C’era una volta, anzi c’erano una volta, tante cose: il campionato tutto nella stessa giornata, i negozi chiusi nei giorni festivi (come quello odierno), le gite fuori porta approfittando dei primi veri caldi primaverili. C’era una volta anche il Milan, una squadra gloriosa che, nella sua storia centenaria, aveva passato momenti brutti ed altri memorabili; una squadra nella quale si erano alternati campioni e gregari, promesse e pippe immonde ma nella quale non era mai venuta a mancare una caratteristica semplicissima: il rispetto. Il rispetto per i nostri colori, il rispetto per i tifosi e la loro importanza, finanche il rispetto per la decenza. C’era un tempo in cui esisteva la fatal Verona, una piazza in cui il Diavolo doveva lottare contro tutto e tutti, un qualcosa che trascendeva i semplici 11 uomini gialloblu coinvolgendo lo stadio, il pubblico, tutto. In quel tempo Verona era un crocevia fondamentale per la stagione rossonera, ma ormai non è rimasto nulla di quel tempo. Oggi il Verona retrocede nuovamente in B (e non nascondo una certa soddisfazione nel constatarlo) ed il Milan è come una nave a pezzi senza rotta, capitano e con un equipaggio più da Love Boat che da Tempesta Perfetta.
Con queste premesse si arriva a Verona, nome che da solo dovrebbe bastare a far drizzare le antenne ai nostri per i motivi succitati, a fronteggiare una squadra ormai in serie B e quindi, teoricamente, senza più stimoli a differenza nostra che uno scopo ancora dovremmo averlo, soprattutto dopo la vittoria di ieri del Sassuolo allo stadio Grande Torino, fresco fresco di conio (parere personale, alla buon’ora). Mister Brocchi decide di cambiare 6 giocatori dopo la brillante (!) prestazione con il Carpi, un po’ per problemi fisici (Bonaventura) un po’ per trovare una quadratura che non si trova da quel dì, e presenta una formazione con Donnarumma in porta, difesa a 4 con Abate stabile in fascia destra, Romagnoli affiancato da Zapata al centro ed il redivivo De Sciglio a sinistra, centrocampo padrone del gioco con Montolivo, Josè Mauri (alleluja) ed il recuperato Kucka, Honda a rimpiazzare l’infortunato Jack dietro le punte Bacca e Menez. Sì, avete capito bene, Menez.
Pronti via si capisce subito che il pomeriggio non sarà dei più agevoli. Il Verona compensa una scarsezza imbarazzante con corsa e buona volontà, noi rispondiamo con un fraseggio lento e compassato che inizio a sospettare sia il marchio di fabbrica del mister (anche oggi, per i puristi, il possesso palla è stato del 64%!!! peccato che continuino a mancare i tiri in porta…). Non succede granchè sino al minuto 21 quando il centrocampo veronese si dimentica Honda che benedice l’improvvisa libertà sulla trequarti e tira in porta una botta delle sue, Gollini si tuffa sulla sua destra ma non trattiene respingendo corto e centrale dove si avventa Menez (proprio lui!) che ribadisce in rete seppur partendo da posizione di fuorigioco. Poco dopo De Sciglio è costretto al cambio a causa di un brutto taglio sul volto causa di un contrasto di gioco subìto in precedenza, e viene rimpiazzato dal sempre valido Antonelli.
Il secondo tempo riparte sulla falsariga del primo, con il Milan che trotterella ed il Verona che ce la mette tutta ma non riesce ad imbastire un’azione degna di nota. A dire il vero i rossoneri costruirebbero anche alcune occasioni ma nella migliore delle ipotesi la palla arriva a bomber Bacca che, invece di appoggiare al centro per un tocco comodo comodo in rete di un compagno, decide di ricorrere all’ennesima rabona che Gollini para con la stessa difficoltà di un bambino che mangia un ghiacciolo al limone in spiaggia. Si arriva così al minuto 71 dove, sugli sviluppi di un corner battuto alla destra di Donnarumma, il Verona viene beneficiato di un rigore quantomeno generoso per tocco di mano di Romagnoli che, in volo e girando su sè stesso, colpisce il pallone: se ne incarica Pazzini che segna, non esulta, e riapre il match. Il Verona è matematicamente retrocesso anche con il pari, noi ce ne facciamo il giusto di 1 punto e ne scaturisce un finale di partita in cui gli schemi vanno completamente a farsi benedire: le azioni d’attacco si susseguono ed è il Verona ad avere le occasioni migliori per passare in vantaggio (28 tiri in porta per loro a fine partita, 28!!!!! contro gli 11 nostri…eeeeh ma il possesso palla, vuoi mettere?!), trovando un Gigio in gran forma a dir loro sempre di no. Si arriva così all’ultima azione, fallo al limite dell’area e punizione per il Verona: vorrei spegnere la tv, sapendo quel che sta per succedere, ma decido di bere l’amaro calice fino in fondo e resto ad ammirare la parabola di Siligardi che supera la barriera, colpisce la parte inferiore della traversa, e si insacca dietro ad un incolpevole quanto sconfortato Donnarumma. Game, set & match, 0 punti per noi e Sassuolo che ci sta addosso a -1.
Donnarumma 8: prende tutto il prendibile, stava anche per parare il rigore di Pazzini ma a fine partita l’unica cosa che ci sentiamo di dirgli è: che cavolo ci fai ancora qui?
Abate 6,5: l’unico a salvarsi dei 4 di difesa titolari. Ci mette tanta voglia e tanta corsa, sono sempre più convinto che ne avessimo altri come lui ora non saremmo in queste condizioni.
Zapata 5,5: una partita diligente, senza la sua solita cappella da contratto, che non arriva alla sufficienza solo a causa del giallo preso al 67′.
Romagnoli 5: dopo l’esonero di Sinisa non sembra più lui, nelle ultime partite è sembrato spesso deconcentrato ed in affanno. Causa il rigore che determina l’inizio della remuntada, rianimando un Verona ormai morto.
De Sciglio 5,5: non si ricordano azioni degne di nota prima della sua uscita per infortunio, com’era il discorso fascia destra/sinistra su cui era preferibile schierarlo?
Josè Mauri 6,5: una piacevole sorpresa, avremmo voluto vederlo qualche partita fa ma tant’è. Oggi sembrava l’unico ad unire corsa e giocate intelligenti.
Montolivo 5: la storia del recupera-palloni ce l’hanno propinata in ogni modo, ma se subisci 28 tiri dagli avversari qualcosa non torna…inoltre si dimostra Capitan Coraggio in occasione della punizione da 3 punti di Siligardi, non saltando e coprendosi neanche ci fosse di fronte un Roberto Carlos stile Francia ’98.
Kucka 5,5: meno determinante del solito, probabilmente a causa del recente stop ai box, o forse si è semplicemente scazzato e non ha mandato giù l’avvicendamento in panca.
Honda 6: suo il merito del primo gol con un tiro potente e preciso, poi poco altro se non qualche punizione ben messa in mezzo.
Bacca 4: come al solito non ha molte occasioni, ma ci abbiamo fatto l’abitudine. Certo è che se in quelle rare occasioni ti metti a fare cose impossibili come una rabona, defilato ed in precario equilibrio, invece di mettere in mezzo poi non puoi lamentarti di prendere bordate di fischi (oltre al 4 in pagella).
Menez 6.5: mi spiace quasi dirlo ma è stato il giocatore di movimento migliore quest’oggi, al pari di Josè Mauri. Suo il gol, sue le poche giocate nel secondo tempo per cercare di creare superiorità o mandare in porta un compagno, oggi ha anche passeggiato meno del solito.
Sostituzioni:
Antonelli 6: fa il compitino se si eccettua un’azione a fine primo tempo da cui poteva scaturire il 2-0, brutalmente divorata da quelli là in mezzo.
L. Adriano sv: entra quando i buoi sono ampiamente scappati, ovvero quando regna in campo l’anarchia totale dopo il pareggio di Pazzini. Non ricordo una palla giocabile per te, ma forse ero troppo distratto dall’annotare le occasioni sventate da Gigio.
Allenatore:
Brocchi (avatar di Silvio) 4: non capisce nulla della partita, e per oggi vogliamo limitarci solo a quella. Se a Sinisa si imputava l’errata gestione dei cambi, è rimasta. Se a Sinisa si imputava la mancanza di carattere, è rimasta. Se a Sinisa si imputava la poca cattiveria sotto porta, è rimasta. Insomma, a parte buttare dentro punte sperando che miracolosamente la palla entrasse in rete, esattamente, cosa si aspettava mister? Ah, e complimenti per la gestione dei “suoi” giovani, devo ammettere che sia Calabria che Locatelli oggi sono stati determinanti, 40 minuti di riscaldamento per non scendere nemmeno in campo.
25 aprile, anniversario della Liberazione d’Italia. A quando la liberazione del Milan?
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