Nel secondo anticipo della 28esima giornata di serie A , giocato in un San Siro silente e semi-deserto come da consuetudine, con una curva sud in piena protesta contro la società (buongiorno, eh) il Milan supera 3-1 il Cagliari, affacciandosi ai margini della zona Europa League, pur con un ritardo di punti ancora molto ampio che lascia, quindi, ben poche velleità allo stato attuale. La vittoria conseguita contro i sardi è un brodino, che aiuta si a mantenere un minimo di serenità nell’ambiente rossonero ma che, al contempo, non fa registrare dei veri passi in avanti sul piano del gioco espresso dalla squadra. Anche stasera, infatti, il senso di disorganizzazione negli 11 in campo è stato piuttosto palese, con un Milan che è vissuto di fiammate ed è stato in grado, se non altro, di essere cinico al massimo, concretizzando quel poco che si è riuscito a costruire, con l’eccezione degli assurdi errori nel finale di partita di Pazzini e Cerci. Menomale che davanti c’era una squadra ancora più improbabile della nostra, con una fase difensiva Zemaniana perfettamente riconoscibile ed una mediocrità generale lapalissiana. Un Cagliari che, tra l’altro, con questa nuova sconfitta si trova sempre più in acque agitate, e dovrà sperare in una sconfitta dell’Atalanta a Napoli per mantenere inalterate le distanze dalla zona salvezza.
Digressione sugli avversari a parte, passiamo ora alle pagelle dei nostri baldi eroi in maglia rossonera:
Diego Lopez 6: sostanzialmente inoperoso, incolpevole sul gol di Farias.
Abate 6: discreta gamba, se consideriamo che è al rientro dopo un lungo stop, si è distinto maggiormente più per l’apporto difensivo che per quello offensivo.
Paletta 5,5: un buco ad inizio partita che per poco non permette a Sau di andare in rete, poi poche altre sbavature. Il voto è dato soprattutto da quella perenne sensazione di insicurezza che da.
Mexes 6: sempre abbastanza preciso nelle chiusure, segna anche un pregevole gol che riporta in vantaggio la squadra. La prestazione è però sporcata dall’episodio del momentaneo pareggio di Farias, dove si viene lasciato in balia di un avversario più rapido di lui, ma dove un difensore di questo livello mai dovrebbe girarsi sulla finta dell’avversario, facendosi saltare come un palo della luce. Croce e delizia, insomma.
Antonelli 6: nel primo tempo si propone spesso in avanti, ed è uno di quelli con maggiore corsa. Nella ripresa lo si vede meno in fase offensiva, restando maggiormente in copertura dove qualcosa, per la verità, paga.
Poli 6: una partita sulla falsariga di Antonelli: inizio positivo, con un ottimo dinamismo, salvo poi calare un po’ alla distanza.
De Jong 6,5: il solito muro in fase di contenimento. Il fatto che lo stadio si scaldi alla sua uscita, tributandogli addirittura una sorta di “standing ovation”, la dice lunga sull’apporto dato.
Van Ginkel 6,5: il Justin Bieber d’Olanda fornisce una prova convincente, specie in fase di contenimento e cercando, al contempo, di proporsi in fase offensiva, non con la stessa efficacia. Sta dimostrando, comunque, di meritare le occasioni che Inzaghi (finalmente) gli sta concedendo.
Honda 4,5: non azzecca praticamente nulla, ed il tutto è amplificato dalla “classica” solita lentezza di azione. Da uno dei pochi uomini di qualità della squadra ci si aspetta decisamente qualcosa in più.
Destro 5,5: è sempre difficile giudicare le sue prestazioni, perché di palloni giocabili ne riceve pochi. Si impegna, prova a rendersi utile in fase di sponda o per far salire la squadra, ma all’atto pratico non incide.
Menez 6,5: nel primo tempo è discontinuo, ma riesce a sbloccare la contesa con un gran bel tiro a giro. Nel secondo tempo è più presente e maggiormente al servizio dei compagni. Come sempre insomma, pur con i suoi atavici limiti, è lui che deve togliere le castagne dal fuoco.
Subentrati:
Cerci 5,5: bruciante nell’azione che porta al rigore del 3-1 (che non c’era, tra l’altro), ridicolo in occasione del gol mancato tirando in bocca a Brkic. Per trovare più spazio, magari certe occasioni sarebbe meglio concretizzarle.
Pazzini 5: tocca un pallone, solo da spingere in rete, e lo tira addosso a Brkic. Bene ma non benissimo.
Essien s.v.
Allenatore:
Inzaghi 5,5: mi trovo sinceramente in difficoltà a dargli un voto positivo, nonostante tutto. Perché questa squadra, quest’anno, gioca da cani pure quando vince, come accaduto anche stasera del resto, dando quasi sempre l’impressione di affidarsi al caso, all’episodio, ma mai arrivando al risultato convincendo pienamente. Una piccola nota di merito è il fatto che sta dando un minimo di fiducia a Van Ginkel, e l’olandese sta fornendo delle prestazioni positive. Certo, il tutto è nato casualmente per via dell’assenza di Montolivo, però accontentiamoci.