Come disse Giovanna D’Arco: “Non fa un po’ caldo qui?”

Carlo PellicaniNon c’è niente da fare, il nostro Grande Presidente Silvio Berlusconi continua a non essere seguito nelle sue illuminanti raccomandazioni. Lui l’aveva detto, lui lo sapeva, lui aveva indicato le linee guida: “Lasciate perdere il Milan” e contro il Cagliari siamo andati a vincere. Non ditemi che è colpa sua, lui le cose le dice se poi gli altri fanno di testa loro che colpe ne ha? L’aveva detto prima della partita, durante la partita tramite collegamento sensoriale con tutti i giocatori e l’ha ribadito dopo la partita, eppure niente da fare, abbiamo vinto lo stesso. Dunque è evidente che questa sia una squadra di sovversivi e ritengo ormai necessario smantellarla da cima a fondo e rifarla daccapo.

In questo può e deve tornare utile il nostro esperto di cravatte gialle Marinella, completi blu Tincati e pelata rosa shoking Adriano il rapace in cerca di carogne Galliani. Lui e solo lui può fare tabula rasa e ricostruire dalle ceneri. Un Valdifiori qui, un Baselli la, una mano alla cintura, una mano alla cabeza, una mano alla mazzetta, un movimento sexy, ed in men che non si dica il Milan 2015-2016 sarà pronto per una nuova ed entusiasmante stagione. Certo che bisognerebbe sistemare anche la panchina.

PippomiomioPippomiopropriomio contro il Cagliari ha presentato una grossa novità che secondo lui è stata determinante per la vittoria finale, non era vestito da pirla. Secondo il nostro rabdomante del gioco, diminuendo il suo allure da sfigato della Serie A capitato per caso in un mondo che non conosce, i giocatori in campo hanno saputo vederlo come un serio condottiero e non come la versione milanista del Tognèlla. Il nostro mister ha detto poi che il prossimo passo sarà anche dire cose intelligenti nei pre e post partita. Ma quello sarà un percorso più difficile, forse è più semplice per lui far capire ai giocatori a chi passare la palla quando ce l’hanno tra i piedi, il che è tutto dire.

Servirà un nuovo allenatore dicevamo, uno che magari oltre a vincere contro le tre pretendenti per la Serie B, riesca quanto meno a fare risultato anche con un paio di squadre più su in classifica. E non valgono le amichevoli contro il Real Madrid o il Milan B. Si parla di Sarri, si parla di Mihajlovic, si parla di Montella, purtroppo si parla pure di Conte, anche se lui non capisce di cosa si parli, non è la sua lingua. Io sinceramente non so chi possa arrivare tra questi, può anche darsi che da qui a maggio ne spuntino fuori altri, di sicuro, ve lo posso mettere per iscritto (e infatti lo sto scrivendo), sarà un’impresa titanica fare peggio di Inzaghi. Quindi a meno che non si riesca a prendere un allenatore ancora più scarso, possiamo stare sereni, per quanto possibile.

Va detto che prima di tutto dovremmo almeno sapere di che morte dobbiamo morire riguardo alla dirigenza. Oddio conoscendo il morale di molti tifosi, di che morte dovrebbero morire i nostri dirigenti ne ho lette di tutti i colori, ma sorvoliamo. Il nodo cruciale di tutta la faccenda, la prima pietra su cui poggerà la nuova chiesa rossonera, le fondamenta da cui ricostruire un nuovo impero milanista, stanno tutte lì, a chi verrà dato in mano questo Milan? Ancora a Berlusconi e Galliani insieme al “pirla dalle dubbie origini lombarde che tace e mette i milioni”? Oppure ci sarà una clamorosa cessione delle quote di maggioranza ad un altro “pirla di dubbie origini lombarde che mette i milioni ma forse non tace”? Ed in questo caso, che fine farà Galliani? Si lascerà morire di fame e di stenti come uno dei due passerotti inseparabili una volta che Berlusconi avrà lasciato tutto in mano al nuovo proprietario? Oppure rimarrà saldo in testa a dettare leggi sul mercato rossonero?

Ragazzi miei purtroppo per noi la situazione è questa, finora abbiamo scherzato, ma finché non sapremo cosa ne sarà della nostra dirigenza, finché le voci non diverranno fatti concreti, abbiamo così da discuterne del nuovo allenatore, del nuovo attaccante, del regista, di chi resta di chi va. Mettete il caso che arrivi un magnate cinese che compra tutto il Milan e dice: “Ma sapete che secondo me la rosa va bene così? Al limite monetizziamo il monetizzabile e mettiamo un paio di primavera in prima squadra, per il resto è a posto. E Inzaghi mi sta pure simpatico, lo tengo. Investo tutti i miei soldi solo nello stadio e lo faccio costruire in via Paolo Sarpi dai miei parenti” Passi per lo stadio, per il resto ci sarebbe da spararsi sui piedi. Non so voi ma io un’altra stagione come questa non riuscirei a reggerla, anche perché ormai inizio a sentire il peso dell’età, mi sembra di avere Robinho avvinghiato sulla schiena come uno zaino Invicta delle medie. E allora dico io, cinese, tailandese, portoricano, americano, bulgaro, costaricano, corso, sempione da qualunque posto provenga, almeno che ci tolga questo fardello dalle spalle, andiamo in giro talmente curvi che c’è chi ci chiama gobbi, e non è bello, non è bello. Vogliamo una dirigenza sana, appassionata, volenterosa di crescere e far crescere il Milan attraverso il bel gioco e le vittorie, ritengo che ce lo meritiamo per tutte le sofferenze e i patimenti che l’attuale dirigenza ci sta facendo passare da troppi anni.

Concludo uscendo un po’ dal tema Milan, ma forse neanche tanto. Vedo tanta gente scannarsi per quanto riguarda gli oriundi in Nazionale, premesso che per come biascica l’italiano pensavo anche Conte fosse oriundo, io credo che alla maggior parte dei tifosi dell’italico stivale, anche quelli che parlano di etica sportiva, di attaccamento alla nazione eccetera, interessi soltanto vincere. Conosco gente ancora adesso innamorata del Camoranesi campione del mondo e incazzata col Roberto Baggio che sbagliò il rigore contro il Brasile. Questo per dire che se giochi con Luca Toni o con José Altafini, alla fine della fiera a tanti conta solo il trofeo che sollevi al cielo a luglio. Personalmente ritengo che se un giocatore è bravo e fa la differenza, se posso convocarlo in nazionale lo convoco, per dire se Messi o Cristiano Ronaldo avessero i nonni italiani avrei fatto carte false per farli giocare in nazionale, volevo vedere poi quanti stavano li a fare le pulci alla nazionalità della pulce. Voi giustamente direte che non ci sono oriundi che fanno la differenza, e questo è vero, ma non ci sono neanche italiani. O forse sbaglio? Abbiamo forse degli italiani, italiani, italiani tra quelli normalmente non convocati che troviamo scandaloso non vederli con la maglia azzurra? Abbiamo forse dei Nesta in giro per il paese? Degli Ancelotti? Dei Rivera? Dei Riva? Degli Zoff che sono a spasso durante i mondiali e gli europei per lasciare spazio a degli oriundi? Io non ne vedo. Bene o male il livello di tutti i giocatori italiani nel giro della nazionale è lo stesso. Togli uno metti un altro non cambia molto la situazione. Lo stesso dicasi per gli oriundi appunto. E allora diciamo le cose come stanno, il problema non sta nel paese di nascita di chi indossa la maglia della nostra nazione, il nostro vero problema è che non facciamo crescere i nostri campioni. Vi lascio infatti con un quesito, Verratti oggi sarebbe in nazionale se quell’anno invece che passare dalla serie B direttamente al PSG, fosse rimasto al Pescara a lottare per non retrocedere?

Carlo Pellicani
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