13^ Giornata Serie A: Milan-Inter 2-2

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Al termine di questo derby, le sensazioni sono un particolare mix: da un lato c’è il fastidio per aver perso una vittoria e due punti che sarebbero stati molto importanti per disegnare in maniera diversa la classifica della squadra, specie poi nel contesto di un match così sentito; dall’altro la consapevolezza che il segno X è l’esito obiettivamente più giusto per quanto si è visto in campo, con un Milan che è stato capace di offrire una prestazione degna di nota solo sul finire del primo tempo e nella prima mezz’ora del secondo, faticando in maniera anche importante nel resto della partita. Da cosa sono derivate tali difficoltà? In primis, l’assenza di Romagnoli ha condizionato la fluidità della manovra in fase di ripartenza: il centrale originario di Anzio ha infatti una qualità di palleggio in uscita dalla retroguardia che Gomez e Paletta non hanno, e che avrebbe consentito con maggiore agio di uscire dal pressing costante dell’Inter nel primo tempo, nonché di affrontare meno in apnea l’ultimo quarto d’ora di gara. In questo scorcio di incontro, infatti, il Milan è arretrato fin troppo facendosi schiacciare nella sua area, incapace di imbastire una ripartenza che permettesse quantomeno di tenere la palla lontana e far scorrere i secondi, sbagliando appoggi elementari o limitandosi a frettolosi lanci lunghi. In secondo luogo, anche i cambi di Montella, come spesso fatto in precedenza, sono andati in una direzione di “conservazione” del risultato che ha influito in negativo sull’atteggiamento e la posizione in campo della squadra, aiutando un Inter in verità piuttosto stanca a guadagnare metri utili per imbastire il forcing finale, che purtroppo ha portato i suoi frutti. Fatta la seguente premessa, di seguito le valutazioni ai 14 scesi in campo ed al mister.

Donnarumma 6: il voto è una media tra la capacità di essere sempre puntuale sulle uscite, in presa bassa o alta indistintamente, e le difficoltà incontrate nel giocare la palla con i piedi, complice un Inter molto aggressiva in fase di pressing e la necessità di partecipare maggiormente a tale incombente, stante le difficoltà in fase di impostazione dei due centrali.

Abate 5: scarso contributo in fase offensiva, soffre parecchio la vivacità di Perisic quando c’è da difendere, non distinguendosi nemmeno per una particolare precisione nelle giocate. L’unica nota positiva della sua partita è una diagonale con cui evita il colpo di testa a botta sicura di Jovetic, da cui tra l’altro scaturisce l’angolo del 2-2. Ad ironica conferma della sua idiosincrasia per i derby.

Paletta 6: prestazione ordinata, senza sbavature ma nemmeno picchi di eccellenza.

Gomez 5,5: le sue caratteristiche sono ormai delineate: molto forte nel gioco aereo, fatica maggiormente quando ha la palla tra i piedi, facendo intendere come l’impostazione non sia una sua prerogativa. Il voto tende all’insufficienza poiché, in un paio di occasioni, si perde Icardi, e solo grazie alla generosità dell’argentino tali situazioni non si trasformano in una rete dell’Inter.

De Sciglio 6: prestazione consistente e solida in fase difensiva, si propone meno in avanti.

Kucka 5,5: con un centrocampo avversario maggiormente muscolare fa valere meno la sua forza fisica, evidenziando invece i suoi limiti in fase di palleggio.

Locatelli 6,5: semplicemente perfetto in fase di interdizione per tutti i 90 minuti, il suo voto è inevitabilmente condizionato in negativo dall’errore in occasione del 2-2 di Perisic, dove sbaglia il fuorigioco tenendo in perfetta linea il croato.

Bonaventura 7: non sempre ha la necessaria rapidità di esecuzione nella giocata, è però l’unico nel primo tempo che riesce ad avere un cambio di passo buono per far ripartire la squadra, agendo sia in fase di interdizione che di accompagnamento alla manovra offensiva. Conferma tale standard nella seconda frazione di gioco.

Suso 7: dimostra di essere fondamentale nell’economia di questo Milan, poiché è probabilmente l’unico in grado di andare via al proprio marcatore con una giocata effettuata nello stretto, dando rapidità alla manovra offensiva. Pregevoli entrambe le marcature messe a segno, l’unico difetto che gli si può imputare è il fatto di non essere sempre così dentro il gioco della squadra quando c’è da ripiegare in fase difensiva.

Bacca 6: essendo poco servito lo si vede altrettanto raramente in partita, condizione sgradita alle caratteristiche del colombiano. Non sempre brilla nella scelta fatta per dialogare con i compagni, ha però il merito di avviare l’azione del 2-1 di Suso.

Niang 5: tolto un buono spunto ad inizio partita non lo si vede praticamente mai, non riuscendo il francese ad incidere con la sua progressione in velocità, ne mostrandosi capace di tenere palla per far salire la squadra.

Subentrati

Mati 6: entra in campo per fare forse un qualcosa che non è nelle sue corde, ovvero battaglia ed interdizione. Infatti, si segnala giusto per una buona giocata nei secondi finali, che innesca Pasalic incapace però di creare una vera occasione da rete.

Lapadula s.v.: chiamato in causa per fare a sportellate con la difesa dell’Inter, in realtà non ha grandi occasioni per potersi mettere in mostra, stante la difficoltà del Milan a ripartire nel finale di gara.

Pasalic s.v.: troppo poco in campo per poter essere giudicato.

Allenatore

Montella 5,5: le scelte di formazione iniziali sono tanto corrette quanto obbligate, considerata la bontà delle alternative presenti. Non convince invece la gestione dei cambi: in un finale prevedibilmente di sofferenza, togliere un Bonaventura così in palla a centrocampo in entrambe le fasi, dando spazio a Mati Fernandez, non è sembrata una grande idea, contribuendo a togliere un minimo di brio e grinta alla squadra, arretrandone il raggio di azione e rendendola meno aggressiva in fase di ripiegamento.

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