Come disse Di Caprio alla notte degli Oscar: “Non importa, anche Ferguson ci ha messo sette anni a vincere qualcosa con lo United”

Carlo PellicaniHo aspettato diversi giorni prima di scrivere questa mia missiva elettronica indirizzata a voi tutti miei fèns e cari tifosi del nostro amato Milan. Il motivo è molto semplice, appena finita Palermo-Milan col vittorioso risultato delle truppe rossomagentamalvamelogranonere ma per l’occasione bianche, ho ricevuto una mail anonima, al suo interno poche righe: “Scrivete a più non posso articoli che esaltino ogni qualità conosciuta di Filippo Inzaghi, dobbiamo far in modo che l’opinione pubblica ci ripensi e sia propensa ad averlo come allenatore del Milan anche il prossimo anno”; voglio essere sincero con voi, non è la prima mail che ricevo di questo tenore. Ne ho ricevute in passato e ne ricevo tuttora anche su Galliani e Berlusconi, so per certo che tutti i miei colleghi giornalisti le ricevono, anche più volte al giorno. Ricordo con divertimento quel periodo in cui per esempio venivamo tempestati di spam su Antonini: “dite che Antonini è giovane”, “dite che Antonini è da nazionale”, “dite che Antonini ricorda Maldini, possibilmente Paolo”, “dite che Antonini è una povera vittima di Allegri”, quanti ricordi. Che poi solo uno di noi lo faceva. Ma torniamo all’oggi; ebbene questa volta voglio seguire l’onda dei miei colleghi e sulla scia dell’entusiasmo che ha portato questa seconda vittoria di fila, avvenimento che non capitava da circa sei mesi, voglio parlarvi delle qualità di PippomiomioPippomiopropriomio.

Ricordo a voi tutti che il nostro rabdomante del gioco viene da una gavetta importante tra le fila della primavera del Milan e prima ancora degli allievi nazionali, questo per dire che mica ha allenato poco, se contiamo poi che è allenatore della prima squadra dal 9 giugno del 2014, capite anche voi che sono ben 10 mesi che è un allenatore di Serie A, insomma, mica il primo pirla che passa per strada. Diciamo il secondo.

Ricordo a voi tutti che in carriera ha già vinto diversi trofei. La Scopigno Cup con gli Allievi Nazionali, il Torneo di Viareggio con la Primavera, e non meno importanti il Trofeo Tim e Il Trofeo Berlusconi lo scorso agosto, infine anche il Trofeo Bernabeu  asfaltando il Real Madrid di Ancelotti, non uno a caso. Questo per dire che abbiamo in panchina un allenatore vincente, insomma, mica il primo pirla che passa per strada. Diciamo il terzo.

Ricordo a voi tutti che ha già vinto 11 partite da quando allena la prima squadra, 10 in campionato e 1 in coppa Italia, quindi siamo già in doppia cifra ad aprile. C’è gente quest’anno che non può dire lo stesso, tipo il mediaticamente più protetto Donadoni, o il mediaticamente più esaltato Zeman, o il mediaticamente più amato Malesani, cosa ha vinto Malesani quest’anno? Eh? Ditemi voi! Inzaghi non è mica il primo pirla che passa per strada. Diciamo il quarto.

Ricordo a voi tutti che siamo soltanto ai primi di aprile e stilando la classifica degli allenatori più vincenti della storia del Milan, il nostro rabdomante del gioco si è già messo in fila dietro alle spalle nomi illustri come Giuseppe Santagostino e Giuseppe Marchioro, Luigi Radice e Paolo Barison, Giovanni Cattozzo e Francesco Zagatti! E se mantiene questa strabiliante media potrebbe riuscire a superare Ferdi Oppenheim entro il 2016! Quindi insomma, mica il primo pirla che passa per strada. Diciamo il quinto.

E che dire di quando offre da bere a tutti gli amici al bar, che tanto lui non beve, e quando si fa tardi, tipo le dieci e mezza, li riporta a casa tutti uno per uno con la macchina? E che dire di quando è in fila alla cassa del Dì Per Dì e lascia passare avanti le signore anziane, disabili, incinte, con un grave problema di tossicodipendenza e paga la spesa per loro? E che dire di quando il nostro Presidente Silvio Berlusconi ha solo pezzi da cento euro e il trans non ha il resto e Pippo dice “lascia, offro io che ho i cinquanta”? E che dire di quando va in piazza Duomo e compra tutte le bacchette telescopiche per gli smartfon, i braccialetti colorati e le statuette degli elefantini? E che dire di quando aiuta gli zingari ai semafori a lavare i vetri di tutte le auto in coda?

Questo è PippomiomioPippomiopropriomio, un ragazzo semplice, un ragazzo d’oro, anche senza il kimono; un ragazzo di strada e tu ti prendi gioco di lui; un ragazzo di campagna, un ragazzo in due, ormai ama noi; un uomo vero, un uomo da marciapiede, un piccolo uomo, non mandarlo via. Insomma lui, Inzaghi, Pippo, il rabdomante del gioco, il re di coppe, mica il primo pirla che passa per strada. Diciamo l’unico.

Carlo Pellicani
Twitter: @FinallyCarlo
Mi trovate anche sul Facebook, ma non cercatemi tra i gruppi dei tinegers che si fanno i selfi in bagno

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