Milan – Parma: 3-1 (01/02/2015). Le pagelle:

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1) Gli acquisti del mercato invernale sono relativamente giovani e idonei a rimpinguare reparti in cui la rosa è particolarmente sguarnita. Niente figurine e niente alcolizzati.

2) Le dirette concorrenti per un posto in Europa rallentano il passo.

3) Ospitiamo gli ultimi della classe, debilitati da una lotta intestina e con il morale sotto i tacchi.

Ci sono tutti i presupposti per mettere in cascina tre punti buoni per l’umore e per la classifica, rispolverando le velleità di rimonta verso un futuro meno tenebroso. E’ stata dura, ma tutto è bene quel che finisce bene, per quel che possa servire.

DIEGO LOPEZ 6,5: Chiamato in causa nei primi minuti, poi si rivede solo in occasione del gol ducale dove non può fare miracoli: il tiro è da posizione angolata ma da distanza ravvicinata, prova ad opporsi e la fortuna non lo aiuta. Si aiuta da solo sul finale di primo tempo compiendo un autentico miracolo. Bello avere un portiere.

ZACCARDO 6,5: L’epidemia di infortuni lo manda in campo dopo un avvio di stagione da ricordare solo per il rifiuto rifilato proprio al Parma nella “zona condor” del mercato estivo. Nel primo tempo è la sua corsia quella che soffre di più: il triangolo Gobbi-Rodriguez-Palladino spadroneggia, complice anche il contributo impalpabile di Honda e Van Ginkel. Quando si scalda per la sua ex-squadra son guai: imbecca Destro che cerca una spettacolare rovesciata, si procura il rigore, segna un gol che viene annullato ed un altro che chiude il match. Campione del Mondo.

RAMI 5: Sta diventando triste consuetudine quella di giocatori che disputano una prima stagione su ottimi livelli, illudendo l’ambiente di aver risolto i problemi, e poi si perdono per strada. Il difensore che aveva rinforzato la difesa della passata tragicomica annata si riscopre tatticamente distratto ed approssimativo in impostazione. Sul finire del primo tempo la spettacolare scivolata su Palladino è più che compensata da un imperdonabile svarione difensivo che rischia di costare caro.

ALEX 5,5: E’ a disposizione di Inzaghi ad intermittenza e di conseguenza è lontano dalla forma migliore, problema di non poco conto per un calciatore della sua stazza. Compensa con l’esperienza distinguendosi in un paio di chiusure eleganti, ma nel complesso il reparto non trasmette affatto una sensazione di sicurezza. Meglio nella ripresa, più protetto dal centrocampo e con più soluzioni verso le quali aprire.

BOCCHETTI 5: Bocciato Armero ed infortunato De Sciglio, Bocchetti è l’acquisto che serviva ma l’esordio è piuttosto timido. Poche le iniziative offensive e tante le pene che soffre per mano di Varela. E’ lui a farsi anticipare da Nocerino sul temporaneo pareggio ducale.

POLI 5: Poco efficace in entrambe le fasi: lui e Van Ginkel vengono sopraffatti da un Parma corto, aggressivo e ben organizzato. Sostenuto da Essien si trova più a suo agio, ma in impostazione è comunque poco preciso e finisce per demandare tutto al ghanese. Non basta.

VAN GINKEL 5: Avrebbe certamente bisogno di giocare con maggiore continuità perché lascia intravedere doti tecniche deliziose, quelle del play maker che tanto ci manca. Ma lo spazio bisogna meritarselo e lo spezzone odierno è nettamente insufficiente: il Parma gli passa sopra. Sa benissimo che con la difesa schierata non si crossa dalla trequarti, ma sa anche che la trappola del fuorigioco può fare cilecca e che il portiere può uscire a banane: su sua imbeccata per pochissimo Destro non insacca.

ESSIEN 6: Entra per dare solidità alla fase difensiva e profondità alla fase offensiva, ma il suo biglietto da visita è subito un passaggio sballato, seguito da numerose altre imprecisioni e una palla persa che lancia il contropiede avversario. Eppure, anche se pericoloso e pasticcione è proprio lui a cambiare completamente volto al match: con il centrocampo ducale che perde vigore l’ingresso della coppia ghanese ribalta i rapporti di forza.

HONDA 5,5: Non ci siamo: poco sostegno e poco costrutto, nel primo tempo in grossa difficoltà come tutto il reparto. Il Parma porta palla quasi sempre sulla sua corsia di competenza. Dirottato sul versante opposto si rivela più efficace e incisivo nonostante la buona guardia di Santacroce in serata di grazia.

CERCI 6,5: Partita dai due volti. Vuole giocare a tutti i costi e il mister lo accontenta. In avvio la sua grande determinazione non sfocia in una prestazione positiva visto che perde quasi tutti i duelli. A metà primo tempo viene dirottato sulla destra dove si rivela subito più efficace costringendo Lucarelli al fallo tattico che gli costa il giallo. Secondo tempo da vera spina nel fianco e corsia sinistra ducale tenuta sotto scacco.

MENEZ 7,5: Per sostenere la fase difensiva e portare palla retrocede il suo raggio di azione di tanti metri. Per tutto il primo tempo è il solo motore dell’azione, peraltro a metano. Sblocca il match con un rigore dalla precisione chirurgica, come il fendente che riporta il diavolo in vantaggio. E’ il solito Menez tutto o niente, geniale o disastroso, applausi o bestemmie. Questa sera tutto, genio e applausi: doppietta, assist e tanto lavoro sporco. Esce accompagnato dalla standing ovation di un San Siro in versione “pochi intimi”.

PAZZINI s.v.: Entra a risultato acquisito e Parma stanco e scoraggiato.

DESTRO 5,5: Tanta voglia di mettersi in mostra all’esordio e tanto movimento in cerca di palloni da giocare che tuttavia latitano. Per poco non riesce ad insaccare quei pochi che si presentano, sfiorando il gol su cross di Van Ginkel e facendosi anticipare da Santacroce sul finale del primo tempo. Rientra negli spogliatoi con le pive nel sacco, ma il suo supporto fa benissimo a Menez.

MUNTARI 6: All’atto pratico, l’ignoranza sua e di Essien si rivelano più utili dell’educazione di Poli e Van Ginkel, complice anche il calo fisico del Parma. Nell’occasione non combina guai.

INZAGHI 5,5: Cambia -finalmente- disposizione e schiera -finalmente- un attaccante centrale, ma grazie a maggiori pressing ed organizzazione è il Parma, ultimo della classe, a prendere subito le chiavi del centrocampo. Molto da rivedere sotto il profilo dell’organizzazione di gioco: il diavolo regala praticamente un tempo agli avversari. Sul finire del primo tempo inverte Cerci ed Honda e nell’intervallo rafforza la mediana con Essien: entrambe mosse azzeccate, che però non tolgono le castagne dal fuoco: a salvarlo è ancora una volta il genio di Menez, schierato a supporto di Destro. Mezzo punto in meno per il cambio Destro-Muntari: inequivocabilmente la mossa di chi si caca sotto.

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