Tabelle Illusorie – di Gianni Monaco

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Guardo raramente il calendario, per il semplice motivo che per il Milan partite facili non ne esistono. Non esistono ormai da un pezzo: anche ai tempi di Ibrahimovic e Thiago Silva si soffriva maledettamente contro le piccole, per l’atavica incapacità della squadra di produrre gioco e “stare sul pezzo” 90 minuti. Non guardo quasi mai il calendario – dicevo – ma dopo la sconfitta contro la Juve ho voluto dare un’occhiata e ho pensato che, almeno, avremmo potuto chiudere il 2015 in modo dignitoso e restare ampiamente dentro la zona Europa League e aggrappati alla zona Champions. Poi ho sentito i deliri di Mihajlovic che ha parlato di 12 punti in 4 partite contro Sampdoria, Carpi, Verona e Frosinone, e lì ho messo da parte ogni sogno di gloria. Moltissimi tifosi, invece, fino a otto giorni fa, erano convinti che questa squadra – senza gioco, senza grinta, senza continuità, con una panchina che non farebbe la differenza neanche nelle serie inferiori alla Lega Pro – potesse ottenere 4 vittorie di seguito. Beata ingenuità.
Dopo il clamoroso successo contro una Sampdoria a pezzi, il Milan è tornato a fare il Milan, nel senso negativo naturalmente. Partita orrenda contro il Carpi, se si escludono una decina di minuti tra primo e secondo tempo. Gara quasi altrettanto inguardabile contro il Verona, dove, paradossalmente, la squadra ha giocato (parolone) meglio dopo essere rimasta (anche ufficialmente) in 10 uomini per l’espulsione di De Jong, della cui presenza non si era accorto ancora nessuno. Fanno bene i tifosi a lamentarsi per i torti arbitrali subiti nelle ultime due partite. Con direttori di gara più attenti e obiettivi, forse contro Carpi ed Hellas si sarebbe vinto, forse. Ma è inutile e infantile parlare di complotti: la verità è che gli arbitri, ormai, ci bastonano perché ci considerano una squadretta di metà classifica.
Sbagliato, naturalmente, punirci perché non siamo più una big. Ma non si cerchino alibi: il Milan, al netto dei torti subiti, al massimo avrebbe qualche punto in più in classifica, ma non sarebbe certo in lotta per i traguardi che la nostra storia reclama. E d’altronde, come potrebbe essere diversamente quando a centrocampo, escluso Jack, non c’è un solo giocatore capace di indovinare due passaggi consencutivi che non siano verso il portiere? E i terzini, vogliamo parlare di Abate e De Sciglio, che non azzeccano un cross nemmeno a triplicargli il già immeritato stipendio? E vogliamo parlare del povero Romagnonoli, affiancato da compagni di reparto sempre diversi, uno più imbarazzante dell’altro? Vogliamo parlare di Mihajlovic, che si accorge dell’inutilità di Montolivo dopo la bellezza di 78 minuti, dopo i quali un Milan esausto riesce a correre il triplo? Naturalmente non ditelo a Galliani, che per il peggiore capitano della storia rossonera ha pronto un rinnovo di contratto faraonico, che lo condurrà fino alla pensione.
Mi fermo qui, l’elenco delle sciagure sarebbe fin troppo lungo e la rabbia è tanta. Vorrei concludere regalando soltanto un gentile consiglio a Mihajlovic e ai tifosi. Guai a voi se considerate già vinta la prossima partita! Il Milan è riuscito nell’epica impresa di far sembrare il Carpi il PSG e il Verona il Bayern Monaco. Manca solo di trasformare il Frosinone nel Barcellona.

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