Silvio Berlusconi, il nostro Grande Presidente, prima di questa sfida all’ultimo sangue di coppa Italia non si è fatto sentire. È un peccato mortale non poter attingere entusiasmo dai suoi lombi. Il suo enturage ci ha fatto sapere però che prima della partita ha chiamato il nostro rabdomante del gioco al telefono: “Oh Pippo…” Avrebbe detto: “Pippo. Perché sei tu Pippo? Rinnega il tuo nome, rinnega il tuo ruolo. Ti aspetto a casa stasera che ho chiamato un paio di cubiste ucraine diplomate a pieni voti nella scuola per contorsionisti circensi. Mi dicono che ti fanno di quelle cose che quando hanno finito non riesci più a ricordarti come ti chiami.” E con queste parole di speranza, l’orgoglio del mister si è ingrossato ed è arrivato carico di entusiasmo e determinazione a San Siro. Ma non è servito a niente visto che alla fine ancora una volta abbiamo perso. Questa volta non solo una partita ma direttamente un trofeo visto che siamo usciti dalla tanto ambita coppa Italia, la quale vincendola ci avrebbe permesso di entrare nell’Europa che conta meno, ma sempre Europa si tratta. Quella stessa Europa che la scorsa stagione hanno deciso di snobbare per evitare di giocare il giovedì che poi i nostri Ragazzi sono stanchi.
Il gioco del Milan, se così lo possiamo chiamare, ricorda uno stalker rincitrullito che cerca l’ex fidanzata delle medie sui social network, cerca, cerca, cerca, si addormenta sulla scrivania, poi si risveglia di soprassalto, cerca, cerca, cerca, il gatto gli salta sulla tastiera e deve ricominciare da capo, cerca, cerca, cerca, gli scappa la cacca e va in bagno, poi torna e cerca, cerca, cerca, salta la corrente, si spegne tutto, torna la corrente, cerca, cerca, cerca, poi alla fine la trova! Eccola lì! E lui cosa fa? Si guarda due foto, si fa una risata e poi va a dormire che è tardi e domani deve andare a lavorare presto. Questa è la sensazione che lascia il Milan quando lo si guarda in campo. Dieci rincitrulliti alla perenne ricerca del tiro in porta che si perdono in centinaia di stupidaggini e quando alla fine arrivano davanti al portiere, spesso senza sapere come, perdono palla o la buttano in rete a caso; magari grazie a un rimpallo, un rigore, una papera del portiere, o se va bene grazie ad una giocata estemporanea di qualcuno, spesso Menez, che in quei cinque minuti si trova ispirato dalla musa Urania, quella che allinea gli astri nel cielo affinché si compiano miracolo sui campi di calcio. Mentre per il resto del tempo il Milan è guidato dalla musa Melpomene, quella della tragedia.
Il nostro deus ex Lambretta del calciomercato nel frattempo è partito per Roma come un pendolare per cercare di prendere Mattia Destro. Tralasciando le doti tecniche del giocatore, tralasciando il fatto che lo possiamo trattare solo perché alla Roma non serve più, tralasciando lo stipendio che prenderà, io quando vedo Galliani che va a citofonare a casa dei Destro, ricurvo su se stesso, balbettante, fuori posto, come un testimone di Geova che sta citofonando alle Bestie di Satana, mi prende una tristezza che quasi mi vien voglia di chiamare Destro al telefono e implorarlo di dare una minestrina a quel pover uomo che si ritrova in casa, di lanciargli un panino non so. Ben venga Destro comunque, una volta che sarà ufficializzato, se verrà, ci mancherà solo di costruire tutta la squadra intorno, quindi prendendo un’altra decina di giocatori e liberandoci di altrettanti. Uno scherzo per il nostro maestro del mercato, imperatore, unico re, duca, conte, Lombardo, Mancini, Vialli, Cabrini, Tassotti, Baresi, Massaro, Maldini, scusate mi sono lasciato un po’ andare, sapete com’è… Colpa della mia malattia mentale, abbiati, pazienza, Chiellini, Giovinco, Pasqual, Biondini, Bonera, Zaccardo, Bocchetti, ecco ci sono ricascato. Ririgore!
Comunque vorrei concludere questo mio pensiero rivolgendomi direttamente a PippomiomioPippomiopropriomio, il nostro mister, il nostro rabdomante del gioco che vaga nel deserto dell’anticalcio disperatamente, caro Pippo forse ti sarai reso conto anche da solo, arrivato quasi a fine gennaio, che l’aver passato la tua vita da calciatore come un banner tra i difensori, impossibile da chiudere, da ridurre ad icona, da spostare nel cestino, non implica automaticamente che tu possa passare dal pascolare per i campi delle giovanili direttamente alla panchina della prima squadra, anche se a guardarla bene chiamarla squadra è fargli un complimento. Ma non sarebbe stato meglio per te e per tutti noi, se ti fossi fatto un giretto su altre panchine prima di tornare a casa? Pensavi di essere il nuovo Guardiola del Barcellona invece ti sei dimostrato peggio dello Stramaccioni dell’Inter, non so se sei connesso col mondo reale per rendertene conto. La tua accecante voglia di rivincita nei confronti di qualcuno che ti aveva ritenuto ormai da pensionare quando ancora indossavi la numero 9, ti ha portato a sopravvalutarti, il campo non mente mai e tu dovresti saperlo bene, ed il campo dice che da agosto a gennaio hai fallito tutto quello che potevi fallire, trovo molto difficile che tu riesca da febbraio a maggio a fare di meglio, per come sei messo e per come siamo messi tutti noi ora, è più facile tu riesca a fare anche di peggio.
E con questo positivo pensiero saluto tutti voi che devo andare a prendere le pastigliette per la pressione, per colpa del Milan mi va su e giù con moto impazzito, non mi capitava dal 1930, all’epoca finimmo dodicesimi, quanti ricordi… Sempre e comunque forza Milan, forza Drupi sono finiti i Malaguti!
Carlo Pellicani #JeSuisCarlo
Twitter @FinallyCarlo
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