I blucerchiati si presentano sesti, noi lontani e in rimonta: ci sono tutti i requisiti per contrassegnare il match come ultima chiamata per l’Europa. E’ andata com’è andata.
Vedere Silvestre e Mesbah titolari negli avversari dovrebbe indurre maggiore cautela nel bocciare categoricamente e sommariamente chi non fa bene nell’attuale Babilonia.
Diego Lopez 5,5 – Difficile dire se si stia più tranquilli tra i pali rossoneri o in un condominio sopra Rosa e Olindo. Gli attaccanti blucerchiati s’incuneano tra la nostra linea mediana e quella difensiva facendo vivere più d’un brivido all’estremo difensore spagnolo. Sulla rete avversaria non eccede in reattività ma si tratta praticamente di un rigore in movimento e le responsabilità non sono soltanto sue.
Abate 5 – La serata gli riserva tante sofferenze ma ben due possibilità di battere a rete. Le conclusioni non sono irresistibili: la prima murata, la seconda -di mancino- si alza abbondantemente. Concede due punizioni da posizione pericolosa e Inzaghi lo sostituisce per evitare guai peggiori.
De Sciglio 6 – Tanta voglia di fare, dialoga bene con Suso e mette in mezzo un bel cross. Considerando i minuti giocati e lo stato di forma, prestazione incoraggiante.
Mexes 5,5 – Pedina importantissima: intavola una lotta all’ultimo sangue con Okaka e si fa carico dell’impostazione di quasi tutte le azioni rossonere sopperendo le carenze del centrocampo. Mezzo punto in più per il tentativo in extremis di strappare i tre punti e un punto in meno per l’ennesima insensata rissa finale.
Paletta 5,5 – Sugli attacchi avversari balla tutta la squadra e Gabriel si fa spesso portare a spasso. Eto’o presidierà le sue notti insonni per un pezzo.
Antonelli 5 – Miglior innesto dell’ultimo mercato, anche perché la corsia sinistra era tra le falle principali della nostra formazione. Offre un’altra prova di grande consistenza ma tecnicamente è approssimativo e la manovra ne risente. Inoltre è suo l’errore che apre la strada al vantaggio doriano.
Van Ginkel 6,5 – Il ragazzo lascia intravedere doti eccellenti: gestisce la palla con classe cristallina, batte velenosamente a rete e si inserisce con ottimo tempismo. Peccato non averlo mai avuto in forma né potergli affiancare giocatori in grado di sostenerlo e di dialogarci in maniera adeguata. Da comprare sulla fiducia.
De Jong 6,5 – Affiancato da due palleggiatori, in fase difensiva deve farsi un mazzo che nemmeno Atlante: il reparto regge l’urto con i dirimpettai doriani soltanto a tratti e gli inserimenti di Eder ed Eto’o alle sue spalle sono taglienti come lame. Poi, nessuno sa come, rimette la partita in pari.
Bonaventura 5,5 – Partita con il freno a mano tirato. La paura di saltare il derby ne limita l’agonismo e in costruzione non parla la stessa lingua dei compagni. Si accende dopo l’assist per il pareggio casuale di De Jong ma è tardi.
Cerci 5 – Molto dinamico, ci prova in tutti i modi. Costituisce quel collante tra centrocampo ed attacco che non è stato El Shaarawy. Purtroppo non ne ricava granché ed il pubblico si spazientisce per le sue continue azioni personali e conclusioni imprecise. Parlando di uno sportivo, apprezzare le intenzioni non è propriamente lusinghiero. Adeguatamente catechizzato può farci fare un bel salto avanti. Tardivo, in ogni caso.
Suso 6,5 – Nessuno sa qual è il proprio limite ma soprattutto nessuno sa qual è quello di Suso e molti quando lo vedono aggirarsi per gli spogliatoi non sanno neppure chi sia. Dialoga bene con De Sciglio e fa vibrare il palo a Viviano battuto. Tanta voglia di far bene.
Menez 5 – Deve far tutto da solo, come al solito. E come al solito si accende raramente e illumina San Siro. Si tratta di un giocatore destinato a dividere sempre più i suoi estimatori dai suoi detrattori. Croce e delizia di questa sciagurata stagione. Stasera croce: tacchi e tunnel senza costrutto. Contagia Cerci.
Destro 5 – Molto isolato e poco utile. La squadra non lo supporta e Mattia viene annichilito dal duo Silvestre-Romagnoli. Esce in barella e con le pive nel sacco.
Pazzini s.v. – Solo un quarto d’ora per uno degli ex di turno. L’insipida prestazione di Destro ne fa rimpiangere il mancato impiego dall’inizio.
Inzaghi 5- – Come recita uno dei tanti proverbi orientali a cui faremmo bene ad abituarci “non è importante che il gatto sia nero o bianco purché catturi il topo”. Nel calcio, in particolar modo, sono i risultati a darti torto o ragione. La Samp è stata solidissima in fase difensiva, ha tenuto le chiavi del centrocampo ed è stata tagliente come una lama con la palla al piede. Il Milan balla e gioca a cazzo di cane. Due sono le cose: o la rosa della Sampdoria è superiore alla nostra in tutti i suoi effettivi o il nostro gatto è Hello Kitty. Per fortuna la dea bendata lo aiuta a rimettere la partita in pari, senza di lei non oso immaginare dove saremmo.