Sono qui che giro per il terminal 2 dell’aeroporto di Malpensa da venerdì alle cinque di mattina. Mi avevano detto che mr. Bee Tàcabàla sarebbe arrivato a momenti, invece poi è arrivato pochi minuti fa. Sono le 18:30 di domenica. Mi sono perso tutto il week end, varie feste della Liberazione comprese, aspettando colui che dovrebbe essere uno dei papabili chiamati a liberare il Milan del nostro grande Presidente Silvio Berlusconi, dal nostro grande Presidente Silvio Berlusconi e tutti gli uomini del Presidente, gran film tra le altre cose, da non confondersi con tutti gli uomini del deficiente, anche se con il Milan del nostro rabdomante del gioco come titolo ci casca a pennello.
Son qui da venerdì che giro, faccio colazione, pranzo e cena, dormo, mi rilasso, scrivo, telefono, rifletto, ma solo ogni tanto e faccio conoscenza con gran parte del personale dell’aeroporto. Ho scoperto che l’aeroporto funziona un po’ come una squadra di calcio, ci sono quelli che stanno in alto e quelli che stanno in basso, quelli che fanno andare i piedi e quelli che fanno andare la testa, ma tutta questa piramide di lavoratori sono organizzati per mandare avanti al meglio l’aeroporto in ogni suo aspetto. Aspetto in sala d’aspetto e mi salta alla mente questo aspetto, così non aspetto tempo e scrivo questo pezzo, anche perché è da un po’ che lo aspettate, non mi aspetto che lo capiate tutti ma mi aspetto che almeno vi possa piacere. Questo sarebbe un aspetto da non sottovalutare.
Sono in un bar, che non posso nominare, qui in aeroporto che guardo la partita del Milan a Udine coi miei nuovi amici, che non posso nominare, ma che vi dico sono tutti filippini tranne uno che viene da più lontano; Aosta. Alcuni di loro non seguono il calcio, non hanno mai visto una partita in vita loro e sono certo che dopo aver visto questa, non cambieranno idea. E’ stata dura spiegare loro che quella squadra verde tristezza e giallo cravatta non era il Brasile. E’ stata ancora più dura spiegare loro che una volta il Milan era una squadra che dominava in lungo e in largo per il vecchio continente europeo e anche oltre. Non ci volevano credere, e come dare loro torto? Però due filippini a fine partita mi hanno detto: “Quasi, quasi tifo Milan. Perché mi fa tanta pena” e mi sono tornati in mente dei cugini di tante manciate di anni fa che dicevano: “Tifo Inter perché mi fa pena, è una squadra sfigata”. Quanto mi faceva ridere quella cosa, quanto mi rattrista ora sentirla dire del mio amato Milan.
Come voi ho assistito in diretta, inerme, inebetito, indifeso, indignato allo scempio di Udine e al delirio psicofisico di PippomiomioPippomiopropriomio, che a fine gara ha iniziato a sparare più “mazzarrate” senza senso del solito, come fossero semini delle angurie, come uno sparapalline da tennis a motore, come un intervista di Massimo Ferrero, come un editoriale di Milan News. Non credevo ai miei occhi e alle mie orecchie, poi uno dei miei amici, quello di Aosta, mi ha detto che forse era colpa delle tre bottiglie di Chambave Rouge che mi ero bevuto in novanta minuti più recupero, per giunta a stomaco vuoto perché la cucina del bar era ancora chiusa. Non ero troppo convinto di questa spiegazione, allora sono andato a visitare un po’ di siti sull’internet; tutti riportavano le stesse parole del rabdomante del gioco che avevo sentito in televisione. Anche il sito di Tuttosport le riportava in modo fedele, se lo fanno anche loro, che stanno al calcio come Di Più TV sta alla narrativa anglosassone, era chiaro, palese, non era colpa mia e delle tre bottiglie di Chambave, era proprio il nostro padawan ad aver raggiunto e superato il livello jedi di Walter Mazzarri. Quindi preso dallo sconforto bevvi altre quattro bottiglie di rosso e persi definitivamente conoscenza.
Mi risvegliai intorno alle quattro di notte, di soprassalto e tutto bagnato. Anche sotto le ascelle. Avevo sognato una cosa tremenda. Mr. Bee arrivava a Malpensa, andava a Casa Milan, salutava tutti, poi tirava dritto verso Udine e comprava l’Udinese! E con mr. Lee che si faceva negare al telefono per i quindici anni successivi, il Milan restava in mano a Berlusconi e Galliani, che riconfermavano Inzaghi, riprendevano Matri, Robinho, Viudez e Mesbah, rinnovavano il contratto ad Essien e Muntari, scambiavano alla pari Diego Lopez con Luis Fabiano perché certi amori non finiscono e per finire vendevano Bonaventura alla Juve per due milioni! Per giunta a rate di dieci anni! Mi ci sono voluti diverse ore per riprendermi, anche perché più ci pensavo più mi rendevo conto di quanto fosse verosimile come sogno.
Ma ora mr. Bee è arrivato e mi dicono che non stia andando ad Udine, fin qui tutto bene dunque. Ora vedremo cosa ci riserverà il futuro. Settimana scorsa me lo sono fatto predire dalla maga Giordana di Vimercate, mi ha detto che dovrò prepararmi a tanti cambiamenti, soprattutto sul piano affettivo, e siccome io ho solo due affetti, il Milan e Amedeo, credo che la maga si riferisse al futuro della nostra squadra del cuore. A meno che non stesse parlando del mio cane, in quel caso spero non mi diventi un ragazzo padre e mi porti a casa dei cuccioli che non riuscirei a starci dietro. Tra l’altro sarebbe un bel mistero visto che l’ho fatto castrare mesi fa, spero non si metta nei casini con qualche furba che lo vuole incastrare solo per i soldi.
D’accordo, d’accordo, ho cercato di evitare l’argomento spinoso finora ma so che ve lo state chiedendo, cosa ne penserà il nostro amico Carlo di quello che è successo nel post partita, tra Inzaghi e i Ragazzi sul pullman? Ebbene io dico questo. Per prima cosa trovo sorprendente che nonostante tutto il Milan abbia ancora un pullman, non me lo aspettavo giuro. Ero rimasto che fosse finito dal rutamàt, e invece eccolo ancora lì, alaiv en chichin, come cantavano i Simpol Mains. Per il resto cosa volete che vi dica? Ogni giorno sembra che si sia toccato il fondo, invece qui continuiamo a scavare settimana dopo settimana, di questo passo andremo a trovare il signor Lee in Cina direttamente a mani nude. Così risparmiamo anche sui viaggi in aereo; che c’è bisogno. Ci troviamo in un momento storico in cui qualsiasi cosa accade è praticamente impossibile che non sia responsabilità di nessuno. I giocatori hanno la colpa di fare schifo in campo, il nostro rabdomante del gioco ha la colpa di metterceli e allenarli, la dirigenza ha la colpa di averli comprati e di averli dati in mano ad un mister che loro stessi hanno messo su quella panchina. Insomma dire che Inzaghi è una vittima, o che Galliani è una vittima, o che i calciatori sono vittime, o che i Berlusconi sono vittime, è una grossa baggianata. Non esistono vittime ma solo colpevoli, cari amici miei. Vittime poi di cosa se non delle loro stesse azioni? Qui occorre un repulisti generale e prima che le cose peggiorino in modo drammatico. Altro che!
Vi ricordo infatti che il nostro grande Presidente Silvio Berlusconi ci ha salvati da un’aula di tribunale, quindi non è detto che non sia lì che ci riporterà se non si danno una mossa Bee, Lee, Mee, Tee e Toni sion ndà da la tetòna. Tocca ripetermi anche stavolta: per questi colori, che dall’anno prossimo torneranno finalmente ad essere solo due, non c’è futuro finché presidente, dirigenza, allenatore e di conseguenza rosa, resteranno quelli che sono ora, tre se non tutte e quattro queste cose devono cambiare radicalmente e prima di subito. Prima di ieri. Perché oggi è uno schifo, domani può essere anche peggio. Che sarà? Che sarà? Che sarà? Che sarà di questa Milan che sembra l’Inter?
Ma non disperiamo, non andiamo a comprare la bara prima ancora di sentirci male. Con Bee o Lee o chi per lù, c’è una luce in fondo al tunnel. Come disse un vecchio saggio “eppur si muove”; no, non stava parlando di Muntari, non divaghiamo. Io credo nel Milan e la storia del Milan lo insegna, ogni volta che ci hanno dato per morti siamo risorti dalle nostre ceneri come delle fenici. Sarà ancora così, deve essere così! Basta con questi piani Marshall richiesti per tutti tranne che per noi! E chi siamo noi? Gli ultimi dei pirla?! Avremo anche noi la nostra rivincita! Ne abbiamo il diritto! Ce lo meritiamo! Forza e coraggio cari amici tifosi! Non è finita finché non è finita! E adesso sotto con queste ultime sei fatiche e poi tutti via a pedate nel culo! Forza Milan forza Drupi son finiti i Mario Venuti!
Carlo Pellicani
Twitter: @FinallyCarlo
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