“ARRIGO – La Storia, l’idea, il consenso, la fiamma” di Jvan Sica. La nostra recensione

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Il libro “ARRIGO – La Storia, l’idea, il consenso, la fiamma” di Jvan Sica è strutturato come un diario, eppure accostando gli episodi uno all’altro non si ottiene un mosaico bensì una scultura. Sogni, vezzi, dialettica, complementi d’arredo e varie vicissitudini delineano in maniera eccezionalmente marcata la personalità di due protagonisti -Arrigo Sacchi e Silvio Berlusconi- che danno anima e sostanza al cambiamento di pelle che tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 ha trainato il movimento calcistico italiano alla ribalta della scena mondiale.

Scene e dialoghi -frutto per buona parte dell’immaginazione dell’autore- ricostruiscono in maniera assolutamente verosimile la crescita e l’affermazione del breve quanto glorioso regno del rivoluzionario tecnico di Fusignano. Il romanzo, anche se a tratti ridondante, non perde mai di interesse e non scade nel banale o nell’assurdo, grazie anche all’innesto di qualche cuscinetto di ironia e sdrammatizzazione, come con lo scimmiottato accento straniero attribuito agli olandesi al livello di “io Tarzan tu Cita”. La struttura del romanzo è perfetta per la lettura sotto l’ombrellone.

Conoscendo in anticipo tonfi e trionfi, ci si aspetterebbe di ripercorrere quei passi con spirito leggero e celebrativo, quando invece in molte fasi si cade in preda di un cupo riverbero di ansia e disagio. Infatti, il punto di osservazione viene alternato da un episodio all’altro passando da quello del Mister a quello dell’ambiente esterno. Nel primo caso vengono sviscerate le frustrazioni e la vulnerabilità annidate nell’angolo più recondito del cervello di un integralista, mai compreso a fondo e mai seguito di buon grado da un ambiente che si è guadagnato il blasone applicando alla lettera i dogmi della vecchia scuola e che rigetta l’innaturale impianto di metodologie di lavoro e processi cognitivi precedentemente privi di riscontro pratico. “Van Basten mi sta sui coglioni, con quell’aria da Cristo sceso in terra. Quando gli faccio vedere i tagli ad uscire in allenamento mi ride in faccia, come per dire: E io, Marco Van Basten, mi metto a fare ‘ste stronzate”.

Il romanzo permette di vivere con incredibile trasporto le fasi in cui Arrigo cade vittima di una sete di miglioramento impossibile da saziare. Come una linea d’orizzonte che ad ogni passo si sposta più avanti, il livello del calcio mondiale è salito con quello del Milan di Sacchi tra continue imitazioni e contromisure, che dominano le analisi del Mister come dei demoni che devono essere sconfitti ad ogni costo, anche sacrificando più delle energie a disposizione e pretendendo dall’ambiente circostante più del contributo incommensurabile che avessero già tirato fuori.

Dall’altro lato c’è il resto del mondo, che esalta affermazioni e geniali intuizioni dell’artefice di una delle più incisive rivoluzioni del movimento calcistico mondiale. Il risultato è uno sdoppiamento del buon Arrigo che è contemporaneamente un’istituzione e “uno di casa”, un maestro e un compagno di banco, sicuro di sé e intimamente disagiato, dominatore non appagato.

L’opera restituisce inoltre un affascinante e carismatico Silvio Berlusconi che all’apice degli opulenti anni ’80 incarna l’imprenditore modello: un uomo ambizioso, risoluto e volonteroso, determinato a tramutare sogni in obiettivi da centrare ad ogni costo con poche parole signorili ed accomodanti da tradursi a cura del collaboratore di turno, dal quale non tollera la minima ombra di pessimismo o incapacità. E sogna tutto. Cambiare il modo di fare impresa, cambiare il calcio, l’Italia, il mondo. La sua presenza è centrale durante tutta l’evoluzione del romanzo ed è talmente monumentale da relegare chiunque altro al ruolo di semplice comparsa. Tranne Arrighe, ovviamente, che considera comunque una sua intuizione. “I doveri dei migliori sono molto più numerosi dei diritti. I migliori sono vincenti, anzi sarebbe meglio dire invincibili, fa più effetto. I migliori sono felici e spargono felicità nei quattro angoli del mondo. I migliori sono lontani, nessuno li può avere, nessuno veramente li conosce fino in fondo”.

In generale, pur non trattandosi di uno di quei romanzi che ti prendono per mano e ti trascinano al loro interno, più di tanti altri lascia un senso di soddisfazione, di pancia piena di colori e di emozioni, di ansia da prestazione, di vittoria, di sofferenza nel cambiamento, piena di vita.

Il libro, edito dalla casa Edizioni inCONTROPIEDE, si può acquistare al seguente link.

http://incontropiede.it/prodotto/libro-arrigo-jvan-sica/

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