Come disse Pitagora immerso nella vasca da bagno dopo aver mangiato pasta e fagioli: “Ho inventato l’idromassaggio biologico!”

carlo-pellicaniBerlusconi l’aveva detto che “tira più un pelo di gnocca che cento cavalli che trottano”, aveva detto anche che contro le armate rosanero palermitane sarebbe bastato fare gol per vincere. Lui lo sapeva, lui, il nostro faro che illumina il mare tempestoso e immerso nell’antica nebbia nordica che non ti fa vedere ad un palmo dal naso! L’aveva detto e Inzaghi come un condottiero vichingo che obbedisce al dio Odino, lo sapeva, PippomiomioPippomiomiopropriomio ha agito di conseguenza presentando un Milan martellante come Thor, martellante sui maroni. Non è bastato a fronteggiare le furie scatenate che dal sud sono arrivate urlando e ululando tra i palazzi milanesi spazzando via tutto.

Questo Milan mi ricorda quello della mia infanzia, quando perdemmo il campionato contro il Genoa, anche allora fu fatale un due a zero, a segnare per i grifoni furono Attilio Salvadè ed Enrico Pasteur, il guaio era che c’erano troppi stranieri in squadra secondo me. Cinque svizzeri, un tedesco e quattro inglesi erano troppi in una rosa di trentatre giocatori. D’accordo uno degli inglesi aveva fondato la squadra, ma non facciamo i pignoli adesso. Credo che il problema del Milan attuale sia lo stesso di allora, troppi stranieri in campo non si capiscono tra loro, come accadde quel giorno alla torre di Babele, che tra l’altro io ho avuto la fortuna di conoscere quando mio nonno mi accompagnava a vederne il cantiere, come fa un allenatore italiano a dire a un francese di dire a un giapponese di dire a un olandese di far sapere a uno spagnolo che un altro francese dovrebbe stare attento al compagno colombiano che… Si insomma non ci sto dietro io che sono un genio, come tutti sanno, figuriamoci loro!

Ma sono sicuro che questo nostro Milan riuscirà a ritrovare la strada verso la vittoria, basta un corso di italiano di base accelerato preso alla cartoleria “da Gigi”, vicino a Milanello. Il Milan tornerà a trionfare come accadde quando andavo alle medie e vincemmo la Palla Dapples, sbaragliando ogni avversario come soffiare su un castello di carte da gioco anche se qui di gioco non se ne vede nemmeno l’ombra. Intanto godiamoci Diego Lopez che Inzaghi ha rimesso al suo posto così che la squadra potesse tornare a giocare con un portiere, con le sue uscite, le sue parate sinuose e allo stesso tempo scattanti come un gatto che salta dal tavolo e si appende alle tende squarciandole tutte e ti fa tirar giù il calendario dei Santi, ma qui non c’è da tirar giù Santi, né calendari, né tende al massimo un velo, pietoso, sulla prestazione di alcuni nostri giocatori. Animo, fiducia, entusiasmo! Nulla è perduto ancora, siamo solo a Novembre e abbiamo voluto festeggiare i morti mandando in campo degli zombie! Buon Halloween! Come disse Muntari ai suoi amici dopo essersi travestito da calciatore e gli risposero: “Mi hai fatto prendere uno spavento! Per un attimo ho creduto tu fossi davvero un calciatore del Milan!” Ma Muntari contro il Palermo non c’era, quindi non è giusto parlare degli assenti, parliamo del presente.

Come dice Abate la nostra freccia bionda che brucia correndo fulmineo i campi di grano, che ne sai tu di un campo di grano? Come dice lui, il nostro figlio della Sud, non siamo più il Milan di una volta, ma secondo me neanche di due volte. Dice lui che questa è una squadra senza qualità, in pratica sostiene di avere dei compagni di basso livello e di essere lui stesso di basso livello, ebbene grazie tante Abate lo sapevamo già questo. Può però questo Milan non vincere neanche contro Empoli, Cesena e Palermo? Ma non solo non vincere, ma neanche provandoci troppo. D’accordo non essere come il grande Milan di Sacchi o Capello, ma tra quelli e questo ce ne passa. Passa la palla che il gioco è bello in tanti!

Concludo citando il grande Sholem Aleichem: “Non importa quanto male vadano le cose, tu devi continuare a vivere, anche se la cosa ti uccide. Male che vada puoi sempre finire a parametro zero nel Milan e goderti un fine carriera che neanche negli Usa o in Arabia te la sogni.” Saluti cari amici e tifosi rossoneri, alla prossima occasione e di occasioni ne avremo tante da qui a maggio, sicuramente più di Torres di fare un tiro in porta. Adios, goodbye, sayonara, au revoir, auf wiedersehen, do svidaniya, zaijian, antìo, bùcsù, elveda, zbogom, selamat tinggal! E spero che il messaggio sia arrivato a destinazione! Adesso vado che devo portar fuori le lumache a prendere un po’ d’aria e fare un po’ di movimento, che a stare tutto il giorno sul divano poi mi diventano obese. Forza Milan e forza di gravità!

Carlo Pellicani

twitter: @FinallyCarlo

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