Se tre indizi fanno una prova, le partenze lente nei primi tempi del Milan sono si una costante non nuova nell’ambito della stagione corrente, ma contro avversari di un certo spessore rischiano di diventare un handicap non da poco, rispetto all’esigenza di ottenere risultati positivi. Nello specifico del match di ieri contro in Napoli, la prima mezz’ora è stata chiaramente di marca partenopea, con un uno-due firmato Insigne-Callejon mortifero per le ambizioni rossonere, complice una squadra non in grado di fornire adeguato filtro a centrocampo contro le avanzate dei campani. Disorganizzazione, questa, che ha esaltato le qualità tecniche e la rapidità del tridente del Napoli, che ad ogni ripartenza ha o colpito, oppure creato concreti presupposti per arrotondare il risultato (vedasi il gol divorato da Mertens poco prima della mezz’ora di gioco).
Come accaduto Lunedì contro il Torino, dopo una abbondante razione di schiaffi presa, il Milan prende coraggio ed inizia a creare una pressione offensiva adeguata al valore dell’avversario, riuscendo ad accorciare il risultato con Kucka anche grazie ad un errore in uscita della retroguardia dei campani. La porzione di gioco a cavallo tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo è indubbiamente il momento migliore offerto dai rossoneri ieri sera, con una costante pressione nei confronti dell’avversario che porta, oltre al succitato gol dello slovacco, a creare altre due occasioni importanti, entrambe su colpo di testa, da parte di Gomez e Pasalic. Dopo l’infruttuoso sforzo prodotto ai fini della ripresa del Napoli nel risultato, il Milan cala con il passare dei minuti, e questa flessione si evidenzia nella brillantezza della manovra, con una maggiore complessità nel creare gioco ed occasioni, unita alla difficoltà nel fermare le nuove avanzate dei partenopei, pericolosi in particolare di nuovo con Mertens ed Insigne.
A conti fatti, per lo sforzo prodotto dal Milan il pari non sarebbe stato del tutto ingiusto, ma allo stesso tempo la sconfitta è un messaggio chiaro nei confronti della squadra, rispetto a quella che è la mancanza più grande nelle prestazioni attuali: la continuità di rendimento nei 90 minuti. Resta da capire, tuttavia, quanto Montella abbia margini di manovra su questo aspetto. Perché l’impressione, vedendo anche le caratteristiche della versione 2015-2016 con Mihajlovic, è che questa rosa forse non abbia qualità ed intensità tali per riuscire a raggiungere l’obiettivo. Vedremo se il resto della stagione darà una risposta in questo senso. In attesa di ciò, di seguito pagelle a giocatori e mister:
Donnarumma 5,5: a mio avviso ha responsabilità su entrambi i gol presi. Sul primo non è così reattivo rispetto alla giocata di Insigne, ma soprattutto sul secondo si fa sorprendere nell’unico modo in cui Callejon poteva superarlo da quella posizione, cioè facendogli passare la palla sotto le gambe. Si riprende parzialmente alla distanza, in particolare con una bella parata su Mertens giunto solo davanti a lui nel secondo tempo, ma di fatto le sue incertezze incidono sul risultato finale.
Abate 6: nel primo tempo è probabilmente il migliore tra le fila del Milan, soprattutto per corsa ed impegno messi a disposizione della causa, pur non incidendo mai particolarmente nel momento in cui arriva sul fondo per crossare. Il notevole sforzo fisico profuso nella prima frazione di gioco si fa sentire con il passare dei minuti, dove il suo contributo offensivo è decisamente minore.
Paletta 6: il fatto che, pur compiendo qualche errore in fase sia di impostazione che prettamente difensiva, sia comunque il migliore nella retroguardia del Milan di ieri, penso descriva al meglio le difficoltà incontrate dalla squadra in certi momenti del match contro i partenopei.
Gomez 5: in grossa difficoltà nel momento di maggiore pressione del Napoli, sia nel contenere l’avversario diretto e la sua rapidità, sia nel fare il movimento con il giusto tempismo (vedasi mancato fuorigioco in occasione del potenziale 0-3 sbagliato da Mertens nel primo tempo). Cresce un minimo alla distanza, ma probabilmente non è ancora pronto per giocare un certo tipo di incontri.
Calabria 4,5: Callejon che lo aggira alle spalle, riceve palla e brucia Donnarumma per il 2-0 del Napoli, è l’immagine simbolo delle difficoltà incontrate dal giovane nella partita di ieri. In aggiunta ad una fase difensiva mediocre, pressoché nullo è il suo apporto offensivo.
Sosa 6: pur se con dei ritmi compassati, non sempre adeguati alla velocità dell’avversario, è l’unico nel centrocampo di ieri ad aver dato una parvenza di razionalità alla manovra, compiendo anche qualche cambio di gioco degno di nota.
Pasalic 6: cresce alla distanza, segnalandosi in particolare per una buona attitudine ad accompagnare la manovra offensiva. E su una di queste sortite colpisce di testa la traversa. Peccato.
Kucka 6,5: come al solito ci mette tanta quantità in mezzo al campo, ma ieri è più preciso del solito anche nella giocata maggiormente tecnica. Infatti non sbaglia l’occasione solo davanti a Reina, siglando il gol dell’1-2.
Suso 5,5: dopo un periodo estremamente positivo, pur restando anche ieri sera una delle fonti principali nella manovra rossonera, non riesce ad incidere concretamente, venendo il più delle volte ben arginato dalla retroguardia dei partenopei.
Bonaventura 6,5: dopo una partenza in sordina sale di tono con il passare dei minuti, e specialmente nel secondo tempo si pone come punto di riferimento offensivo da cui sviluppare pressoché ogni manovra.
Bacca 5: se contro il Torino, in campionato, aveva fornito una delle migliori prestazioni nella sua esperienza al Milan, in termini di capacità di dialogo con il resto della squadra, ieri sera è tornato sui suoi mediocri standard. In più, non riesce ad incidere nelle volte in cui viene servito dai propri compagni, specie grazie ai numerosi cross giunti dalle fasce nel corso dell’intero incontro.
Subentrati
Lapadula s.v.: entra per cercare di dare una scossa all’attacco, nel momento in cui però il Milan non ne ha più per proporsi in avanti con la dovuta continuità. L’unica palla potenzialmente interessante che riceve non la sfrutta a dovere, ma è troppo poco per potergli dare un giudizio.
Bertolacci s.v.: entra in campo anche lui per pochi minuti. Impatto non esaltante, ma è difficile giudicarlo in così poco tempo.
Niang s.v.: voglio essere buono e non gli do un voto, ma l’atteggiamento mostrato nei pochi minuti in cui è stato in campo ha ricalcato quello messo in mostra qualche giorno fa, a Torino. Difficile capire come un giocatore, che nonostante tutti i limiti tecnici che ha, fino ad un paio di mesi fa fosse comunque uno dei perni del Milan, sia diventato un corpo estraneo alla squadra, e di conseguenza abbia perso posizioni nelle gerarchie dell’allenatore.
Allenatore
Montella 6: la scelta di Sosa e Pasalic insieme dal primo minuto forse non è stata del tutto azzeccata, stante il non eccelso dinamismo del duo e le propriamente non elevate qualità in fase difensiva, che infatti ad inizio partita hanno permesso al Napoli di fare il bello ed il cattivo tempo nella metà campo rossonera. Tuttavia, la reazione avvenuta dalla mezz’ora del primo tempo in poi lascia il dubbio che, più che le caratteristiche dei giocatori in campo, a far la differenza sia l’approccio che questi hanno alla partita, la necessità di dover prendere le misure all’avversario di turno ed ai ritmi di gioco, prima di poter dare al meglio il proprio contributo. Sulla gestione dei cambi non è probabilmente così tempestivo, perché il calo fisico della squadra, specie a centrocampo, si avvertiva già dopo i primi 10 minuti di forcing della ripresa, e dunque sarebbe stato d’uopo intervenire prima della mezz’ora di gioco della seconda frazione. Nota positiva della serata, per provare a vedere la parte piena del bicchiere, è che la squadra riesce comunque sempre a rimettersi in partita anche quando sembra sull’orlo del tracollo, fornendo prestazioni che lasciano intravedere una certa crescita in termini di autostima e consapevolezza nei propri mezzi, pur con tutti i limiti del caso. Peccato che si stia raccogliendo meno ora, dove il Milan fornisce prestazioni complessivamente buone, rispetto ad una prima parte di campionato in cui, invece, la squadra non era parsa così convincente, pur raccogliendo di più in termini di punti e risultati. Si spera che, mantenendo quantomeno questo livello di gioco ed affrontando avversari più abbordabili, possa riprendere la marcia utile a restare aggrappati alla zona Europa League.
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