Dopo 5 anni di astinenza passati tra delusioni, illusioni, giramenti di scatole, soddisfazioni effimere ben presto smorzate, rabbia, frustrazione ed un certo senso di “impotenza”, noi tifosi del Milan ci meritavamo una gioia per interrompere questo vortice negativo. Ed il regalo (di natale, anche se anticipato) è arrivato dal deserto qatariota, dove il Milan ha superato ai calci di rigore la Juventus, conquistando la settima supercoppa italiana della sua storia. Competizione, questa, che guarda caso era stato l’ultimo trofeo ufficiale vinto dal club, sempre superando una acerrima rivale, l’Inter, nell’umido Agosto cinese del 2011. Vittoria arrivata al termine di un incontro vibrante e godibile, un qualcosa di inusuale considerato il consueto noioso equilibrio che domina tali partite, spesso terreno fertile per tatticismi anche esasperati.
L’avvio di match resta l’unico momento di grossa difficoltà vissuto dalla squadra nei 120 minuti di gioco: fino all’1-0 di Chiellini è un monologo della Juventus, con i bianconeri in grado di mettere in campo un approccio feroce e determinato. Di contro, a conferma di una tendenza rivedibile del Milan, i rossoneri sono scesi in campo decisamente contratti, timorosi e non in grado né di coprire le avanzate degli avversari (soffrendo in particolare la verve del duo Sturaro-Alex Sandro), né di proporsi in maniera convincente in fase di ripartenza. Paradossalmente, lo svantaggio ha svegliato la squadra, divenuta più aggressiva ed in grado, già nell’ultimo quarto d’ora della prima frazione, di prendere progressivamente campo, riuscendo ad ottenere un prezioso pareggio con una incursione di testa di Bonaventura, ben servito dal sinistro educato di Suso. Tendenza confermata nel secondo tempo e nel primo supplementare: si segnalano, tra le diverse occasioni, una traversa di Romagnoli, un colpo di testa ravvicinato di Bacca, neutralizzato da Buffon, ed un’altra occasione divorata dallo stesso colombiano. Anche a causa del notevole sforzo prodotto, il Milan sembra accontentarsi nella seconda frazione dei supplementari, dove la Juventus torna a prendere campo producendo un paio di occasioni piuttosto importanti con Dybala.
Infine, la lotteria dei rigori in cui la squadra prevale: un solo errore (della new entry dal dischetto Lapadula) a fronte di 4 realizzazioni: Bonaventura, Kucka, Suso e quella decisiva di Pasalic. Tra gli juventini, si segnalano la traversa di Mandzukic e l’errore dello stesso Dybala, con una spettacolare parata di Donnarumma sul penalty dell’argentino che si erge a scatto “simbolo” della vittoria, un po’ come fu quello dal retro della porta difesa da Buffon in occasione del rigore di Shevchenko, in quel di Manchester nel 2003.
Ed ora, le pagelle a giocatori e mister:
Donnarumma 7: sempre al limite quando ha la palla tra i piedi, decisamente all’altezza della situazione in opposizione alle offensive bianconere. In particolare, da segnalare gli interventi su Sturaro nel primo tempo e Dybala nel secondo supplementare, oltre ovviamente a quello in occasione del rigore calciato dall’argentino.
Abate 6,5: fino a quando ne ha fisicamente, il suo apporto in termini di corsa è encomiabile. Degno di nota è in particolare l’attenzione mostrata in fase di ripiegamento, mentre si fa apprezzare meno quando c’è da spingere in avanti.
Paletta 7: se si eccettua un anticipo non andato a buon fine su Higuain, nel primo tempo, per il resto è pressoché perfetto.
Romagnoli 6,5: anche lui si perde Higuain in una occasione, nel corso del primo tempo supplementare, non commettendo per il resto altre sbavature.
De Sciglio 6: meno appariscente rispetto al suo dirimpettaio di fascia della difesa, si dimostra piuttosto solido in fase di copertura.
Kucka 5,5: il voto è una media tra una prestazione tutt’altro che esaltante, dove imprecisione e fretta la fanno da padrona, ed un rigore calciato davvero bene, probabilmente il migliore dell’intera serie.
Locatelli 6: prestazione ordinata, dove dimostra una certa utilità in fase di ripiegamento specie nel primo tempo, laddove in un momento di sofferenza della squadra non si tira indietro nel “fare a botte” con gli avversari. Non memorabile il suo apporto alla fase offensiva.
Bertolacci 6,5: convincente in fase di ripiegamento, è notevole la tenuta mostrata sui 120 minuti, considerato che è rientrato da poco dopo tanto tempo passato in infermeria.
Bonaventura 7: ad inizio partita sembra dover prendere le misure alla posizione scelta per lui da Montella. Quando lo fa, si conferma elemento imprescindibile per dare qualità alla manovra d’attacco del Milan, suggellando una prestazione di sostanza con il bel gol del pareggio e segnando uno dei rigori nella serie decisiva.
Bacca 5: a livello di capacità di dialogo con i compagni, l’uscita della Supercoppa è una delle migliori offerte dal colombiano. Tuttavia, come se si avesse a che fare con una coperta corta, sbaglia una occasione colossale nel primo tempo supplementare, non da lui. E questo non può non incidere sulla valutazione del suo match.
Suso 8: la prestazione dello spagnolo riassume quella dell’intera squadra, per quanto mi riguarda. Ad inizio incontro fatica a trovare spazio e non si dimostra sufficientemente sul pezzo in fase di ripiegamento. Sale di tono con il passare dell’incontro, diventando un vero incubo per la retroguardia bianconera. Allegri cambia 3-4 giocatori in marcatura su di lui, ma nessuno di questi riesce ad arginarlo veramente, anche grazie ad una condizione atletica invidiabile. Oltre a ciò, assist per Bonaventura e penalty trasformato contribuiscono ad alzarne la valutazione.
Subentrati:
Pasalic 6: contribuisce a fare da collante tra centrocampo ed attacco, anche se non sempre con la dovuta determinazione. Freddo a calciare (bene) un rigore così delicato come il quinto della serie finale.
Lapadula 5,5: fatica ad entrare realmente in partita, perché la squadra in quel momento dell’incontro non riesce a proporsi in avanti con la continuità mostrata in precedenza. Il battesimo dal dischetto non è dei migliori, ma fortuna sua stavolta non ci si deve mangiare i gomiti a fine partita.
Antonelli s.v.: gioca poco per essere giudicabile.
Allenatore:
Montella 7: nonostante alcune critiche che gli ho riservato in passato, ammiro il coraggio e la voglia di giocarsela che ha saputo dare ad una squadra logorata da anni difficili e colmi di insuccessi. Ha saputo far tornare entusiasmo nel seguito del Milan, il piacere di ammirare una squadra che il carattere non lo fa comunque mai mancare, al netto dei limiti che possono palesarsi nelle varie uscite, e che sa stare in campo con un senso logico, giocandosela alla pari anche con avversari sulla carta più forti. Insomma, ha reso chiunque nuovamente orgoglioso dei giocatori che scendono in campo indossando la maglia rossonera, al di là delle preferenze personali. E questa è una vittoria bella, altrettanto importante rispetto alla coppa che il Milan si è messo in bacheca a Doha.
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