Dove sono stato in tutti questi anni? Lo diceva un vecchio saggio (Claudio E. P. Baglioni) nel lontano 1995, anno tra le altre cose terribile per i colori rossoneri che conclusero la stagione perdendo la finale di Vienna contro i cugini d’Europa dell’Ajax. Molti dicevano che Fabio Capello era giunto al capolinea, che doveva mollare, che ormai col Milan aveva chiuso, lui rimase un altro anno, e alla faccia di tutti i chiacchieroni vinse lo scudetto e poi salutò, perché una delle cose importanti nella vita è quella di andarsene con stile. Poi purtroppo tornò e fu la cosa peggiore che potesse fare, perché una delle cose peggiori nella vita è tornare dove te n’eri andato con stile. Diavolo di un Capello.
Dove sono stato io invece, finora? Me lo avete chiesto in tanti, avete intasato la mia casella di messaggi su Facebook, Twitter, la segreteria telefonica, Whatsapp, Telegram, e fatevi un po’ di cazzi vostri no? D’accordo ve lo dico. Ci eravamo lasciati un girone esatto fa, dopo quel Milan-Napoli dove i nostri ragazzi presero un’imbarcata che ancora adesso ci rode non poco. Ve lo ricordate il mio pezzo? Mettete su “Ritornerai” di Bruno Lauzi mentre lo rileggete QUI. “Ritornerai” dura poco meno di tre minuti, se siete rapidi nel leggerlo dovreste finire prima che il compianto Bruno finisca di cantare.
Avete finito di rileggerlo? Sicuri? Sicuri, sicuri? D’accordo mi fido. Anche quella volta, come in altre, avevo predicato pazienza, avevo detto che questa rosa non stava dando per quanto valeva in campo, anche quella volta avevo detto che il nostro generale Putnik era l’uomo giusto al momento giusto e che se lo avessero lasciato in pace, ci avrebbe dato delle soddisfazioni. Ora, dopo un girone esatto, dopo aver vinto un derby per tre a zero, aver trovato la quadra della squadra, una certa solidità difensiva, dopo essere praticamente la terza forza del campionato per punti fatti (da dopo Milan-Napoli 4-0 siamo dietro solo a Juve e Napoli appunto) possiamo dire che bene o male tutti i torti non li avevo. O no? E ascoltatelo ogni tanto sto vecchio pirla che sono io! Si certo, come sempre è pura utopia la speranza che il nostro allenatore lavori in pace avendo Berlusconi come presidente onanario, ma come abbiamo visto e come vi avevo detto, il generale Putnik ha le (s)palle larghe.
Purtroppo quella volta me la presi con quei giornalisti che godono delle disgrazie del nostro Milan e anche di quelli che suonano la fanfara mentre il Milan affonda, convinti di nascondere le malefatte della nostra dirigenza, puntando il dito soltanto verso l’allenatore. Ma lo stolto guarda il dito non la Duna. Si sa. Anche perché la Duna fa schifo. Si sa. Dai diretti interessati mi arrivarono lettere minacciose tipo la L, o la R, e anche qualche W, capite bene che dovetti per forza fermarmi per tutelare la mia splendida persona; come sapete faccio invidia a molti divi di Hollywood per il mio savoir faire e il mio physique du role. Ma adesso sono stanco di stare nell’ombra a godiggere delle nostre vittorie e soffriggere delle nostre sconfitte! Adesso sono tornato e voglio parlare con tutti voi, insieme a voi! Care amiche e cari amici ma soprattutto care amiche! Che mi vengano a prendere a casa se sanno dove abito! Non lo so neanche io, per dire.
Dovete sapere che lunedì ero a Napoli a soffrire per i nostri ragazzi; forse quelli più attenti di voi mi avranno visto in televisione, ero seduto accanto a Nino D’Angelo. Quanto mi faceva ridere quando faceva il Tenerone al Drive In! Pippo, pippo, pippo! A proposito di Pippo, ma dove sono finiti tutti quelli che erano sempre pronti ad elargire statistiche sulla (tremenda, vergognosa, irritante, indecorosa) stagione scorsa per farsi smargiassi ai danni di Mihajlovic? Come dite? Adesso dicono che Sinisa merita di restare? Che sta lavorando bene? Fossi in lui mi offenderei visto che lo dicevano anche di Inzaghi l’anno scorso, questo dovrebbe farci capire quanto ne capiscano loro di quello che non capiscono, non so se mi avete capito. Io no.
Ora, io l’ho sempre detto, sono sempre stato sincero, di calcio non ne capisco molto, ed il nome della mia rubrica qui su questo splendido spazio dell’interdett chiamato Diavoltaire, rende bene l’idea, ma c’è una cosa che la mia ultracentenaria età mi ha permesso di capire: che cosa vuol dire essere milanisti. Troppo facile riempirsi la bocca con slogan come “Ti seguirò anche in serie B”, “Tu sei tutta la mia vita” eccetera, quando poi per far vacillare la vostra fede rossonera bastano due personaggi dalla dubbia morale, che dopo aver dato tanto a noi tifosi, si stanno riprendendo tutto con gli interessi. Dimostratelo coi fatti, signori miei, e anche signore mie, dimostratelo che davvero per voi il Milan è tutta la vostra vita, che davvero lo seguireste sia nella buona che nella cattiva sorte. Ma non fraintendetemi, non parlo di andare allo stadio ogni week end, non dico di andare ad ogni trasferta, non è solo così che si dimostra di essere milanisti veri, fin dentro il midollo, anche perché altrimenti quelli che vivono in Cina come farebbero? No, potete stare anche a casa sul divano davanti alla tv o appiccicati ai vostri smartfons, l’importante è non perdere mai il vostro spirito casciavit.
Non ho intenzione di sgridarvi, semmai di esortarvi a non deprimervi. Non se ne può più di leggere sui social networks e di sentire in tv e radio, commenti di tifosi con la piva lunga come il talento di Weah. Ci sono tifosi che non fanno altro che ricordarci che tanto prima o poi dobbiamo morire, che “si ok abbiamo vinto però ha giocato quello lì che mi sta sulle balle”, “però non abbiamo tirato abbastanza in porta”, “però abbiamo difeso troppo”, “però abbiamo preso un punticino che non serve a niente”, “però una volta c’erano Sacchi, Van Basten, Shevchenko, Kakà”, “però quando c’era lui i terzini partivano in orario”, però, però, però. La vita fa già schifo da sola senza che andiate a peggiorarvela dove potreste risparmiarvelo.
I casciavit che conosco io non sono mai stati così! Non avevano paura di niente e di nessuno, gioivano delle vittorie, si incazzavano nelle sconfitte, ma non facevano mai mancare il sostegno al Milan, anche perché di Milan ce n’è uno solo, non so se ve ne siete accorti, e se non volete più avere fede nel Milan cosa vi resta? Non fate i bauscia! Forza e coraggio! Non saranno le malefatte e la malagestione di due vecchi rimbambiti a far smettere di battere il cuore rossonero che alberga in ognuno di noi! Loro passano, noi restiamo e resteremo per sempre!
Ora ci restano dodici partite di campionato e una di coppa Italia (ma magari anche due…), smettiamola di tirarci Frank Zappa sui piedi, smettiamola di vedere sempre tutto nero e ricordiamoci che c’è anche il rosso. Smettiamola di prestare il fianco ai tifosi avversari, che poi si sa che quando presti qualcosa a quelli, chissà quando la rivedi… Dai ragazzi! Le partite si perdono quando si pensa di averle già perse. Forza! E un giorno grande Milan ritornerai! Ta,ta, ta; ta, ta, ta.
Carlo Pellicani
Twitter: @FinallyCarlo
Sono anche sul Facebook sempre se non mi bloccano l’accaunt
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