L’Artemio Franchi si conferma campo ostico per i nostri colori, non solo per la forza dell’avversario ma anche, ormai quasi inevitabilmente in riva all’Arno, per una certa fastidiosa incidenza dei direttori di gara. Il che lascia una certa amarezza, considerato che dopo tanti anni non si arrivava alla sesta giornata con un’attesa importante per quello che poteva accadere in caso di vittoria: un terzo posto solitario che, anche se prematuro, avrebbe significato molto per questo Milan. Tuttavia, anche questo pareggio a reti bianche lascia soddisfatti, portando con sé più elementi positivi che negativi. Tre gare di seguito con la porta inviolata sono quasi un sogno, ma in realtà sanciscono un certo equilibrio e una solidità crescente dei centrali difensivi, aiutati dal solito Donnarumma. Resta qualche remora su un atteggiamento forse un po’ troppo sparagnino di Vincenzo Montella, ma probabilmente il Mister non se la sente ancora di osare e forzare la mano in determinate situazioni per cercare di vincere gare complicate, ma alla portata. Il percorso, in ogni caso, sembra quello giusto e per una volta potrebbe anche darsi che la realtà possa contraddire, alla fine, le previsioni catastrofiche di inizio stagione.
DONNARUMMA (6,5) – Non fa più notizia l’abilità del numero 1, moltiplicato per 9. La viola crea ben poche occasioni pericolose, a dispetto di una mole di gioco superiore, almeno nel primo tempo, ma Gigio è sempre prontissimo, e un intervento super lo piazza anche stavolta, su Borja Valero. Meno preciso del solito coi piedi, ma gli si perdona un po’ tutto.
CALABRIA (5) – Netto passo indietro rispetto alla gara con la Lazio. Impreciso in fase di costruzione, disattento in quella difensiva, una sua ingenuità causa il penalty fallito dalla Fiorentina (ma concesso con troppa leggerezza dell’arbitro Orsato).
PALETTA (6,5) – La continuità delle sue prestazioni è una costante lietissima in questo avvio di campionato. Solido e preciso, non soffre praticamente mai la fisicità di Kalinic e infonde sicurezza al reparto.
ROMAGNOLI (7) – Gara sontuosa da parte di Alessio, che sbroglia situazioni complicate con grande lucidità ed esce palla al piede dalla difesa a testa altissima, e con grande eleganza. Sempre il primo a costruire la manovra dalle retrovie, sbaglia poco e spreca anche meno.
DE SCIGLIO (4,5) – Non si fa in tempo a sperare che si possa riprendere, che immediatamente Mattia ci riporta alla realtà. Il primo tempo è da galleria degli orrori, con una collezione clamorosa di errori tecnici e tattici. Nella ripresa migliora un po’, ma non basta a cambiare il giudizio complessivo.
KUCKA (6,5) – Piaccia o no, lo slovacco è l’unico imprescindibile nel centrocampo rossonero, semplicemente perché è l’unico incontrista di ruolo. Nella prima frazione di gara è l’unico dei mediani a fare filtro e a proteggere la difesa, nella ripresa si rivela anche più pericoloso, con diversi strappi importanti in fase offensiva.
MONTOLIVO (6,5) – Altra buona gara per il pluricriticato capitano rossonero. Se nel primo tempo soffre nel chiudere gli spazi tra le linee, con il passare dei minuti cresce nettamente, anche e soprattutto dal punto di vista dell’impostazione e della pulizia dei passaggi, creando anche più di una situazione pericolosa davanti.
BONAVENTURA (5,5) – Sarà questa posizione da mezz’ala, o una condizione fisica non ottimale, o un certo approccio troppo sufficiente alle partite, ma Jack continua a non convincere e a non impressionare, se non in negativo. Migliora leggermente quando torna nel tridente d’attacco, ma siamo lontani dagli standard a cui eravamo abituati.
SUSO (6) – Si accende a sprazzi, troppo distanti gli uni dagli altri nell’arco dei novanta minuti. Poco cercato dai compagni, nel primo tempo non si vede mai. Nella ripresa cresce, ed è più coinvolto nel vivo dell’azione, innesca diversi contropiedi importanti e va al tiro in quella che è forse la migliore occasione rossonera, salvata sulla linea dai difensori viola.
NIANG (5,5) – Se si potesse comprare al mercato, al buon Mbaye serverebbe una buona dose di lucidità e freddezza. La volontà non manca, la velocità e la fisicità neanche, come sempre è l’unico a tenere su qualche pallone, soprattutto nel primo tempo, dove la manovra rossonera è pressoché inesistente. Tuttavia non riesce mai a scegliere l’opzione migliore al momento di concludere l’azione.
BACCA (5,5) – Carlos soffre, come sempre, queste partite in cui i compagni faticano a portare palla con costanza nella trequarti avversaria e a servirlo sulla profondità. Fa il possibile per lottare con i difensori avversari, ma tiene pochi palloni e non aiuta a far salire la squadra. La sua presenza si vede però quando al primo errore avversario sfiora il gol con un bel gesto tecnico in mezzarovesciata.
Sostituzioni
LOCATELLI (6,5) – Sostituisce Niang al minuto 67. Manuel è ormai la prima scelta per cambiare le carte in tavola in mediana. Anche stavolta Montella lo posiziona davanti alla difesa, allargando Montolivo in posizione di mezz’ala, e la squadra ne trae innegabile beneficio. Dimostra una buona personalità e anche presenza fisica in un paio di duelli con il più grosso Babacar. La sensazione è che a breve possa partire dal primo minuto.
ANTONELLI (5,5) – Entra al posto di Bonaventura al minuto 79, posizionandosi davanti a De Sciglio, per contenere le incursioni di Tello e offrire freschezza in fase di ripartenza. Tuttavia sbaglia quasi tutti i palloni giocati, rivelandosi estremamente impreciso nei cross, sprecando anche diverse buone situazioni.
LUIZ ADRIANO (s.v) – Subentra a Bacca al minuto 88, gioca poco più di 5 minuti, troppo pochi per un voto. Certo, si rende protagonista dell’azione più controversa della partita, all’ultimo minuto, con Orsato che decide di ignorare un netto fallo di Tomovic ai suoi danni, al limite o quasi dell’area di rigore.
Allenatore
VINCENZO MONTELLA (6,5) – Venire fuori dal trittico Samp – Lazio – Fiorentina, due su tre in trasferta, non era certo impresa facile per il Milan, di questi tempi. Portare a casa 7 punti, 3 gol fatti, 0 subiti, con un po’ di fortuna, certo, ma anche con una solidità che mancava da tempo, è indubbiamente un ottimo risultato. Eppure, la sensazione è che si possa osare di più e che, al momento, il Mister si senta frenato, forse dagli equilibri ancora precari della sua squadra. Di sicuro, il 4-4-1-1 scelto a venti minuti dalla fine non è stato indice di volontà di provare a vincere, quanto, piuttosto, di difendere un pari, comunque prezioso e che conferma una crescita complessiva e un trend positivo di risultati. Attenzione però a non correre il rischio di mostrare un braccino troppo corto: anche se non pullula di campioni, questa squadra è viva e non deve correre il rischio di accontentarsi sempre, ragionando da provinciale, a maggior ragione quando si può cercare di imprimere un’impronta importante alla classifica.
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