Come disse Cortés agli aztechi: “Non vi daremo fastidio, ci metteremo qui in un angolino tranquilli; voi continuate pure a farvi gli affari vostri”

Carlo PellicaniCare amiche rossonere che tanto mi seguite, cari amici rossoneri che seguite le mie care amiche rossonere, eccomi di nuovo a scrivere tra queste quattro mura virtuali; in questo paradisiaco angolo di web. Vi chiedo scusa se ultimamente sono stato latitante, ma tra la settimana della moda a Milano e la fiera del fungo chiodino a Cilavegna, per noi belli del mondo dello spettacolo è difficile trovare un buco libero per dedicarci alle nostre passioni. Ma ciancio alle bande, andiamo dritti al sodoma, parliamo di questo Milan che girare i maroni fa. Stendiamo un peto veloso sul risultato finale di San Siro contro il Napoli. Arrivato tra l’altro dopo un mezzogiorno di fuoco in quel di Genova la settimana prima; un pranzo indigesto, un piatto di spaghetti alla merda, per giunta scotti. Ma cosa diamine sta succedendo?!

A tutti noi può capitare un brutto periodo, una giornata storta, un lavoro fatto col deretano; i Queen nel 1982 incisero Hot Space per dire, Marlon Brando recitò ne L’Isola Perduta nel 1996, la signora Papi diede alla luce il piccolo Enrico nel 1965, si commettono degli errori nella vita insomma, ci sta. Come diceva quello là: “errare urbano est, perseverare? Sempre dritto, alla seconda rotonda giri a destra, dopo il semaforo sei arrivato. Al limite chiedi al benzinaio se ti perdi”. Chiarito questo concetto è assodato che le cose non ci girino per il verso giusto, e diverse persone hanno individuato nel solo Sinisa Mihajlovic il problema. Non un’idea originale dare tutte le colpe esclusivamente all’allenatore, va detto. A parte l’anno scorso che non abbiamo avuto nessun allenatore a cui darle, infatti il figurante è stato protetto, nascosto, difeso insensatamente da molta stampa e troppi tifosi. Quasi fosse stato un allenatore vero, addirittura.

Vedo oggi in giro gente accanirsi con godimento sui resti malconci del povero Milan. Come tanti piccoli stronzetti armati di bastoncini, che stuzzicano una nutria morente in riva al Naviglio Martesana. A proposito, so dove abitate e conosco i vostri genitori, fra pochi giorni sentirete mie notizie. Passi per quei tifosi che un giorno lo esaltano, il giorno dopo lo buttano nel cesso, si sa che i tifosi sono umorali, come tante checche isteriche incontrollabili; proprio come diceva sempre mio cugino Tiziano detto “ul pedriö”, per via del suo genoma X che gli permetteva di bere da due fiaschi di vino contemporaneamente. Egli diceva: “I tifosi fanno il loro mestiere, tifare e rompere i coglioni”. Io resto invece basito dal comportamento di certi miei colleghi della carta igienica stampata, oppure del tubo cateterodico, e anche quelli di nuova generazione, quelli che scrivono (a volte male ma spesso malissimo) sull’interdett.

Io mi rivolgo a voi, giornalisti che non siete altro, vorrei capire perché ci tenete tanto a palesare la vostra faziosità ad ogni vostro rigo scritto, senza minimamente nasconderla sotto il tappeto della vostra arcinota ignoranza. Faziosi interisti travestiti da premi Pulitzer di livello infimo. Faziosi gobbi nascosti sotto le mantelle e i cappelli dei cantori sportivi. Faziosi milanisti che recitano il de profundis a cadenza regolare, ai quali è stato tolto dalla panchina l’amico di tante notti in discoteca e pomeriggi di sole, mare e bagiane. Faziosi milanisti che suonano le trombe del trionfo nonostante il Milan venga trionfalmente trombato sul campo e a Casa Milan. O voi tutti, maledetti voi; ma quando vi guardate allo specchio la vostra coscienza non vi parla? O siete voi sordi? Non avete un moto di orgoglio, di amor proprio, tale da farvi sputare in faccia? Non sentite una spinta alle vostre spalle chiamata “etica del lavoro”, che vi faccia capicollare dallo scranno del “ve l’avevo detto io” dove vi siete posti con supponenza? Sappiate che mi fate ribrezzo, infimi Giuda, viscidi Grima Vermilinguo, siete la vergogna della categoria e non meritate rispetto.

Non date più ascolto, cari amici, a chi gode delle disgrazie del Milan di Mihajlovic e tenta di riabilitare un maldestro mestierante, per giunta asino, che ha fatto danni sia in campo che fuori e per un’intera stagione si è preoccupato principalmente di stendersi a pelle di leopardo davanti ai suoi datori di lavoro, tralasciando il rispetto verso i tifosi, che erano anche suoi, e la squadra che avrebbe dovuto allenare. Chi lo rimpiange o ha la memoria corta, o è in malafede, o è suo parente, o gli deve un favore, o è scemo. Che pena mi fa, come diceva Cocciante parlando di quel povero diavolo chiamato a soddisfare i capricci della bella… Stronza.

Ricordatevi che viviamo nella nazione dei: “Sacchi non mangerà il panettone”, “Maldini (Paolo) è finito”, “Capello è solo il portaborse di Berlusconi”, “Ancelotti è un perdente”, “Paolo Rossi è scoppiato, cosa l’hanno portato in Spagna a fare?”, “Gattuso è sopravvalutato”, “Pirlo in mediana farà prendere caterve di gol”, “con Papin, Savicevic e Baggio in rosa, si spaccherà in due lo spogliatoio”, “questo è l’anno dell’Inter”, “la Juve non ruba, torti e favori si compensano alla fine”, “Inzaghi è il miglior allenatore del dopo Ancelotti” Ecc. Ricordatevelo sempre con chi avete a che fare quando aprite un giornale, un sito o accendete la tv.

Dal canto mio, come ogni volta invito alla pazienza tutti, o almeno chi di voi abbia avuto la fortuna di nascere con un cervello sviluppato quel tanto che basta per comprendere la vita. Giudicate il presente, date alle fiamme il passato e non avvelenatevi il futuro. Il generale Putnik non è un rabdomante del gioco per buona pace di chi non nota questa differenza. Sono ancora convinto che la rosa sia buona per questo campionato, non eccellente ma buona, l’allenatore sia capace, serve solo pazienza, ma non ditelo a Galliani che quello lo va a prendere a Vicenza. Intendo la pazienza vera, non Michele. Anche se capisco che dopo tutti questi anni passati a prendere carciofate in faccia, l’ultima cosa che vorreste avere sia la pazienza, piuttosto un mitra, ma non Matri; sono nella vostra stessa situazione a novanta gradi, no trecentosessanta volevo dire. Io sono convinto che Mihajlovic abbia tutto per raddrizzare questa barca che pare si stia inabissando, l’importante è che chi deve remare remi nella giusta direzione, non so se mi spiego.

Carlo Pellicani
Twitter: @FinallyCarlo
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