Verona – Milan 1-3 (19/10/2014) : le pagelle

ball-club-soccer-football-keisuke-honda-of-ac-milan-celebrates_3198236Verona è da sempre città ostica per i nostri colori, lo dice la storia, fatta di terribili delusioni e di qualche soddisfazione. Oggi, per fortuna, si può parlare della seconda categoria di avvenimenti. E pensando alle premesse, soprattutto quelle di una mediana da film horror, quantomeno in fase di lettura delle formazioni, possiamo dirci estremamente contenti. Anche se non fino in fondo, perché altrimenti non saremmo il Milan e non ci complicheremmo la vita da soli, anche in partite condotte con ampio margine di vantaggio.

ABBIATI – 7 : Finalmente una prestazione degna di un portiere del Milan. Decisivo nella prima frazione quando sul 2 a 0 impedisce ai gialloblù di accorciare le distanze, con due voli su Toni e Jankovic. Sempre presente e attento anche nella ripresa, dove sventa diverse conclusioni dalla distanza e si distingue per l’ottima sicurezza anche nelle uscite alte.

ABATE – 7 : Ennesima conferma di un inizio di stagione col botto. Nonostante il telecronista di Sky cerchi di umiliarlo chiamandolo “Abbiati” per tutta la gara, imperterrito continua a galoppare sulla fascia, instancabile. Mette in mezzo il cross che causa l’autorete di Marques che sblocca il risultato, dialoga con Honda che è un piacere, si inserisce sempre con puntualità e precisione mentre non commette alcuna sbavatura in fase difensiva. Eccellente.

ALEX – 7 : La sua presenza si conferma imprescindibile per questa squadra. Unico vero leader difensivo, roccioso, imponente, intelligente con la palla tra i piedi e capace di infondere sicurezza a tutto il reparto. Un paio di scivolate decisive con scelta di tempo eccezionale, per il resto gara di grande sostanza e attenzione, che conferma una crescita fisica continua e costante.

RAMI – 6,5 : Mezzo punto in più per l’assist (stupendo) in occasione del terzo gol. Per il resto abbastanza impreciso, sul trend delle ultime uscite. Alterna buone cose ad alcuni errori grossolani, soprattutto in fase di rinvio e di appoggio. A differenza del compagno di reparto, sembra ancora dover crescere dal punto di vista della condizione e dell’attenzione.

DE SCIGLIO – 5,5 : Mattia continua a non convincere. Fino al tre a zero fa sostanzialmente una buona gara, senza infamia e senza lode, ma quantomeno da sufficienza. Poi si spegne, facendo diventare il subentrato Nico Lopez una sorta di Cristiano Ronaldo. Il veronese lo salta praticamente ad ogni tentativo, pur senza giocate trascendentali. Bisogna fare di più, caro Mattia.

ESSIEN – 5,5 : Nella posizione strategicamente fondamentale di De Jong, il ghanese offre una prestazione migliore del solito. E già questa è una grande notizia. Tuttavia non raggiunge la sufficienza per l’eccessiva lentezza e i numerosi errori in fase di costruzione della manovra. Per fortuna, almeno stavolta, non regala gol agli avversari addormentandosi su un pallone recuperato o capitato tra i suoi piedi per puro caso.

MUNTARI – 6– : Il meno peggio della mediana a tre schierata oggi da mister Inzaghi. Al solito alterna momenti in cui gioca per il Milan ad altri in cui si schiera deciso per gli avversari, con palloni regalati, serpentine esilaranti, aperture di campo totalmente sballate, passaggi filtranti con il tocco leggero di un elefante. Anche lui però alla fine fa meno danni del solito, e tutto sommato si dimostra alquanto lucido in fase di uscita della palla dalla difesa.

POLI – 5,5 : Grande impegno e dedizione, come (quasi) sempre, ma allo stesso tempo eccessiva confusione. E anche questa è un’abitudine, soprattutto quando, come oggi, gioca da mezz’ala. Cerca di proporsi in avanti, con poca lucidità. In fase di non possesso aiuta, non sempre coi tempi giusti, Essien a coprire i tagli tra le linee di Tachtsidis, Ionita e Halfreddsson. Poi scoppia e scompare dal campo. E anche questa  non è una novità.

EL SHARAAWY – 6,5 : Gara di sostanza quella del Faraone, condita dall’eccellente assist in occasione del due a zero. Tuttavia, dopo le dichiarazioni del pre-partita, era lecito aspettarsi qualcosa in più, soprattutto quanto a incisività in fase offensiva. Stephan appare ancora una volta troppo timido nell’affrontare l’uno contro uno con l’avversario di turno, nonché alquanto impreciso nei controlli di palla. Dà qualche strappo in avanti nella ripresa, con un paio di accelerazioni lungolinea, ma sostanzialmente si nota più per il lavoro in fase di non possesso. E questo non è esattamente positivo per un attaccante.

HONDA – 8 : Qualsiasi pallone gli arrivi tra i piedi, lo trasforma in qualcosa di utile, che sia un gol, che sia un assist o un passaggio smarcante per il centrocampista che si inserisce o per il terzino che si sovrappone. Mette a segno altri due gol con impressionante freddezza e lucidità sotto porta, si porta a spasso gli avversari ogni volta che è in possesso di palla, alla faccia di quella tanto sventolata lentezza che dovrebbe contraddistinguerlo, fa sempre la giocata più semplice e al tempo stesso più utile per lo sviluppo della manovra. Di questo passo, gli aggettivi finiranno presto.

TORRES – 5 : Altra opaca prestazione per il numero 9, che continua ad essere troppo molle e impalpabile. Eppure, in una gara che si mette bene fin da subito, con gli avversari sbilanciati in attacco per recuperare un doppio svantaggio, che poi diventa addirittura triplo, gli spazi e le occasioni ci sarebbero. Ma non riesce ad essere sufficientemente cattivo e determinato, né in fase di conclusione, né tantomeno nel dettare il passaggio con movimenti in profondità. Urge una scossa, e in tempi rapidi.

SOSTITUZIONI :

MENEZ – 5,5 : Entra al 69’ al posto di Torres, purtroppo con il solito irritante atteggiamento delle ultime gare, da “Er mejo der Colosseo”, pensando di dover giocare da solo, ignorando i compagni e la situazione tattica della partita, in cui bisognava gestire il pallone per impedire al Verona l’assalto finale. C’è bisogno di un bagno di umiltà, caro Geremia. Alla tua età i Messi e i Cristiano Ronaldo fanno più gol che partite giocate, ed è per questo che possono permettersi anche certi atteggiamenti.

BONAVENTURA – 6 : Subentrato al 77’ ad El Shaarawy, si disimpegna egregiamente. Tiene palla quando serve, causando l’espulsione di Marquez e l’ammonizione di Tachtsidis. Buon impatto.

BONERA – S.V. : L’ultimo, inspiegabile, cambio di Inzaghi, che all’85’ butta nella mischia il numero 25, quando tutti si aspettavano di non vederlo più. Il senza voto è per pura magnanimità, perché nel momento in cui entra in campo il Verona prima segna il gol dell’1-3 e poi sfiora il secondo, con Nenè che spreca una facile occasione sotto porta. Continua ad essere un mistero il suo utilizzo.

INZAGHI – 6,5 : Il voto oscilla tra il 7,5 per la preparazione alla gara e per l’approccio dei ragazzi e il 5,5 (ma sono generoso) per l’ennesima gestione fallimentare dei cambi e l’ennesima lettura errata della partita. Con tre mediani cotti già prima di metà ripresa, non si capisce perché Bonaventura entri per sostituire El Shaarawy e non uno dei centrocampisti. Inoltre, i cambi di Torres prima, del Faraone e di Honda poi, privano la squadra di sbocchi per le ripartenze, invogliando il Verona a stare più alto e a creare apprensioni nel finale. Il tutto avendo in panchina sia Saponara che Van Ginkel, ma anche Armero per provare a cambiare modulo senza restare passivi ad aspettare gli attacchi avversari. Grande vittoria, su un campo difficile, e tanti meriti per Pippo, ma sulla duttilità tattica c’è ancora molto da lavorare.

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