Benvenuto, Montella!

231151664-7eea473b-2bd8-475a-9e2b-ec107449acc7[1]Se date un’occhiata alla cronologia dei nostri post, noterete che è da quasi un mese che non scriviamo nulla sul blog. Il motivo è semplicissimo: dalla fine della terza stagione totalmente fallimentare di fila, la partita più importante si sta giocando in ambito societario, sull’esito di una trattativa di cui nessuno sa nulla sulla sua reale evoluzione. Un mare di cazzari spara titoli che poi vengono smentiti il giorno dopo e quindi noi abbiamo preferito il silenzio rispetto al dire boiate a caso pur di scrivere qualcosa.

Tuttavia, nella tarda serata di ieri, il Milan ha sciolto un nodo di discreta importanza per la prossima stagione: la scelta dell’allenatore. Dopo oltre un mese di “esperti di calciomercato” che parlavano di “ballottaggio tra Brocchi, pupillo di Berlusconi, e Giampaolo, scelto da Galliani col placet dei cinesi (LoL, ndr)”, la panchina è stata ovviamente affidata ad una terza persona: Vincenzo Montella.

Devo dire che a me la scelta non dispiace affatto: è un allenatore che fa un calcio propositivo, ha fatto bene a Catania e a Firenze e, dopo una mezza stagione travagliata e con risultati mediocri in quel di Genova, con un passo indietro accettato soprattutto per liberarsi dai vincoli con la Fiorentina, approda in una cosiddetta grande.

Montella, con un supporto serio da parte della società e con una rosa all’altezza, insomma con un Milan di nuovo grande anche di fatto e non solo di nome, avrebbe, a mio modesto parere, le carte in regola per fare buone cose sulla panchina rossonera. Innanzitutto perchè, seppur con pregi e difetti come ogni tecnico esistente, è, appunto, un allenatore, a differenza di 3 degli ultimi 6 a cui è stato affidato l’incarico. Il suo modo di giocare, inoltre, basato sul possesso palla, è teoricamente più in linea con i presunti canoni estetici richiesti da una nutrita parte del tifo rossonero, oltre che da un presidente, si spera, uscente.

Il modulo più usato dal tecnico campano in questi anni è stato il 3-5-2, con predilezione per centrocampisti centrali portati per il palleggio e per seconde punte veloci, in grado di dare le accelerazioni necessarie alla fitta rete di passaggi che sono una caratteristica di fabbrica del gioco di Montella. A Firenze, ad ogni modo, anche il 4-3-3 è stato proposto più di qualche volta e credo che quello sarà il modulo con cui partirà l’esperienza milanista dell’aeroplanino.

Leggendo qua e là le reazioni dei tifosi alla notizia del suo arrivo, ho notato un’accoglienza tiepida, con più di qualche perplessità sul tecnico campano. In molti, addirittura sono partiti con gli insulti o le bestemmie, a mio avviso esagerando: mica è tornato Inzaghi! Certo, i dubbi legati ad una fase difensiva non sempre impeccabile delle sue squadre, un possesso palla spesso sterile e prevedibile, un’inclinazione a perdere, anche in maniera clamorosa, le partite che avrebbero potuto far fare il salto di qualità definitivo alle sue squadre, hanno fondamento, soprattutto se si guarda l’esperienza fiorentina di Montella.

E’ da verificare, però, se questi limiti siano stati causati più dai difetti del Montella tecnico o dalle carenze delle rose che ha avuto a disposizione. A Firenze, gli organici allenati erano di discreto livello, ma sempre incompleti, non in grado di competere contro altri più attrezzati e comunque il bilancio finale parla di tre quarti posti consecutivi, non di metà classifica. Il suo successore in viola, il bravo, ma tanto celebrato Paulo Sousa, che per più di qualche mese sembrava essere il genio del calcio che aveva preso il posto di un demente, ha chiuso al quinto posto, raccogliendo gli stessi punti del tecnico campano nel suo anno peggiore, ma con molta meno strada in Europa League rispetto alla semifinale raggiunta da Montella.

Alla fine, infatti, si arriva sempre lì. E’ l’organico che deve essere all’altezza degli obiettivi che la società si pone, l’allenatore poi deve essere messo in grado di sfruttarlo, con la massima tutela da parte della società. La rosa del Milan, ad oggi, non è assolutamente da zona Champions League e, per il gioco che fa Montella, servono almeno un paio di centrocampisti di spessore, in grado di garantire dinamismo e palleggio. Oltre ad un difensore centrale di livello per far crescere e guidare Romagnoli e Donnarumma, ed un’ala destra veloce per spaccare le partite.

Innesti che avranno una certa qualità solo in caso di cessione societaria: in caso contrario, Montella sarà l’ennesimo capro espiatorio per non essere riuscito a fare un possesso palla fluido con i vari Montolivo, Honda, Kucka, Poli, con molti tifosi che sbraiteranno perchè la provinciale rivelazione dell’anno giocherà meglio del Milan, e con un Berlusconi innamorato del bel giuoco espresso dalla Primavera di Nava.

Incrociamo le dita e… benvenuto Mister!

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