“Il problema più importante per noi, è di avere una ragazza di sera…”, cantava il noto interista Adriano Celentano circa una cinquantina di anni fa, rispetto assoluto per questa nobile problematica che accomuna gran parte di noi maschietti soprattutto in particolari fasi ormonali….
Ma qual è invece “il problema più importante” per il nostro simpatico e sempre ilare davanti alle telecamere “Amministratore delegato alla parte sportiva” ?
Mentre noi ci “arrovelliamo il gulliver” (cit.) nel discutere di 442, di Zapata e Romagnoli, di terzi posti e sesti posti, di rinforzi finalmente degni di questo nome, questa persona ormai ridotta a tristissima caricatura di sè stesso va sereno come una pasqua in televisione a dichiarare che ha un “sogno inconfessabile”, quello di vincere Coppa Italia e successivamente Supercoppa italiana, per poter quindi successivamente dichiarare a reti unificate che il Milan di Berlusconi ha vinto 30 trofei in 30 anni, alla invidiabile media perciò di uno all’anno….
Ovviamente il fatto che si sia vinto uno scudetto negli ultimi dodici anni, che il 90 % di questi trofei sia stato portato a casa quando Berlusconi aveva ancora una parvenza di capigliatura reale e non il casco plastificato del Big Jim attuale, che sistematicamente da anni ormai a dicembre siamo tagliati fuori da qualsivoglia lotta per le primissime posizioni, che tutti questi invidiabili risultati sono stati ottenuti con il secondo fatturato italiano, tutte queste piccolezze passano in secondo piano rispetto alla possibilità di mettersi al petto l’ennesima patacchetta….
“Il problema più importante” non è quindi vincere la Coppa Italia per porre un piccolo freno allo stagnante e comatoso andazzo del calcio italiano dove da anni vince sempre e solo una squadra, non è importante vincere la Coppa Italia per avere la sicurezza di partecipare ad una competizione europea, anche se non la più prestigiosa, quella per la quale abbiamo il Dna, ma d’altronde oggi questa è la nostra dimensione, e questo anche e soprattutto per merito suo e del suo emerito datore di lavoro, caro geom. Galliani, se ne faccia quanto prima una ragione…
“Il problema più importante” non è vincere la Coppa Italia per riimmettere nelle vene di tutti i componenti tecnici di A.C.Milan e nel cuore della sua tifoseria abbondanti dosi di autostima, qualità che manca totalmente ormai da anni nell’ambiente rossonero, fatta eccezione per il geometra ed il suo datore di lavoro che se l’autostima però pericolosamente confinante con la presunzione assoluta si potesse vendere a peso avrebbero aperto da tempo dei banchetti in piazza….
No, no, dobbiamo vincere la Coppa Italia per avere il diritto di partecipare alla Supercoppa Italiana, vincere anch’essa e dare vita quindi all’ennesimo logo “30 trofei in 30 anni”, che per associazione od assonanza mi fa tornare alla mente non so perchè i “Sette chili in sette giorni” di un filmetto anni ’80 fra i peggiori dell’ottimo Carlo Verdone…
Fra l’altro nel film in questione i simpatici clienti della clinica del dimagrimento si accorgevano presto di essere protagonisti di una presa in giro in piena regola, gli ipotetici trenta trofei in questione sarebbero invece assolutamente reali naturalmente, ma sfido qualunque tifoso rossonero dotato di un minimo senso critico e che abbia a cuore solo ed esclusivamente le sorti sportive di una passione coltivata fin da bambino, a non riconoscere che quella a cui stiamo desolatamente assistendo da almeno un lustro e anche di più non assomigli proprio come nel film ad una mastodontica presa per il culo….
C’è un evidente, palese ed assoluto distacco dalla realtà delle cose da parte di chi gestisce le sorti della società, un continuo aggrapparsi al passato per la mancanza di volontà ( o meglio l’incapacità ) di affrontare il presente e di conseguenza il futuro con l’unico intento di cambiare lo stato di cose attuale….il sogno di raggiungere i 30 trofei in 30 anni non è finalizzato al coronamento di un risultato sportivo, al prestigio che ne deriva ed alla salute fisica e mentale della squadra per la quale soffrono 10 milioni di tifosi nel mondo e non so quanti followers (sic)….il fine ultimo e supremo è quello di edificare una targa con un bel 30 a caratteri cubitali all’esterno di San Siro che ci ricordi ad imperitura memoria la persona alla quale dovremo eterna riconoscenza ed assoluta devozione negli anni a venire….
Una targa che assomiglia sinistramente ad una lapide, insomma….
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