L’orgoglio è ancora ferito dopo la lezione di calcio presa dalla Juventus, rialzarsi subito è fondamentale. Alle porte tre scontri certamente alla nostra portata, da sfruttare al meglio per mettere qualche punto in cascina e recuperare un briciolo di consapevolezza nei nostri mezzi. Com’è finita? Che ve lo dico a fare.. Il Milan strappa un punto che non appaga, ed il risultato è assolutamente bugiardo.
Non un bel Milan. I giocatori non fanno quel che dice il Presidente: il Milan non gioca con due punte, Balotelli non è vicino alla porta, Serginho non rileva Costacurta. Se i risultati non arrivano poi non c’è da meravigliarsi.
Il neo-acquisto Entusiasmo è stato completamente avulso dal gioco, e anche dal tifo. La prestazione rossonera è descritta alla perfezione da un giocatore avversario: croce.
Abbiati 6 – Poche colpe nei due gol subiti. Qualche buon intervento.
Abate 6,5 – Parte bene stoppando un paio di iniziative avversarie, poi soffre come tutta la squadra e finisce anche per perdere un pallone molto pericoloso. L’assist per Torres è il terzo in quattro gare: score inusuale, che cerca di arrotondare servendo Torres con un delizioso tocco di esterno. Il diagonale dello spagnolo si spegne di poco a lato. Sul finale si scatena costringendo gli avversari a mutare assetto tattico. Non capita tutti i giorni.
Bonera 4 – Film su esorcismi e vari horror sono nulla rispetto al brivido di terrore che fa vibrare la colonna vertebrale quando Bonny entra in campo. Andreotti sosteneva che a pensar male si commette peccato ma spesso si indovina. Indovinarci, talvolta, è solo un’amara consolazione. Anche stasera ha fatto cose orribili, contribuendo al doppio vantaggio avversario ed addormentandosi in avvio di ripresa.
Zapata 4 – Senza voler scomodare Tavecchio, il colombiano va a banane per tutta la sera. Partita da dimenticare.
De Sciglio 4,5 – Poco propositivo e poco incisivo. Per giunta perfino poco attento in fase difensiva. In avvio di ripresa si va a prendere un giallo gratuito. Giusto non infierire: se si vuole puntare sui giovani, serve la pazienza di farli crescere e sbagliare. Spero quindi che Inzaghi insista su di lui attribuendogli una maglia da titolare. Mattia però dovrà lavorare tanto, perché l’avvio di stagione è stato veramente infelice.
De Jong 5,5 – A centrocampo si balla. D’altra parte se si balla in difesa e i suoi colleghi non fanno nulla non si capisce perché Nigel debba farsi il mazzo per tutti i compagni tutte le sante volte. Questa sera meno solido rispetto ai suoi standard e l’Empoli ci tiene sotto scacco. Meglio nella ripresa, ma comunque sottotono.
Muntari 4,5 – Il centrocampo non filtra e non riparte, anche per colpa sua. Cerca di rendersi pericoloso negli inserimenti ma il suo colpo di testa su cross di De Sciglio è tragicomico. Il fallo di frustrazione che gli costa il giallo è figlio della delusione per la dipartita di Entusiasmo. Il fallo tattico sul finale di primo tempo, che meriterebbe il rosso, è invece una clamorosa ingenuità. Visto che l’arbitro non lo fa uscire, ci pensa Inzaghi, anticipando eventuali ripensamenti.
Van Ginkel 5,5 – Per tutto il primo tempo la prestazione della linea mediana è assolutamente da dimenticare, e lui non si distingue né nel bene né nel male. Prima di appioppargli una grave insufficienza consentiamogli il beneficio del dubbio. Da rivedere, magari in altre condizioni tattiche e psicologiche.
Poli 6 – Entra in campo in una fase del match in cui il diavolo gioca male ma non è comunque l’invereconda ciofeca della prima frazione di gara. Prezioso il suo contributo in fase di costruzione, pur senza eccellere, con lui e Bonaventura la palla arriva in attacco.
Menez 5,5 – Gli dei del calcio questa sera non gli hanno fatto bere nettare ed ambrosia: il genio che ha sbalordito in avvio di stagione si è rivelato lezioso e poco concreto. La traversa gli nega la gioia del gol, non per ingenerosità quanto per senso di giustizia.
Honda 6,5 – Non c’è due senza tre: il nipponico -lo scorso anno tra gli innesti più deludenti- ci ha veramente preso gusto. Nel primo tempo dalle sue parti non si vede passare una palla e Keisuke è costretto ad arretrare il suo raggio di azione di parecchi metri per agganciare qualche pallone giocabile. Nel bel mezzo del forcing con cui l’Empoli mirava a chiudere la partita, Honda apre i rubinetti della doccia gelata e segna l’immeritato punto del pareggio.
Bonaventura 6,5 – Il suo ingresso aggiunge un pizzico di verve ed impegna Sepe (chiamato in causa per la prima volta sul finale di primo tempo). Un centrocampo con due palleggiatori a supporto di tre attaccanti è uno schieramento incredibilmente spregiudicato, nonostante ciò il Milan non riesce a giocare come vorrebbe. Tuttavia l’inversione di tendenza è netta e il diavolo torna a tessere trame. Pur senza incantare, cambia volto al match.
Torres 6,5 – Spento per tutto il primo tempo: i palloni giocabili latitano e lui fa poco per favorire la costruzione del gioco. Quando si accende sono guai per gli avversari: al primo tentativo rasenta la rete e al secondo non perdona. Pur in fase calante, è pur sempre un fuoriclasse. Quella di trasformare in oro le poche occasioni a disposizione è una dote che possiedono pochi predestinati. Dote, tra l’altro, tanto cara ad Inzaghi nella sua vita sportiva precedente. Secondo tempo scoppiettante. Vedremo in futuro come cambieranno assetti e gerarchie.
Pazzini s.v. – Quindi meglio di buona parte dei compagni di difesa e centrocampo.
Inzaghi 5,5 – Senza infamia e senza lode. Lascia perplessi la mossa di preferire Bonera a Rami (tra i pochi a salvarsi nella disfatta di sabato), e la squadra paga il conto. In compenso, per impostare il 4-3-3 con due palleggiatori a centrocampo ci vuole fegato e la squadra ne trae beneficio. Il un modo o nell’altro arriva il gol del pareggio, come i suoi da calciatore. Tardivo il terzo cambio.
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