaro e rispondendo a tono a chi superava il limite della decenza (ogni riferimento a presidenti e/o personaggi televisivi è puramente casuale);
  • dieci, sottolineo dieci, giocatori di movimento tutti potenzialmente titolari, nessuna cariatide arrivata a Milanello per svernare in santa pace ma un mix di giovani ed esperti con il fuoco nelle vene, gente che ha voglia di vincere e dare tutto per la maglia;
  • l’allontanamento di personaggi ambigui e fastidiosi, scorie delle precedenti gestioni, che campavano sulle carcasse della vecchia società.

Tutto questo ha portato ad un’immediata, istantanea risposta del tifo milanista. Una risposta di quelle che tanto ci piacciono, una risposta di pancia che anche ad agosto e contro squadre di discutibile valore sportivo ha fatto sì che si riversassero a San Siro migliaia di tifosi, facendolo tornare il Tempio che fu, in tutto il suo splendore sportivo. 150000 anime in tre partite, segno tangibile di un amore ritrovato e troppo a lungo tenuto nascosto per demerito della controparte societaria. Un amore, quello casciavit, che torna a farci guardare al futuro con rinnovato entusiasmo.

Com’è ovvio non mancano le vedove sbraitanti ai quattro venti le loro lamentele, pronte a rimarcare ogni minimo errore od imperfezione, inflessibili e marziali come mai prima d’ora. Teneri gattini (da tastiera) al capezzale di Galliani quanto tigri feroci e fameliche adesso che i nuovi padroni sono Fassone e Mirabelli. Nulla si può contro costoro se non ignorarli e guardare avanti, sostenendo Montella in un lavoro meraviglioso ed arduo al contempo, affinchè trovi quell’amalgama che porti i suoi uomini ad ottenere le vittorie che meritano e tornare infine a recitare il ruolo di protagonisti sui palchi di tutta europa.

Perché è quello il posto che ci appartiene. Perché siamo il Milan.

Bentornato Diavolo, bentornati Casciavit.

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