.Sospesi.

lucio fontana le ondeUna bolla liquida di medie dimensioni. Immaginate questa bolla che galleggia nel mondo che la circonda, completamente ermetica a ciò che evolve attorno, solo sospinta da una lievissima brezza, quasi assente, quasi un banale sospiro, di indefinita provenienza. A guardarla da fuori, la sensazione di immobilismo, lentezza, e allo stesso tempo di pesantezza gelano il sangue nelle vene. Quella lentezza che impigrisce, e anche se si vede che nell’immediato orizzonte si staglia un ostacolo, qualcosa su cui probabilmente si rimbalzerà lemme lemme, si chiudono gli occhi, si mantiene la calma, che tanto è inevitabile gli si vada addosso. Quasi narcotizzati dall’assenza di gravità e di tempo in cui si è sommersi, quasi congiunti all’inerzia cui si è sottoposti.
La sensazione di immobilismo, di sospensione, è quanto di più simile al concetto di morte che io conosca. Tutto si muove, tutto evolve, invecchia, rinasce, tutto circola e balla e si ferma, e riparte. In realtà è addirittura la morte stessa a non essere immobile, e allontanandosi di un solo passo dal suo concetto astratto si nota che fermenta e marcisce ed evapora e alimenta, e rinasce.
E noi si è qui. Sospesi tra una sconfitta che ferisce poco, invero sempre meno, giusto il tanto di increspare leggermente il labbro superiore, e una vittoria che non esalta e non genera gioia. Obbligati a guardare il mondo tutto attorno da questa stupida e distorcente bolla, allontanati da quella che è la vita vera da chi lo status quo morirebbe per conservarlo, o ancor più banalmente morirà conservandolo. Obbligati a guardare il mondo tutto attorno da questa maledetta e soffocante bolla, probabilmente frutto dello sputacchio di un vecchio che qualcosa vuole conservare (il re non è nudo, il re è sepolto), e non si accorge che ormai è talmente debole da riuscire a portar con se solo la propria ombra, e le proprie ombre.
Ci vuole uno strappo, uno schiaffo. E più passa il tempo, più si resta immobili, meno interessa verso dove si verrà spediti. Perché se l’immobilismo è morte, ebbene preferisco cadere e farmi male, o salire e salire e soffrire di vertigini, piuttosto che vegetare in uno stato di semi-coscienza verso il nulla. La vita si nuota, i cadaveri galleggiano.

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