Eh no, stavolta non mi fregate!

Galliani-GazzaDurante la partita di sabato, in piena tensione da match, ero contento di vedere un Milan che, nonostante i palesi limiti tecnici, avesse dato tutto per portare a casa la partita e riuscire ad arrivare almeno ad un premio di consolazione. Poi, analizzando la cosa a mente più lucida, sono emerse altre sensazioni: prima di impotenza, poi di rabbia.

Il motivo dell’impotenza è semplice: sabato sera, i rossoneri, come già detto, erano motivatissimi ed hanno giocato al 100% di quello che potevano dare, contro una squadra che invece aveva calato virtualmente il sipario sulla stagione da un mese, con la vittoria del suo quinto scudetto di fila dopo una rimonta pazzesca. La cosa si vedeva in modo lampante: tutti i contrasti e le seconde palle erano nostri, ma, nonostante ciò, abbiamo fatto solo il solletico alla Juve. La partita del Milan ha prodotto solo due buone potenziali chance sprecate per i limiti tecnici di Poli e Kucka ed un tiro da fuori di Josè Mauri fuori di poco durante l’assedio finale. Neto ha solo sbrigato ordinaria amministrazione, senza dover compiere nessun intervento di difficoltà superiore alla semplice uscitina o alla parata di routine su un tiro telefonato. Dall’altra parte, è bastata una sola azione corale per andare a segno. Palla persa nella metà campo gobba da un Milan sbilanciato in avanti, break di Lemina, colpevolmente non steso da Kucka, palla a Cuadrado, cross perfetto, e Morata non ha perdonato. Insomma, sabato si è vista la provinciale volenterosa, che fa una partita tutta grinta ed orgoglio contro la grande un po’ svogliata, ma che poi alla fine vince lo stesso a causa del gap tecnico tra le due squadre. Peccato che la provinciale in questione venisse da un mercato da 120 milioni ed abbia un monte ingaggi inferiore solo a quello della Juve in Italia.

Poi, ripensando al finale della stagione, alle prestazioni indegne nell’ultimo mese e mezzo di campionato, ad un sesto posto evitato come la peste perchè voleva dire rinuncia ai comodi incassi della tournèe estiva per la società e vacanze più corte per i giocatori, è salita la rabbia. Eh, no, cari miei, non mi ingannate! Non mi basta che vi impegniate nell’ultima partita dell’anno, quella che era da dentro o fuori, dopo aver giocato in maniera vergognosa le 5 partite precedenti! Senza contare che, poi, contro la Juve, e soprattutto, in una finale, le motivazioni arrivano in automatico: le vere squadre sono quelle che riescono a metterci le palle in maniera sufficiente anche nei campi di provincia.

E non sarà di certo una prova d’orgoglio in finale a farmi cambiare il giudizio tecnico sulla squadra: vale il quinto o sesto posto, nonostante gli investimenti effettuati. La dirigenza (Berlusconi compreso) ha fallito totalmente la stagione. L’obiettivo dichiarato era ritornare in Champions, ma poi, con la rosa costruita in estate era subito diventato molto difficile. Con il mercato invernale costituito dall’ex giocatore Boateng, poi, è diventato totalmente irrealistico. Berlusconi, maldestramente, ha cercato di scaricare tutta la colpa su Mihajlovic, esonerandolo, ma ricevendo una raffica di insulti sul suo profilo Facebook, da quei tifosi ingrati. Peccato che poi, come ampiamente prevedibile, la squadra abbia fatto ancora peggio, perdendo il sesto posto e l’Europa. La rosa ha lacune evidenti: nonostante le spese ingenti, è stato consegnato agli allenatori un centrocampo da provinciale, e non esiste nessun modulo che metta tutti i migliori nel loro ruolo e garantisca anche un minimo di panchina.

E’ inutile che la stampa amica provi, in tutti i modi, ad usare la gara di sabato per affermare che in fondo la squadra non era poi così male e che la scelta di esonerare Mihajlovic per inserire Brocchi si sia rivelata, in fondo, giusta. Qualcuno parla addirittura di identità trovata e mano di Brocchi visibile, suscitando fragorose risate come unica reazione da parte mia e di chiunque segua la squadra con un minimo di obiettività e sale in zucca. Ripeto, questi “giornalisti” possono provarci, ma è palese che dicano solo balle in malafede: il campo parla e, nell’arco di una stagione, raramente sbaglia. In Europa va chi ha meritato di andarci, mentre gli altri stanno a guardare. E noi, giustamente, staremo a guardare gli altri per il terzo anno di fila.

I tifosi del Milan, però, non meritano queste continue legnate condite da prese in giro, che, a mio modesto parere, possono terminare solo con un riassetto dirigenziale (quindi societario) forte. E, guarda caso, gli unici che auspicano che al Milan rimanga tutto come è adesso sono quelli pagati per parlare bene della società, quelli che aspirano a diventarlo, quelli che tifano Berlusconi e/o Galliani e non per il Milan, più i gobbi che dominano incontrastati ormai da 4 anni.

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