SVP

Non sono mai stato d’accordo con il pensiero molto comune “non importa chi sostituisca Galliani e Berlusconi. L’importante è che il duo mediamente quasi ottuagenario si tolga dalle scatole”.
L’ho sempre considerata una posizione oltranzista, figlia dell’esasperazione più che della logica.
E la logica, per me, ha sempre la precedenza.
Ma ho cambiato idea.
Sempre seguendo la logica (ovviamente la mia).

Trovo che la società Milan sia in uno stato vegetativo.
“Lo stato vegetativo – come da definizione dell’Enciclopedia Treccani – è una condizione clinica caratterizzata dalla presenza di un’attività di veglia in assenza di una consapevolezza cosciente di sé e dell’ambiente circostante…il paziente in stato vegetativo è in grado di compiere alcuni automatismi motori come sorridere, sbadigliare, masticare, grugnire, digrignare i denti, urlare, rispondere a stimoli dolorosi. Le possibilità di risveglio sono ridotte, soprattutto con il passare del tempo. In particolare, se questa condizione permane per più di un mese è definita Stato vegetativo persistente (SVP)”.

Il Milan versa in uno stato vegetativo non da mesi ma da anni.
E stare qui a ricordarvi come e perchè sia giunto in questo stato mi sembrerebbe un’offesa alla vostra intelligenza.
Mi interessa piuttosto sottolineare come Montella in questi mesi abbia assolto al meglio la funzione di stimolo esterno, portando una squadra falcidiata da infortuni importanti di lungo e medio termine, imbottita di calciatori con contratti in scadenza o in attesa di rinnovo, a soli due punti dalla zona europea e dai cuginastri penalizzati da una partenza ad handicap ma anche beneficiati da investimenti milionari negli ultimi anni.

Lo stimolo di Montella non significa però che il Milan sia uscito dallo SVP.
Né tantomeno ne uscirà con una probabile qualificazione europea.
Il blocco dei rinnovi dei contratti unito alla fuoriuscita dei giocatori in prestito e in scadenza svuoterà la rosa come un soufflè preparato male.
Certo, a fine agosto con l’apporto del simpatico duo si potrà ricominciare a preparare in fretta e furia un altro dolce, con nuovi ingredienti presi in prestito dal vicino; molti nuovi ingredienti, visto che una qualificazione europea imporrebbe quantomeno di essere numericamente competitivi.
Ma quale dolce ne verrebbe fuori?
L’ennesima solita torta, probabilmente più indigesta di altre, per i troppi ingredienti trovati per strada difficili da combinare.
Con quali prospettive future?
Altre annate alla ricerca di qualificazioni per l’Europa periferica, probabilmente con altri tecnici meno capaci, magari allevati in casa, altre torte, i soliti teatrini, i soliti automatismi motori privi di senso.
La soluzione? Non esiste.

Esiste solo la tenue speranza nell’efficacia di una cura radicale e sperimentale, che faccia uscire il Milan dallo SVP.
Garanzie non ve ne sono, sia chiaro: il paziente potrebbe anche morire.
Ma la cessione della società a cinesi totalmente imprescrutabili e al momento presuntivamente inaffidabili rimane comunque l’unica strada percorribile per uscire dall’ennesimo loop.
In qualità di tifoso/familiare del paziente sono pronto a sottoscrivere il consenso informativo per il trattamento sanitario sperimentale.
Poi sia quel che sia.

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