10^ giornata Serie A: Genoa-Milan 3-0

Genoa's midfielder from Serbia Nicola Ninkovic (2ndL) celebrates after scoring during the Italian Serie A football match Genoa vs AC Milan at "Luigi Ferraris" Stadium in Genova on October 25, 2016. / AFP / GIUSEPPE CACACE (Photo credit should read GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images)Campo storicamente insidioso per il Milan; avversario rognoso da affrontare, specie tra le mura amiche, per via della grande intensità che la compagine ligure dimostra da quando Juric siede sulla sua panchina; stanchezza fisica, ma soprattutto mentale, dovuta alla bella affermazione di sabato contro la Juventus, che di per sé esponeva la squadra al forte rischio della più classica delle controprestazioni tipica del mondo sportivo. Specie considerato che abbiamo a che fare con un Milan giovane, non più abituato a certe posizioni e con degli oggettivi limiti che è bene tenere sempre a mente, di modo da evitare pericolosi voli pindarici. Insomma, gli ingredienti per un passo falso c’erano tutti, anche se resta il rammarico per aver perso l’incontro con un passivo troppo severo per ciò che si è visto in campo per 80 minuti, fino all’autorete di Kucka.

Intendiamoci: è stata tutto fuorché una prestazione memorabile. Specie nell’approccio alla partita, troppo molle e passivo al cospetto di un Genoa che ha invece sin da subito corso e lottato in maniera furente su ogni pallone, mantenendo questo standard di intensità per l’intero incontro, pur soffrendo nella ripresa al cospetto di un Milan più coraggioso ed aggressivo, specie una volta rimasto in inferiorità numerica. Tuttavia, l’impressione è che nonostante il non eccelso livello espresso, con un po’ più di suerte dalla nostra su certi episodi e delle scelte migliori di Montella, sia con riguardo alla formazione iniziale che alla gestione dei cambi, qualcosa in più si sarebbe potuto ottenere. Perché il Genoa è stato abile a distruggere la manovra ma non ha surclassato la squadra dal punto di vista della qualità del gioco, speculando sul vantaggio ottenuto dopo pochi minuti a causa della grave topica difensiva di Honda per impostare una partita battagliera, probabilmente più nelle corde dei liguri che in quelle del Milan attuale.

Ed ora cosa potrà accadere? in una sorta di lungo esame continuo a cui è sottoposta la squadra, la speranza è che questo inciampo non intacchi la labile psiche dimostrata dal Milan nelle ultime annate appena archiviate, connotate da periodi positivi ed altri di buio totale. Importante sarà continuare su questa strada, provando a giocare un calcio propositivo, consapevoli delle proprie carenze e dei punti di forza, lavorando sodo per migliorarsi e vivendo alla giornata, senza guardare troppo in avanti e cercando di isolarsi dalle pressioni esterne, che una volta tanto non arrivano dalla società ma dai media. E’ anche da queste occasioni, in teoria negative, che si può imparare qualcosa e crescere.

Di seguito le pagelle ai 14 scesi in campo ed al mister:

Donnarumma 6: sostanzialmente inoperoso per l’intero incontro, non ha responsabilità sulle tre reti subite.

Poli 5: considerato che non è in grado di fornire un contributo di rilievo nemmeno nel suo ruolo consueto, era difficile aspettarsi qualcosa di diverso una volta adattato ad occupare una posizione non sua. E puntualmente non ha smentito le attese.

Paletta 5: partita di ordinaria amministrazione fino al momento del rosso. Dove è francamente incomprensibile il suo temporeggiare su Rigoni, pur essendo ampiamente in vantaggio ed in grado di scegliere altre strade, rispetto a quella di entrare in modo scomposto sull’avversario.

Romagnoli 5,5: non sempre impeccabile in fase difensiva, tiene botta come può nei momenti di maggiore pressione offensiva del Genoa. Il modo goffo con cui si fa saltare da Pavoletti è il simbolo della resa della squadra.

De Sciglio 6: partita di buona sostanza in fase difensiva, lo si vede poco in avanti.

Kucka 5: un leone spennato, tra scarso apporto quantitativo ed imprecisione negli appoggi. Suggella una prestazione di per sé non esaltante con la goffa autorete che di fatto chiude l’incontro.

Locatelli 5,5: si accende ad intermittenza, alternando buone giocate ad errori, così come si propone per i compagni non sempre con la dovuta continuità. Può fare di meglio.

Bonaventura 6,5: fino all’ingresso di Suso è senza dubbio il migliore in campo del Milan. Si propone bene in avanti e cerca di dettare i tempi della manovra a centrocampo, riuscendo a districarsi in maniera lodevole tra gli aggressivi avversari genoani.

Honda 4,5: apporto pressoché nullo in fase offensiva, ha il demerito di tenere in gioco Ninkovic ed altri avversari in occasione dell’1-0 del Genoa. L’impressione è che, oltre ai consueti limiti che connotano il giapponese, questo sia ormai fuori dal contesto che lo circonda innanzitutto mentalmente.

Bacca 5: si fa notare più che altro per qualche tentativo di fraseggio con i compagni, con un paio di sponde interessanti. Tuttavia è poco incisivo quando viene servito, finendo per essere controllato dai difensori del Genoa senza particolari affanni.

Niang 5: impreciso e quasi mai in grado di far valere la propria fisicità, cioè la sua arma migliore mostrata in questo inizio di stagione.

Subentrati

Gomez 6: entra in campo in un momento delicato dell’incontro, e tiene botta degnamente nel confronto con Pavoletti.

Luiz Adriano s.v.: gioca un buono scorcio di partita, ma di fatto non lo si vede mai e per tale motivo non è giudicabile.

Suso 6,5: entra e da brio alla manovra offensiva, grazie alla sua qualità ed alla capacità di saltare l’uomo con facilità nello stretto. Resta il rammarico di averlo visto impiegato a giochi ampiamente compromessi.

Allenatore

Montella 5: forse è stato un po’ azzardato cambiare pressoché interamente la corsia di destra della squadra, schierando un giocatore mediocre fuori ruolo (Poli) ed uno oggettivamente estraneo alle dinamiche del Milan di questa annata (Honda) nello stesso tempo. Per quanto possano essere comprensibili le ragioni di turnover, specie tenendo conto del fatto che uno dei panchinati (Abate) è rientrato di recente da un infortunio non di poco conto, sarebbe stato più saggio limitare tale tendenza, considerato che gli equilibri raggiunti sono precari e basta poco per intaccarli. Soprattutto quando le alternative a disposizione sono modeste e contate a causa infortuni. A non convincere è anche la gestione dei cambi in corso d’opera: azzardato togliere una punta comunque sempre insidiosa come Bacca, ancora più difficile da comprendere è l’aver puntato sul corpo estraneo Luiz Adriano invece che su di un Lapadula che, a Verona contro il Chievo, aveva dimostrato una certa vivacità. Tardivo anche il cambio di Suso, che a conti fatti è stato uno dei pochi a convincere in questa uscita a Marassi. Insomma, il mister un po’ ci ha messo del suo in negativo stavolta, per quanto di base il problema resta il solito: rosa incompleta e da migliorare in diversi aspetti. E questa non è una responsabilità ascrivibile all’allenatore campano.

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