Milan – Udinese 0-1, 11/09/2016: le pagelle

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La sosta non porta consiglio, né progressi: il Milan rientra nel campionato ritrovando i soliti, vecchi incubi e la solita prestazione casalinga incolore, con sconfitta nel finale, contro un’avversaria tignosa ma estremamente rinunciataria. Certo, le assenze per squalifiche e i viaggi intercontinentali di molti calciatori, per una squadra ormai così povera di talento e giocatori in grado di dare uno strappo alle partite, possono aver influito. Ma gli alibi ormai sono sempre gli stessi, ricorrenti, monotoni. La squadra resta quella che è, e la coperta è più che corta, ma di sicuro anche Vincenzo Montella ha qualcosa su cui riflettere, vuoi per l’atteggiamento, vuoi per la lettura delle partite, soprattutto in corso d’opera e nella gestione dei cambi, non soltanto di uomini ma anche quelli – eventuali e non attuati – di modulo e di posizionamento sul terreno di gioco. Sarà un’altra dura e amara stagione, e lo sapevamo già, almeno fino a Gennaio, sperando che i danni, per allora, non siano irreversibili e irreparabili. Il Mister merita ovviamente fiducia, questo non si discute, ma prima degli altri deve darsi una mossa, e trovare un senso logico a quelle buone idee che – nonostante tutto – si sono viste in queste tre partite.

DONNARUMMA (6) – Totalmente inoperoso, blocca a terra un tiro di Thereau nella prima frazione, e si dimostra sicuro sulle uscite. Viene beffato da una deviazione su cui è totalmente incolpevole.

ABATE (4) – Continua il trend negativo di Napoli, laddove non era stato aiutato dai compagni e lasciato in balia degli eventi. Oggi, invece, decide di marcare Perica a distanza siderale su un cross lentissimo e leggibile, e viene immancabilmente punito.

PALETTA (6,5) – Preferito a Gustavo Gomez, il numero 29 rossonero si destreggia più che bene, risultando il migliore in campo. Puntuale, ordinato, arcigno al punto giusto e anche discreto nell’impostazione della manovra dalle retrovie.

ROMAGNOLI (6) – Esordisce con una grossa sciocchezza che porta a un tiro pericoloso di De Paul, poi cresce nell’arco della gara, tenendo botta anche e soprattutto fisicamente con Duvan Zapata. Si distingue per un paio di salvataggi in extremis, uno su Felipe e uno su Perica, il primo di fisico, il secondo a volo di destro.

ANTONELLI (5,5) – A differenza di Abate inizia la gara con un buon piglio, molto propositivo e bravo ad attaccare gli spazi sulla sinistra. Il problema è la qualità tecnica, e infatti cross e passaggi sono tutti, o quasi, sballati. Si fa male al minuto 53 della ripresa, dopo un brutto scontro con Paletta. In bocca al lupo per il recupero.

MONTOLIVO (5) – Il numero di palloni recuperati è ormai un mantra per il capitano. I problemi sono la costruzione della manovra e la velocità di pensiero e di esecuzione, sempre troppo prossima allo zero e alle unità negative.

SOSA (6) – Costruisce l’azione più pericolosa con la traversa clamorosa al minuto 32 del primo tempo. Parte a rilento, cresce a metà gara, con diversi palloni giocati più che bene e con un apporto positivo alla manovra. La benzina, però, finisce molto presto, confermando tutti gli storici limiti dell’argentino.

POLI (6) – Tanta corsa, come al solito, con un po’ di costrutto in più rispetto alle altre gare. Contribuisce a dare un po’ di quantità a una mediana che viaggia a velocità di crociera. Paga dazio, ovviamente, in fase di costruzione e conclusione dell’azione.

BONAVENTURA (4) – Anche i migliori a volte non si presentano, e purtroppo Jack decide di non scendere in campo. Non ne imbrocca una, partita talmente brutta da parte sua da non sembrar neanche vera. Prestazione da dimenticare, e da lasciare alle spalle, in fretta.

SUSO (6) – Il più pimpante e propositivo dell’attacco rossonero, cercato moltissimo dai compagni proprio per la sua abilità a creare situazioni di pericolo anche sotto stretta marcatura, specialmente nella prima frazione di gioco. Pian piano il rendimento cala, fino a sparire del tutto.

BACCA (4) – Anche qui ci ritroviamo a parlare di limiti ormai noti di un calciatore che va in difficoltà estrema in partite del genere, con l’avversario chiuso e raccolto in pochi metri, con difensori attenti a non farlo scappare sul primo passo, e con i compagni assolutamente non in palla, incapaci di servirlo con continuità. Il risultato è una prestazione scadente, vicina all’inconsistenza totale.

SOSTITUZIONI

DE SCIGLIO (5) – Subentra all’infortunato Antonelli al minuto 53. Prestazione scialba, sottotono, inconcludente. Non incide né in fase propositiva, né in fase difensiva.

HONDA (5,5) – Subentra al minuto 79 al posto di Sosa. Cerca qualche spunto, mette dentro anche un buon cross per l’unica azione pericolosa di tutta la ripresa, con un potenziale fallo da rigore su Bacca. Non aiuta granché, tuttavia, in fase difensiva, dando la sensazione di essere alquanto fuori condizione.

LAPADULA (s.v.) – Subentra al minuto 86 al posto di Poli. Soltanto 12 minuti (di cui 8 di recupero) per il buon Gianluca. La volontà non manca, ma non c’è stato modo di trasformarla in qualcosa di positivo. Probabilmente meriterebbe più considerazione e più spazio.

ALLENATORE

Vincenzo Montella (4) – Il materiale è quello che è, come già detto in premessa, pertanto non gli si possono addossare colpe che non può avere. Tuttavia, alcuni aspetti di queste prime tre giornate non possono lasciare tranquilli, primo su tutti la lettura delle partite in corso d’opera e la gestione dei cambi, spesso tardivi e mai decisivi ai fini di un ribaltamento delle sorti della gara. È giusta l’intenzione di “insegnare” alla squadra un calcio di possesso, propositivo, in linea con la storia recente delle vittorie rossonere. Ma forse è anche più giusto iniziare a cercare soluzioni diverse, perché, purtroppo, la rosa per attuare quel gioco a lui congeniale non c’è. Gli sono stati affibbiati dei rincalzi, delle copie sbiadite di quei calciatori che avrebbe voluto, in quei ruoli chiave, che sarebbero serviti a cambiare realmente l’impostazione tattica e tecnica. Oggi l’errore è duplice: in primis, di atteggiamento, perché non si possono schierare due incontristi su tre e, in generale, due mediani più che lenti su tre, in casa con l’Udinese; in secondo luogo di lettura, perché una seconda punta che attaccasse quegli spazi vuoti, su diverse azioni ben strutturate nella prima frazione, con cross interessanti su cui nessuno si inseriva coi tempi giusti, sarebbe servita ben prima del minuto 86.

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