Il marchio del Condor

buchheit_condor[1]Ed anche questo calciomercato è finito, con una campagna acquisti/cessioni ampiamente nel segno di Adriano Galliani. La sua mano è evidente, in continuità con una politica che tende a vivere di occasioni, di giocatori maturi dismessi dalle grandi europee, piuttosto che tentare di costruire una squadra con un orizzonte temporale che vada oltre l’anno.

Il giro Balotelli-Torres-Cristante-Van Ginkel è chiaramente un’operazione che dice “chissenefrega del futuro”: hanno incassato quello che hanno potuto, monetizzando gente giovane (quando avevano un’offerta ottima anche per il 30enne in scadenza De Jong, per dire) ed hanno trovato un nome famoso da dare in pasto alla stampa a condizioni vantaggiose, anche se questo è significato, con l’operazione collaterale e collegata, togliere del tutto spazio al giovane più promettente della squadra.

A me questa politica, assolutamente in linea con l’operato recente della società, non piace. Non mi stancherò mai di dire che i “risparmi” sui giocatori famosi a parametro zero sono finti: un Essien costa 5 milioni lordi in un anno (più bonus). Bonaventura, dato che ha fatto un quinquiennale, ne costa intorno ai 3 (1.2 di ammortamento ed 1.8 di stipendio lordo). E, se si rivela buono, lo si può rivendere. Facendo più operazioni alla Bonaventura che alla Kakà bis, il bilancio ne gioverebbe nel medio periodo, così come probabilmente le prestazioni sportive.

Va comunque detto che, nonostante ciò che ho scritto nel paragrafo precedente, questo mercato vada considerato positivo. La squadra, nell’immediato, è stata rinforzata. Diego Lopez è un grande acquisto (parametro zero non vuol dire per forza mediocre e/o stra-costoso in ingaggio: 5 milioni lordi all’anno per un portiere di quel livello sono ben spesi), Alex darà solidità alla difesa, Bonaventura, anche se arrivato per una serie di coincidenze astrali (mancata cessione di Guarin da parte dell’Inter e rifiuto di trasferirsi a Parma da parte di Zaccardo), ha tutto per fare molto bene. Menez e Torres sono due scommesse il cui esito condizionerà pesantemente la stagione. La squadra ha il potenziale per tornare in Europa e, se le cose dovessero girare per il verso giusto, addirittura per quella più importante.

Il rovescio della medaglia è una rosa comunque vecchiotta (6 titolari su 11 saranno over 30), composta da 28 elementi nonostante una stagione senza coppe, ed un monte ingaggi che, se è calato, lo ha fatto molto marginalmente, rendendo ancora indispensabili i denari legati Champions League.

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La slide sui flussi di cassa di Milan Channel

Lo stesso Milan Channel, in una slide, quantifica la somma tra ingaggi risparmiati ed operazione fatte con i giovani in 7 milioni (e faccio comunque notare che a gennaio, anche se in maniera lieve, la somma degli stipendi era salita rispetto a settembre 2013), ma basta guardare le operazioni fatte per giungere alla conclusione di un monte stipendi sostanzialmente invariato da giugno. I risparmi di ingaggio per gli addii di Kakà, Robinho, Balotelli sono andati tutti negli stipendi di Alex, Menez, Diego Lopez e Torres, Emanuelson fa scopa con Van Ginkel, Silvestre con Armero, Taarabt con Bonaventura e le parti di stipendio che il Milan paga per Matri e Nocerino, Agazzi con Constant. Resta l’incognita sulla clausola legata al mancato piazzamento Champions (che però pesa solo per 6 mesi): si applica anche ai nuovi o a quelli, come Mexes, che avevano firmato il contratto in altri tempi? La Gazzetta, addirittura, tenendo conto di questa clausola, calcola il risparmio sul monte ingaggi rispetto a settembre 2013 in soli 11 milioni lordi, anche se non so quanto affidabile sia il quotidiano rosa.

Inoltre, le cessioni di Balotelli, Constant e Paloschi, anche se come importo sono circa pari ai mancati introiti Champions, in realtà a bilancio ne coprono sì e no metà. Per Balotelli, tra plusvalenza e risparmio sull’ammortamento, il beneficio effettivo a bilancio è di circa 7.2 milioni di euro. Per Constant c’è stata addirittura una minusvalenza, compensata dalla plusvalenza per Paloschi.

Considerando che il Milan parte da un bilancio 2013 che dice -15 (ma con le entrate della fase a gironi della Champions, incassi da stadio superiori, e con plusvalenze che, a quanto ne so, non erano inferiori a quelle realizzate nel 2014), penso che, a meno di un deciso incremento di ricavi da sponsor, il Milan chiuderà in perdita anche nel 2014, nonostante il lodevole sforzo di far coincidere i flussi di cassa in entrata con quelli in uscita.

In quest’ottica, credo che la cessione di Balotelli per tentare di azzerare le perdite fosse pianificata da molto tempo, ma il pessimo Mondiale dell’Italia, con Mario come capro espiatorio principale, ha fatto scendere la sua valutazione. Venderlo non era più un’operazione che sistemava il bilancio, così il Milan ha tentennato un po’, anche se alla fine ha deciso comunque di venderlo ad un prezzo di saldo (per dire, l’Arsenal ha comprato il mediocre Welbeck dallo United per la stessa cifra), probabilmente per rasserenare l’ambiente.

Da dire anche che ci sono tre casi spinosi in ottica giugno 2015. De Jong (in primis), Abate e Pazzini sono in scadenza di contratto e c’è il rischio concreto di perderli a zero (e sarebbe seccante). Molto dipenderà da come inizierà la stagione e, soprattutto per quanto riguarda l’olandese, dai programmi che avrà il Milan per il futuro. Abate è quello più a rischio di tutti: ha 28 anni ed è l’ultimo contratto importante della sua carriera. Il Milan, secondo me giustamente, non sembra essere disposto ad accontentare le sue richieste (3 milioni all’anno), e va considerato che ultimamente i rapporti con Raiola si siano raffreddati. Gli altri in scadenza (Mexes, Essien, Abbiati, Bonera) possono tranquillamente andare nell’umido, per quanto mi riguarda.

In definitiva, squadra rinforzata nell’immediato, alcuni colpi eccellenti, solite luci ed ombre di una politica societaria non lungimirante, Galliani ha giocato tutte le sue carte (e ci ha anche messo la faccia), operando a modo suo, per tentare di fare una squadra “da primi tre posti”. E’ tornato saldamente in sella ed agli occhi della maggioranza dei tifosi ora è un eroe, che ha cercato di fare i miracoli con i parametro zero. In caso di qualificazione ala prossima Champions League, il gioco reggerà, in quanto, con gli introiti europei, il Milan sarà in grado di reggere i costi senza dover “ringraziare il Presidente” o, più probabilmente, andare incontro all’ennesima cessione dolorosa . In caso di mancata Champions, ci sarà un’altra estate difficile e, molto probabilmente, alla giovane e bionda rivale del Condor tornerà magicamente la voce.

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