Serie A: Torino-Milan 2-2

Se c’è un esempio di partita in cui entrambe le squadre possono rammaricarsi di non aver portato a casa i tre punti, ma allo stesso tempo essere sollevate per il fatto di non aver incassato una sconfitta, il Torino-Milan a cui abbiamo assistito ieri sera è un campione perfettamente calzante con tale descrizione. Una partita da tripla, rocambolesca e con un andamento talmente altalenante da rendere difficile tracciare un bilancio della prestazione della squadra, per quanto il match potrebbe essere diviso in segmenti ben precisi. I primi 20 minuti del Milan non sono propriamente esaltanti, ma tutto sommato di controllo e di sostanziale equilibrio. Inquietante è invece il black out che attanaglia la squadra per 10 minuti di gioco, dal 20’ alla mezz’ora della prima frazione: due gol presi ed un rigore a sfavore (sbagliato da Ljajic o, se preferite, neutralizzato da Donnarumma) in cui i giocatori hanno palesato grande confusione anche nelle giocate più elementari, fragilità difensiva e poca determinazione nel fronteggiare l’avversario. Il tutto esaltato da un Torino letteralmente con la bava alla bocca, che come spesso accaduto in stagione fa però fatica a mantenere tale livello per l’intera partita. Questa lacuna dei granata permette al Milan di ritrovare un minimo di verve nel quarto d’ora finale del primo tempo, in cui la squadra torna a farsi vedere in avanti producendo una buona mole di occasioni, la più importante delle quali è un bel tiro a giro di Suso su cui Hart deve sfoderare tutto il suo atletismo per evitare la rete.

Tale crescita è il preludio al momento migliore della squadra nel match di ieri sera, cioè il primo quarto d’ora della seconda frazione, in cui il Milan mette letteralmente nella propria area un Torino incapace di reagire, riuscendo a pervenire in pochi minuti al pareggio: dapprima Bertolacci insacca dopo una mischia confusa in area, grazie anche all’aiuto della Goal Line Technology a fugare ogni dubbio; in seconda battuta, Bacca trasforma un rigore assegnato, correttamente, per una cintura su Paletta da parte di Rossettini, nata sugli sviluppi di una azione di calcio d’angolo. Una volta raggiunto il pari, il Milan torna a sedersi non riuscendo più a produrre quella costante pressione offensiva mostrata in precedenza, consentendo al Torino di riprendere campo e produrre occasioni anche di un certo rilievo. In tale frangente, la squadra si limita a qualche ripartenza che crea solo i presupposti per il possibile gol che avrebbe completato la rimonta. Ma, data la prestazione fornita nel complesso, conquistare i tre punti sarebbe stato un premio eccessivamente generoso.

Di seguito, la valutazione ai giocatori scesi in campo contro i granata ed al mister:

Donnarumma 7: se si eccettua una uscita fin troppo garibaldina dopo pochi minuti di gioco, è per il resto pressoché perfetto, sempre attento sulle conclusioni dei granata e laddove è chiamato all’uscita. Il rigore di Ljajic è eseguito in maniera tutt’altro che esemplare dal serbo, ma Gigio ha il merito di restare in piedi fino all’ultimo, riuscendo a neutralizzare la conclusione in maniera apparentemente facile.

Abate 5,5: ingenuo in occasione del rigore causato, e fortunatamente non trasformato dal Torino, si riprende parzialmente con il passare dei minuti, dando un apporto discreto in fase offensiva.

Paletta 6,5: pur con qualche incertezza, soprattutto quando ha la palla tra i piedi, è l’unico della retroguardia rossonera a fornire una prestazione all’altezza della situazione, grazie alle qualità mostrate in fase di anticipo ed intervento. Si fa valere anche in avanti, conquistando il rigore del 2-2 e producendo una grande occasione su colpo di testa.

Romagnoli 4,5: probabilmente la sua peggior prestazione in maglia Milan. Va in difficoltà sin dalle prime offensive del Torino, fatica a contenere la verve di Iago Falque e conclude una prova ampiamente negativa con una giusta espulsione a carico per fallo su Belotti, che un’altra volta ancora era riuscito ad anticiparlo sul pallone.

Calabria 5: l’assenza di tre mesi è una attenuante che vale fino ad un certo punto, perché nella prima ora di gioco il suo apporto è ampiamente insufficiente in entrambe le fasi. Si riprende un minimo sulla distanza, ma è troppo poco per poter essere giudicato positivamente.

Pasalic 6: garantisce molto dinamismo in mezzo al campo, fungendo da collante per lo sviluppo della manovra offensiva. Il limite è che il suo non è un apporto continuo, sia nella presenza che nell’efficacia.

Locatelli 6: fatica in entrambe le fasi fino a quando il Torino è molto aggressivo in mezzo al campo. Con il calare dell’intensità dell’avversario viene fuori.

Bertolacci 6,5: il gol che riapre la partita suggella una prestazione di sostanza, sia in fase di contenimento che, specie nel finale di primo tempo, anche in appoggio allo sviluppo della manovra offensiva, fungendo in certi momenti quasi da trequartista.

Suso 6,5: è una costante delle partite del Milan. Quando si accende, anche la squadra sale di tono ed inizia a giocare ad un livello migliore. Al solito, si rende pericoloso sia direttamente, sia smistando un gran quantitativo di palloni. Nel finale di partita, complice forse anche una minore lucidità derivante dalla stanchezza, e dai compiti di ripiegamento a cui è chiamato, non sempre è in grado di effettuare la giusta giocata con i compagni, incaponendosi in azioni personali.

Bacca 6: nel primo tempo riesce a dialogare in maniera piuttosto efficace con i compagni, come raramente è stato capace di fare nella sua esperienza al Milan. Bravo e freddo a trasformare il rigore del pari, cala di intensità alla distanza.

Bonaventura 6: l’inizio di partita non è dei migliori, sia in fase offensiva che quando è chiamato a ripiegare per aiutare la squadra in difesa. Cresce alla distanza, pur non facendo sempre la giocata migliore tra quelle a disposizione.

Subentrati

Kucka 6: entra nel quarto d’ora finale e da il suo apporto, sia in fase di contenimento che di appoggio alle ripartenze della squadra.

Niang 4: gioca pochi minuti con una sufficienza tanto inconcepibile quanto fastidiosa. Se deve essere questo l’atteggiamento con cui pensa di riconquistare un ruolo importante nel Milan, temo per lui che nei prossimi mesi vedrà tanta panchina e poco campo.

Vangioni s.v.: esiste ed ha un volto. Una delle notizie più importanti ricavate dal match di ieri sera.

Allenatore

Montella 6: schiera una formazione iniziale più votata al palleggio ed al tentativo di controllare il gioco, piuttosto che alla battaglia. Forse una scelta che non ha pagato, anche se la reazione dell’ultimo quarto d’ora del primo tempo, nonché dei primi 15 minuti del secondo, fanno intendere che il problema sia più da ricercare in una questione di atteggiamento dei giocatori in campo, e non tanto nelle loro caratteristiche. Deve cercare di lavorare ulteriormente sulla mentalità della squadra, per dare maggiore continuità nell’arco dei 90 minuti. Il rischio, come accaduto ieri sera, è quello di regalare frazioni di gioco all’avversario di turno, rendendo difficile il tentativo di portare a casa risultati e punti.

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