In questi giorni di calciomercato, c’è un unico nome che viene accostato al Milan e su cui ci sono conferme ufficiali, quello di Andrea Ranocchia (foto da Wikipedia). Ai tempi del Bari, era considerato non semplicemente più forte di Leonardo Bonucci, ma anche il futuro della nazionale, una sorta di nuovo Laurent Blanc. L’Inter lo prese dal Genoa (che ne deteneva il cartellino) nel 2010 per una ventina di milioni di euro.
Per tutti (o quasi) si trattava di un affare e i fatti sembravano inizialmente dare ragione ai nerazzurri. Dopo un paio di discrete stagioni (discrete, non entusiasmanti, intendiamoci), Ranocchia subisce una clamorosa involuzione. Il difensore, alto e possente, non era mai stato un fulmine, ma aveva sempre compensato con la sua tecnica, il senso della posizione e la grande attenzione in campo. Oggi è un titolare inamovibile della panchina interista e, visti gli errori degni del peggior Bonera commessi nelle ultime stagioni, non c’è tifoso che osi criticare la scelta di Mancini. Lo vuole la Sampdoria, ma lui preferirebbe di gran lunga il Milan, che, un contratto almeno triennale a cifre faraoniche, si sa, non lo nega a nessuno.
È stato lo stesso Galliani a confermare che un altro difensore potrebbe arrivare per fare fronte all’infortunio di Rodrigo Ely (il comunicato sull’operazione ci ha consentito di sapere che è ancora un giocatore del Milan). Peccato che in estate, generosamente, l’ad rossonero abbia deciso di dare gratis Paletta all’Atalanta, appena 6 mesi dopo il suo acquisto. Da “colpo Milan” a prestito gratuito, per giunta a 30 anni, quando non si può usare la scusa che “deve maturare”. Funziona così, ormai.
Ma sì, prendiamo anche Ranocchia, facciamolo firmare fino al 2020 quando avrà 32 anni e poi, fra un paio di sessioni, potremo dire che “il mercato è bloccato, perché se non esce nessuno, non entra nessuno”. Facciamo un altro “colpo Milan” con la lungimiranza che ci contraddistingue. I titoli sono già pronti.
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