22^ giornata: Milan-Inter 3-0

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In anni di magra come quelli che stiamo passando, dove è all’ordine del giorno il rischio di dover ingoiare un nuovo boccone amaro, serate come quella di ieri sono una boccata d’ossigeno necessaria, in grado di riaccendere l’entusiasmo di un ambiente ormai rassegnato ad una sostanziale mediocrità da qui a tempo indeterminato. La vittora di ieri sera è giunta al termine della classica partita che magari non incanta da un punto di vista della qualità del gioco espresso, o non evidenzia una manifesta superiorità nei confronti dell’avversario, ma che è in grado di rendere fieri per l’atteggiamento proposto da chi è sceso in campo, elemento che ha saputo fare la differenza. Il Milan ha infatti cercato e voluto la vittoria più dell’Inter, con una fame agonistica, una compattezza ed una unione di intenti che si è evidenziata anche a risultato acquisito, con una squadra che ha saputo non abbassare mai la guardia restando sul pezzo, a differenza di quanto successo diverse altre volte in passato, dove una volta andati in vantaggio ci si è fatti riprendere, trasformando l’atteggiamento di fondo da propositivo a difensivo. Da un punto di vista della prestazione, al di là dell’aspetto caratteriale, è notevole segnalare come la squadra sia andata in crescendo: sia nella prima che nella seconda frazione di gioco, infatti, la partenza è stata un po’ incerta, con un Milan che ha faticato a prendere le misure all’attacco dell’Inter (nel primo tempo) esponendosi spesso all’uno contro uno, oppure colpevole di complicarsi la vita con le proprie mani (nel secondo, vedi episodio Donnarumma-Eder o l’ingenuo rigore provocato da Alex). Alla distanza è però uscita la superiorità soprattutto fisica (in particolar modo a centrocampo) e di convinzione tra le due squadre, che ha permesso ai nostri di tenere in mano la partita e poterla anche gestire senza particolari affanni, cosa rara negli ultimi tempi. Quali prospettive può comportare questa vittoria? Oltre alla soddisfazione di aver conquistato un derby, nonché aver tagliato definitivamente le gambe ai nerazzurri in ottica scudetto, la risposta potrà arrivare solamente dalle prossime partite, dove la squadra è chiamata a dare conferma alla prestazione di ieri sera, mostrando finalmente quella continuità di rendimento fino ad ora mancata, e che ha penalizzato pesantemente l’andamento e le ambizioni di questo campionato. Passiamo ora alle pagelle dei giocatori impegnati contro l’Inter:
Donnarumma 5,5: sulla sua valutazione pesa il pasticcio combinato in occasione del quasi contatto con Eder, che avrebbe potuto costare carissimo in caso di errata valutazione dell’arbitro. Sono comunque errori di gioventù, quasi di superficialità in virtù degli enormi mezzi a disposizione, che si inseriscono comunque in una prestazione dove il giovane ha saputo compiere anche cose degne di nota, come la paratona sul tiro di Icardi appena precedente al fallo da rigore commesso da Alex sullo stesso argentino.

Abate 6: prestazione poco appariscente ma ordinata, soprattutto da un punto di vista difensivo.

Alex 6: la valutazione resta sufficiente per via del gol dell’1-0 e, più in generale, di un primo tempo giocato ad altissimi livelli, dove non ha sbagliato praticamente nulla in ogni intervento effettuato. Pasticcia invece maggiormente nel secondo, dove in occasione dell’azione che porta al rigore prima si fa superare alle spalle da Icardi, e poi lo atterra ingenuamente quando l’argentino difficilmente avrebbe potuto rendersi ulteriormente pericoloso, rischiando tra l’altro la seconda ammonizione.

Romagnoli 6,5: a differenza del suo compagno di reparto è più costante nel rendimento, fornendo una prestazione solida in entrambe le frazioni di gioco.

Antonelli 6: come il suo collega sull’altra fascia, non si fa notare particolarmente in avanti, ma offre una prestazione solida quando si tratta di dover difendere.

Honda 7: per quanto in molti continuino a criticarlo per partito preso, il suo ruolo di equilibratore della squadra è sempre più importante ed evidente. Il giapponese si sta calando perfettamente in questa nuova dimensione, ripiegando diligentemente in fase difensiva senza, al contempo, far mancare mai il suo apporto alla manovra offensiva, grazie alle sue qualità tecniche che anche ieri si sono evidenziate in occasione dell’assist fornito ad Alex.

Montolivo 6: buona prestazione soprattutto in fase di interdizione, mentre quando c’è da impostare rimane sempre un po’ troppo nascosto, delegando ai due esterni di centrocampo questo compito.

Kucka 7: perfetto in fase di interdizione e nel fare legna, è comunque in grado di accompagnare con coraggio e determinazione la manovra offensiva con i suoi inserimenti, per quanto non sempre supportata da una lucidità nella giocata che manifesta i limiti tecnici che lo slovacco ha. Il voto va poi a premiare il ruolo di trascinatore emotivo che si sta ritagliando nella squadra, con la sua grinta che non manca mai di mettere in campo ogni volta che viene schierato, e che sembra essere davvero contagiosa per chi gli gioca intorno.

Bonaventura 6,5: una prestazione di sostanza sia quando si tratta di dare una mano in difesa, sia quando deve accompagnare la fase d’attacco della squadra. Anche quando non fa niente di trascendentale si conferma comunque una certezza, dando l’impressione di essere arrivato nella fase di carriera della piena maturazione

Niang 6: alterna buone giocate ad altre negative, dimostrando ancora una discontinuità di fondo nell’arco dei 90 minuti. Si prende comunque la sufficienza per il gol fatto, che chiude definitivamente la contesa.

Bacca 6,5: il solito cecchino. Tocca pochi palloni, ma conferma di avere una media realizzativa, tra occasioni avute e reti segnate, da grande attaccante.

Subentrati:

Balotelli s.v.: entra in campo, si fa ammonire quasi subito e sfiora il 4-0, costringendo Handanovic ad una notevole parata. Poco per dargli un giudizio.

Bertolacci s.v.: pochi minuti per dare una mano alla squadra. La sua esclusione in una partita così importante resta comunque una bocciatura netta, verso un giocatore che, fino ad ora, ha palesato dei limiti caratteriali provocati dall’indossare una maglia che resta comunque sempre molto pesante.

Boateng s.v.: impiegato giusto per far scorrere il tempo e dare un contributo nella protezione del risultato, gioca anche lui troppo poco per essere giudicabile.

Allenatore:

Mihajlovic 7,5: la vittoria di ieri sera è figlia dell’approccio all’avventura sulla panchina rossonera del tecnico serbo. Ha capito che deve puntare forte su un nucleo ristretto di giocatori, tra titolari e riserve, e questo ha cementificato il rapporto tra questi e lo stesso allenatore, segreto alla base di prestazioni che magari non esaltano per il gioco espresso, ma che si caratterizzano sempre per la grinta, la compattezza ed il cuore messo dalla squadra. Era un po’ quello che si chiedeva all’allenatore all’inizio della sua avventura, preso atto dei limiti qualitativi della nostra rosa, specie a centrocampo, e sta riuscendo in questo obiettivo.

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