Carissime amiche rossonere e voi altri tifosi che non siete altro, mi ritrovo oggi a dover commentare due partite del nostro amato Milan, che già per me sarebbe una fatica commentarne una, fate un po’ voi. Che cosa ci ha portato in dote questo bis di portate, o di partite, Milan-Palermo e Udinese-Milan? Innanzitutto va detto che abbiamo subìto soltanto 4 gol, così da raggiungere quota 8 su 5 giornate, non male. Per come si era partiti a inizio anno avremmo dovuto subirne almeno il doppio. Poi non dite che non guardo mai il lato positivo delle cose. Sempre 8 sono i gol segnati da inizio stagione. Non male, per come si era partiti avremmo dovuto segnarne almeno la metà. Vedete come si fa presto a trovare la gioia nelle piccole cose?
E’ stata una gioia per gli occhi e per il cuore, la prestazione del Cacofonico contro il Palermo, autore di una doppietta contro chi solitamente usa lupare; con quel colpo di testa alla Hateley che ancora adesso quando lo rivedo con la prospettiva della televisione, temo esca fuori a fil di palo. E invece entra. Entra tutto e ci rimane. E’ stata una gioia anche la prestazione di Mario Balòss a Udine, con quella punizione Swiffer che raggiunge gli angoli più difficili della porta e spazza via ogni granello di polvere. Tra loro c’è un certo Hit The Road Jack e non tornare indietro mai più. Voi lo sapete, ormai mi conoscete e ve l’ho già detto in passato, a questo ragazzo ci sono affezionato da tempo, per me è come un figlio adottivo. Un giorno gli chiesi di chiamare il nome in Giacomo Pellicani, ma mi disse che suo padre non era d’accordo. Dovetti accettare la sconfitta, ma il mio sentimento per lui non è variato.
Menzione speciale per i nostri due capitani, quello ufficiale ma ufficioso, quello ufficioso ma ufficiale. Il primo quello ufficializzato dalla società, con la fascia al braccio ritorna in campo in una posizione che ha fatto discutere tutti. I dubbi erano dovuti principalmente a quanto visto con Nigel energia pura, sulla tenuta della fase difensiva, ci si chiedeva: “ma se già con un frangiflutti di quella caratura davanti alla difesa si prendono gol così facilmente, figuriamoci con un giocatore che non fa del difendere e recuperare palloni proprio il suo marchio di fabbrica” ed infatti abbiamo visto che i gol si prendono lo stesso, ma è anche vero che serviva uno che sapesse lanciare il pallone oltre l’ostacolo. Riccardo cuor di melone ha fatto vedere che quella posizione gli calza a pennello comunque e che la manovra del Milan scorre meglio, e ci mancherebbe pure che non accadesse.
Ora invece tocca a Nigel adattarsi ad un altro ruolo, lo abbiamo visto a Udine. Come mezz’ala aveva già giocato in un paio delle sue prime apparizioni col Milan, prima di infortunarsi e saltare tutta la stagione. Non so se nella terra di Van Basten e nella squadra sbagliata di Manchester avesse già giocato in quella posizione, ma adesso spero riesca ad abituarsi e a prendere subito le misure, perché una squadra ha sempre bisogno del suo capitano in campo, quello vero, quello riconosciuto dalla squadra più che dalla società. Per questi motivi entrambi i capitani dovrebbero giocare sempre a mio avviso, almeno per ora. Non so voi cosa ne pensate.
Vedo in giro tante critiche feroci indirizzate a Topo Grigio, il nostro trequartista. Personalmente accetto e condivido quelle riferite alla scarsa propensione al tiro in porta, che finora non è stata una freccia nella sua faretra al contrario dell’anno scorso. Accetto e condivido quelle riferite alla sua scarsa propensione al cambio di passo, anche se va detto in questo caso che semmai il problema è dovuto alle aspettative più che al giocatore. Molti hanno ancora negli occhi le galoppate di Kakà e pensano che tutti i trequartisti debbano essere così, Honda non è un cavallo di razza, non ci si può aspettare che prenda palla, scarti tre avversari e vada al tiro, non l’ha mai fatto nella sua carriera, non vedo perché dovrebbe farlo adesso. Invece non accetto e non condivido le critiche su una sua presunta svogliatezza. Se c’è un giocatore che si sbatte ventiquattro ore al giorno è proprio lui, anche in partita. Non commettete l’errore di giudicare la lentezza di un giocatore con la svogliatezza.
Honda non ha i colpi di classe Kakà, né di Rui Costa, né di Savicevic, questo sarebbe il caso di ricordarcelo perché pare sempre che ci si aspetti da lui chissà che cosa, solo perché gli hanno messo sulle spalle la numero 10. Purtroppo è un periodo in cui alcune giocate non gli riescono, ma Topo Grigio è un giocatore generoso che si sbatte per tutti, quasi un Gattuso coi piedi migliori; non è scemo il generale Putnik se lo mette sempre in campo. Non lo fa per masochismo o per mancanza di alternative, lo fa perché Honda è un professionista esemplare (e visto che molti tifosi sono anni che si lamentano della mancanza di professionisti e per l’abbondanza di quaquaraquà, dovrebbero essere contenti quando ne vedono uno), lo mette in campo perché è anche grazie a lui e ai suoi movimenti in campo, se i centrocampisti trovano modo di inserirsi in area per andare al tiro in porta. Poi è chiaro che se a gennaio arriva Cristiano Ronaldo, o comunque qualcuno migliore di Honda, e ci sarà da fargli posto, Topo Grigio si può accomodare in panchina, ma ad oggi al netto degli infortuni e dei disponibili, il titolare è il giapponese. So che ad alcuni di voi può non farvi piacere, ma questo è.
Ora dopo 5 giornate ci ritroviamo settimi con 9 punti, a -6 dalla vetta, a -2 dalla Champions, e con tanta speranza di migliorare. Cosa? Sicuramente l’attenzione in fase difensiva, perché la cosa che fa rabbia è che i giocatori ci sono, per la serie A vanno più che bene, i movimenti difensivi sono stati ben assimilati, ma prendiamo gol su distrazioni ed errori stupidi ed evitabili. Sembra che il Karma goda nel punirci al minimo errore. Chissà cosa gli avremo fatto rispetto agli altri. Io guardo le altre squadre appunto, quando sbagliano qualcosa in difesa a loro va spesso di… Fortuna, per dire che l’attaccante avversario invece che buttarla dentro, la butta fuori o fa barba e capelli al palo. Da noi i palloni entrano sempre. Girerà prima o poi questa ruota? C’è tempo, bisogna vere fiducia e speranza! Non bisogna mollare mai. Guardate per dire, Paolo Rossi, che nell’82 cominciò male il mondiale, se avesse mollato se non avesse insistito con tenacia, forse non sarebbe stato premiato con quei gol che tutti ci ricordiamo e che ci fecero alzare la coppa al cielo. Ricordatevi del Liverpool nel 2005 a Istanbul, se si fossero dati per vinti e avessero mollato dopo quel 3-0 alla fine del primo tempo, sarebbe stato meglio per noi… Ma a parte questo, il senso credo lo abbiate capito.
Vi lascio con un quesito. Secondo voi oignons omelette avec des haricots Menez rimarrà o se ne andrà a gennaio?
Carlo Pellicani
Twitter: @FinallyCarlo
Su Facebook ci sono per le prime 50 telefonate, al modico prezzo che vedete in sovraimpressione
4 comments for “Come disse Vladimir Putin: “L’inverno sta arrivando””