Pulizie di fine stagione

cambio-di-stagioneCon la vittoria in quel di Bergamo, si è chiusa un’altra deludente stagione per il Milan, una delle peggiori (statistiche alla mano) dell’epoca Berlusconi, che ha visto la squadra restare fuori dalle competizioni europee per il secondo anno consecutivo. Le colpe di questo sfacelo sono già state discusse abbondantemente, focalizzandosi in particolare sulle responsabilità di società ed allenatore. Ma anche i giocatori hanno comunque svolto la loro parte, e questo sia riguardo alla qualità (…) delle prestazioni offerte in campo, sia parlando di atteggiamento e professionalità che troppo spesso non sono state all’altezza della situazione, del Milan e della sua tradizione.

Ben pochi sono stati quelli a salvarsi, e davanti ad una situazione del genere, la prima reazione del tifoso è quella di invocare una vera e propria rivoluzione, un repulisti netto che consenta al Milan di ripartire dai pochi meritevoli, liberandosi dei pesi morti che da troppo tempo indossano questa maglia. Posizione comprensibile ed in parte anche condivisibile, ma che si scontra con l’impossibilità (almeno allo stato attuale) di poter pensare ad uno stanziamento importante di capitali, in grado di ridisegnare nettamente il volto della squadra. Per questo sembra prospettarsi come maggiormente logica una “pulizia” progressiva, da attuarsi anno dopo anno.

Oltre ad una considerazione di carattere economico, da rivalutare in una ottica di eventuale cessione di quote societarie nel futuro, bisogna anche prestare attenzione a quelle che saranno le esigenze del futuro nuovo allenatore (pare ormai fatta per Mihajlovic), nonché ripartire da un ragionamento di fondo che può tornare utile in situazioni come queste: quando un contesto di squadra non è organizzato nel modo giusto, non riesce a stare in campo a causa dell’incapacità dell’allenatore, la gran parte degli elementi tende a rendere meno rispetto a quello che è il suo effettivo valore, non fornendo prestazioni che sarebbero nelle teoriche corde dell’atleta se inserito in un contesto meglio funzionante. Per questo non è da escludere a priori che, confermando diversi giocatori che hanno oggettivamente deluso in quest’ultima stagione, questi non possano rifarsi e tornare ad esprimersi a livelli adeguati al loro standard, guidati da un allenatore con idee chiare e valide.

Parto dal presupposto che una squadra, per poter ambire a traguardi importanti, debba avere una “spina dorsale” di spessore, che si ponga come ideale guida per il resto dei compagni. Ed in questo momento il Milan è coperto solo in porta, con Diego Lopez che, per rendimento e professionalità dimostrata, è stato uno dei pochi a poter terminare a testa alta questa stagione. Dietro di lui, considerando che un ulteriore anno di esperienza in A deve essere concesso a Gabriel, può essere accettabile un nuovo rinnovo di contratto per un Abbiati che, pur non dando particolari garanzie fisiche e tecniche, non dovendo partire come titolare avrà in teoria ben poche occasioni per scendere in campo, dato l’impegno su un solo fronte che si prospetta. Agazzi ovviamente è meglio che faccia le valigie quanto prima: di lui ricorderemo solo il folle acquisto del “Re del mercato”, con tanto di milione abbondante di ingaggio a corredo dato al giocatore. Una vera perla.

L’analisi si fa molto grigia passando alla difesa, dove manca un giocatore in grado di guidare il reparto, ma dove si possono trovare solo tanti buonissimi elementi che, per rendere al meglio, necessiterebbero di un leader al loro fianco. E mi riferisco ai vari Paletta, Mexes e Rami (quest’ultimo davvero deludente quest’anno, dopo i primi buoni 6 mesi in maglia rossonera): tutta gente che può tirar fuori la giocata positiva come compiere un errore sesquipedale all’interno della stessa partita. La situazione sembra essere meno grave per quanto riguarda i terzini, con Abate (a cui va comunque rinnovato il contratto) ed Antonelli che hanno fatto vedere spunti interessanti, e dove a mio avviso un ulteriore occasione a De Sciglio andrebbe concessa, se non altro visto chi probabilmente sarà il prossimo allenatore del Milan: uno con cui o ti comporti seriamente, facendo quel salto di qualità mentale che serve sempre per rendere al meglio, o con cui il campo lo vedi poco. Da cestinare senza troppi dubbi i vari Albertazzi, Zapata, Bocchetti, Bonera, Alex e Zaccardo, a causa o del valore mediocre del calciatore, o delle scarse garanzie fisiche date durante la stagione.

Anche a centrocampo la situazione è tutt’altro che rosea, e pochi sono i giocatori da cui si potrebbe ripartire. Uno di questi, uno dei pochi che può davvero meritare la sufficienza piena in questa stagione, è senza dubbio De Jong: l’olandese non sarà un giocatore che dà quella qualità che manca al centrocampo rossonero, ma garantisce polmoni, corsa e grinta, elementi che non possono mai mancare in una squadra che si rispetti. E per questo mi auguro che venga confermato, anche se le voci sul suo rinnovo del contratto sono molto contrastanti e non lasciano particolarmente ottimisti. Un altro giocatore che si è distinto per rendimento ed abnegazione è stato Bonaventura, il quale nonostante un contesto del tutto confusionario intorno a sé, è stato in grado di rendere forse addirittura meglio rispetto a quanto dimostrato a Bergamo in precedenza. Oltre a questi due, anche Montolivo, che ha giocato poco a causa dell’infortunio pre-mondiale brasiliano, è un giocatore da cui ripartire, se non altro per le proprietà di palleggio dignitose che ha dimostrato di possedere, pur non entusiasmando il sottoscritto a causa della carenza di personalità che ha contraddistinto la sua carriera. Da meglio valutare Suso, impiegato veramente troppo poco per poter esprimere un giudizio, Van Ginkel è un nome su cui sono decisamente combattuto: ha dimostrato lampi interessanti, alternati a prestazioni scialbe e forse troppo timide. Fermo restando che è destinato a tornare a Londra, e che quindi se lo si vuole tenere bisogna tornare a trattare con il Chelsea, io una seconda chance in rossonero gliela concederei, giocando anche sul fatto che parliamo di un ragazzo piuttosto giovane. Magari cercando di strappare una formula di acquisto maggiormente favorevole, e che non si limiti ad una operazione di “preparazione” del giocatore in favore degli inglesi. Tra quelli che, invece, sono da bocciare pesantemente, oltre ad Essien che non è più un giocatore del Milan già da qualche giorno, non confermerei nella maniera più assoluta Muntari e Poli: il primo solo per il fatto di essersi ammutinato nel finale di stagione, ponendo in essere un comportamento davvero vergognoso; il secondo perché, semplicemente, si è spesso dimostrato come un elemento insipido, senza particolari qualità, e non è da giocatori del genere che il Milan deve ripartire.

Guardando all’attacco, l’approssimazione del gioco rossonero ha nuociuto non poco alle prime punte avute in rosa quest’anno. Pazzini è stato in parte riscoperto a stagione in corso, ma considerando che va a scadenza e che, nelle ultime stagioni, è parso più un ex giocatore che altro, non lo confermerei. Ritengo invece che possa dare un buon contributo al Milan Destro, il quale in un contesto di scarsi rifornimenti alle punte qualcosa di decente lo ha fatto intravedere. Nel reparto esterni/giocatori di fantasia, in linea teorica il Milan è maggiormente coperto, con Menez ed Honda che, pur andando a corrente alternata, sono stati tra i pochi che hanno saputo dare brio alla manovra offensiva rossonera. Non sono del tutto convinto dalla figura di Cerci, sia per il valore del giocatore che per un discorso caratteriale, mentre su El Shaarawy si potrebbe fare il medesimo discorso affrontato con De Sciglio qualche riga sopra: un allenatore come Mihajlovic può pungolarlo e responsabilizzarlo, dandogli quella fiducia che è venuta a mancare intorno al “faraone” nelle ultime due stagioni. Fermo restando che è fondamentale che tutti i tasselli fuori dal campo siano andati apposto, senza ulteriori residui.

Oltre a chi c’era, tanti altri giocatori sono ancora in orbita Milan, pur avendo giocato in tutto o in parte in altri lidi in questa stagione. Gente come Birsa, Nocerino e Matri non è a mio avviso utile alla causa rossonera, ma può tornare buona per poter essere inserita come eventuale contropartita in qualche operazione di mercato, da affrontare nella prossima sessione estiva. Tra chi è in questo momento “fuori”, al di là del già citato Gabriel, ritengo che Ely e Niang possano tornare utili. Il difensore brasiliano ha disputato una ottima stagione con il sorprendente Avellino, e dopo 3 anni di cadetteria in continuo crescendo meriterebbe di essere quantomeno preso in considerazione per un posto nel Milan; l’attaccante francese, per le caratteristiche che ha, può dare una mano al reparto offensivo, avendo dimostrato a Genova che la porta riesce ad inquadrarla piuttosto bene, non limitandosi a visualizzare solo i 3 legni che la sostengono. Anche Saponara potrebbe dire la sua, dopo una seconda parte di campionato eccellente in quel di Empoli, ma la cifra non elevata fissata per il suo riscatto fa intuire come ben difficilmente il giocatore tornerà a Milano. Un’altra perla del “Condor”, insomma.

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