Sono sconcertato, amiche, amici, ma soprattutto amiche rossonere. Ho vissuto i giorni antecedenti questo derby, con la stessa ansia di un bambino che attende l’arrivo del primo giorno di scuola: “che succederà?”, “mi ruberanno la merenda?”, “mi faranno portare in classe i Gormiti?”, “chi sarà il mio compagno di banco?”, “Ci saranno le attrezzature necessarie affinché dei bambini come me possano intraprendere il loro percorso scolastico e portarlo a termine con successo senza rischiare l’incolumità fisica e mentale e poter altresì conseguire l’esame finale con una media voto che vada dall’ottimo all’eccellente?”, “la maestra sarà figa?”, insomma le classiche domande che si pone un bambino che si appresta ad iniziare le elementari.
E con questo stato d’animo di attesa, ansia, eccitazione e anche un po’ di cagarella, mi sono apprestato a seguire il derby. Vi giuro non so cosa dire, ma cercherò di dirlo lo stesso. Innanzitutto credo siate d’accordo con me col dire che il Milan un paio di gol, se non tre, li avrebbe potuti e dovuti segnare. Solo nel primo tempo abbiamo visto tre occasioni clamorose capitate sui piedi magici di Luigi L’Adriano, che per chissà quale mistica motivazione non le abbiamo viste tramutarsi in gol, sono lì che gridano vendetta. Mi è rimasto in gola l’urlo di gioia che ancora adesso non so come farlo uscire, proverò con un paio di Campari col bianco di quelli giusti, che solo il mio barista di fiducia Giorgio detto “ul Pilòt” per via delle vistose maniglie dell’amore, mi sa preparare. Aggiungiamoci diversi spunti offensivi di buona fattura, con l’iva al 22%, che però non si sono concretizzati con l’ultimo passaggio decisivo per mandare in porta il cacofonico Carlo o appunto Luigi. Infine la doppia beffa. Prima segnano loro e neanche sanno come, ancora adesso si stanno riguardando alla tv per capire cosa sia successo, poi entra in campo Mario il Balòss e mica mi va a prendere un palo?
Certo, non lo nego, va detto che contro l’Empoli abbiamo vinto immeritatamente. Ci tenne a precisarlo subito a fine partita anche il nostro amato generale Putnik. Ma io dico, caro Karma, d’accordo farcela pagare, ma proprio contro l’Inter? Non potevi farci perdere immeritatamente contro il Sassuolo? Tanto ormai ci siamo abituati. E poi, caro Karma, se vogliamo dirla tutta, noi ti eravamo debitori di una vittoria immeritata, ma quelli là, quelli che strisciano per le vie di Milano, ti erano debitori di due vittorie immeritate. Ebbene, non voglio fare il tuo lavoro, caro Karma, ma se vogliamo proprio fare i pignoli, ci sarebbero prima loro.
Loro che a San Siro sono scesi in campo con la precisa intenzione di far giocare solo Jovetic; gli passavano il pallone ovunque si trovassero urlandogli “pensaci tu che io non so cosa devo fare”, già sul pullman, poi negli spogliatoi, sotto la doccia, era un continuo dare la palla solo a lui sperando che combinasse qualcosa. Si vede che gli piacciono particolarmente le palle. Noi invece abbiamo giocato da squadra, non eravamo il Barcellona di Guardiola o l’Olanda di Cruijff, ma non eravamo di certo il Milan del rabdomante del gioco “ammirato” lo scorso anno. Di questo dobbiamo andarne fieri. Però usciamo con una sconfitta a testa alta che brucia, di perdere a testa alta ne possiamo fare anche a meno, come lo sa bene la nazionale di rugby per dire. Si d’accordo, bravi, avete giocato bene, però per me è no, direbbe Mara Maionchi. E intanto gli altri vincono. Adesso vediamo di mantenere questo gioco, migliorarlo dove serve, ma soprattutto vediamo di buttare in rete qualche pallone! Per ora sono sereno, perché sono certo che il nostro generale Putnik sappia cosa fare, glielo leggo nelle orecchie.
Concludo con una citazione famosa del compianto Mahatma Gandhi, che io ho avuto il piacere di conoscere quando ancora faceva catechismo a Moncucco di Vernate: “Nessuno può farti più male di quello che fai tu a te stesso a meno che non giochi contro quella merda di Felipe Melo che se lo prendo Dio mio c’ho addosso un nervoso che mollami”. Buona settimana a tutti e sempre forza rossoneri, come oggi più di ieri, e di conseguenza meno di domani!
Carlo Pellicani
Twitter: @FinallyCarlo
Sono anche su Facebook sotto la voce “giornalisti d’assaggio”