Robin, qui.

Robin LICina. Cina Milan. Robin Li Milan. Cina Soldi Milan. #BerlusconiVendi. Basta Silvio e Gallio. Più o meno sono queste le combo di parole più cercate sul web, sia che voi usiate Google, Yahoo o, per restare in tema, Baidu, il cui presidente Robin Li parrebbe uno dei nomi che si nasconde dietro i fantomatici cinesi a cui anelano tutti i tifosi del nostro Milan.

Difficile procedere con ordine, difficile fare chiarezza senza rischiare di scrivere castronerie. Problema che non si pongono tutte le varie testate giornalistiche e web-giornalaie più note che con interessante meticolosità non perdono un giorno senza disinformarci con nomi, fatti e ipotesi che si distaccano talmente tanto dalla realtà da far sembrare Star Wars un documentario scientifico. E questo io, noi, non vogliamo fare.  Fingerci insider o #capiscers del mercato finanziario.

Per toccare con voi il punto più interessante della potenziale cessione mi voglio rifare alle parole di Pasquale Campopiano, che ritengo unica fonte obiettiva e competente. Fratello di Fabiana Campopiano, senior associate dello studio Gattai, Minoli, Agostinelli & partners, che in passato ha curato la cessione del Cagliari Calcio.

Pasquale, @paskampo sul twitter, è stato il primo a fare i nomi di Robin Li e Sal Galatioto, ma cosa più importante in un suo articolo ha menzionato il presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping come burattinaio del teatrino.

Xi Jinping è un uomo che sta portando riforme molto importanti dal punto di vista sportivo, ne ho avuto testimonianza diretta da Patrizio Zepponi, mio stretto collega nel mondo sportivo che due mesi fa è stato chiamato proprio dalla Cina per parlare dell’inserimento del suo metodo sui tempi e ritmi nello sport proprio a partire dalle scuole, dai bambini. Ebbene, Xi Jinping è un uomo che muove. Muove uomini, soldi, riforma, crea business, importa ed esporta. Ed è questo lo scenario potenziale che Pasquale Campopiano mi sta facendo rimbalzare nella testa da settimane. Penso a un Milan legato al rilancio della Federcalcio cinese, un business il cui investimento stimato rasenta più zeri di quanti ne possiamo contare. Aggiungendo questo al nome di Robin Li, che è fondamentalmente il leader dei motori di ricerca in Cina, il marchio Milan potrebbe realmente diventare il simbolo del mercato più florido del mondo.

Avevo detto di non voler confondere né perdermi in ipotesi suggestive, ma il rumore che sta creando questa trattativa è tale che fare dell’automasturbazione mentale è inevitabile. Io ci spero e ci credo, se anche Confalonieri si espone accreditando la serietà della trattativa, o tratt-attiva citando il maldestro Laudisa, allora è giusto illudersi. Illudersi ma sempre avendo chiaro in un angolo del cervello che il nostro presidente possiede l’unica cosa che come vastità ha da far rabbrividire la Cina stessa: il suo ego. Quell’ego che ha stroppiato, che ci fa pregare per la cessione, quell’ego che ha reso malconcio il diavolo, che ci fa sperare in una cessione anche a scatola chiusa, sbagliando forse, ma con cognizione.

Non condivido ma non biasimo, infatti, chi darebbe il Milan anche al primo che passa, capisco che lo fa per disperazione, per incapacità condivisa di vedere la fine del tunnel, semmai la fine del tunnel esista in mano agli scellerati. Scellerati che, ahimè, vorrebbero rimanere a sollazzarsi anche con gli orientali al comando. Silvio presidente onorario, Adriano kommander del mercato. Bah. Ego. E per carità, ci può stare, ma mi fa sorridere chi sostiene che il presidentissimo lo faccia per amore, perché vuole toccare con mano la nuova gestione; permettetemi invece di sospettare che il vero obiettivo sia quello di provare a mettere il faccione davanti a qualche nuova vittoria, o vittoLia. Possiamo concedertelo, poi però vai a goderti qualche bella spiaggia e tantissimi saluti.

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