Aprile 2017: Berlusconi stregato dalla primavera di Nava

Alle spalle, comincia già a guardarti alle spalle

Alle spalle, comincia già a guardarti alle spalle

 

Lo stillicidio continua: dal gennaio del 2014 son ben cinque i culi accomodatisi sulla panchina del Milan, il tutto in quaranta mesi complessivi, l’ equivalente escludendo i ritorni di Sacchi e Capello del numero degli allenatori rossoneri dal 1987 al 2001, sei mesi di Cesare compresi.

Lungi da noi partire prevenuti nei confronti di Brocchi, anche se è straordinario vedere come la macchina propagandistica si fosse messa in moto ormai da un mese tra lodi sperticate per il suo staff, il gioco offensivo della primavera, la sua predilezione per il possesso palla, una certa solerzia nel non dare troppo risalto alla quattro pere prese al Viareggio, quello stesso Viareggio che due anni fa pareva la coppa Rimet e giusto perché l’ aveva portata a casa Inzaghi che già stava in coda col bigliettino in attesa che uscisse il suo numero.

Gli equilibri del Milan di gennaio – febbraio erano veramente labili, è bastato un gol della vita di Duncan a Reggio Emilia per frantumarli, la luce si è spenta in quell’ istante.

Sento di dover ringraziare Sinisa perché ha reintrodotto una certa cultura del lavoro che pareva del tutto sparita da Milanello, perché ha lanciato due-tre giovani che potrebbero davvero essere il futuro di questo club se non ci fossero ricorrenti voragini di bilancio che prima o poi richiedono carne da sacrificare,  per un derby che almeno una notte ha restituito la sensazione di gioia ad un popolo.

Certo, si dovrebbe vergognare per non aver sfruttato i rinforzi di gennaio: quel Boateng che ha avuto a disposizione il medesimo tempo in cui Adinolfi avrebbe potuto perdere quaranta chili e che ad aprile risulta avere dieci minuti nelle gambe, l’ irreprensibile Menez ed il compassato camminatore bresciano.

Dovrebbe pure vergognarsi per applicare il 4-4-2, poco importa che quelli che lo criticano per ciò a settembre gli dessero del coglione perché non lo applicava.

Basta così.

In fondo chi guadagna certe cifre non è una vittima, anche se sono sicuro che se troverà presto un contratto, a differenza di altri, verrà etichettato come traditore o esonerato perché aveva già un’ altra panchina pronta.

In certi anni mi sono lamentato perché ex senatori come Gattuso dicevano la loro sul Milan, sappiate che ieri a fornirci illustri pareri sugli inevitabili miglioramenti in vista con questa decisioni è stata la signora Boateng. Fate un po’ voi.

Non si capisce se si tratti di un traghettatore, se si tratti di una prova per l’ anno prossimo, in ogni caso data l’ umoralità di Berlusconi potrebbero anche bastare cinque-sei partite inevitabilmente difficili per l’ attuale situazione venutasi a creare per sconfessare già colui che “lo ha stregato” rendendolo magari un morto che cammina per la stagione a venire.

 

Per una volta è bene tenere fuori Galliani da tutto ciò: ha fatto tutto lui, dunque sarebbe bene che la responsabilità se la prendesse in pieno, nel bene si spera, ma soprattutto nel male.

Finito, emarginato, considerato inoffensivo pure da Renzi quando Bollorè ha domandato udienza per la questione Vivendi, sbertucciato dai medesimi alleati per la questione sindaco di Roma, del tutto al di fuori dalle decisioni che riguardano la galassia di famiglia.

Un unico ambito gli è stato ancora concesso per mostrare la sua infallibilità, putroppo per noi.

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