Balotelli-Milan-Italia non vince nessuno

balotelli-se-ne-vaE venne il giorno. Mario Balotelli non è più un giocatore del Milan. L’attaccante più talentuoso e tecnicamente migliore della nazionale e del Milan stesso, il più in vista, il più chiacchierato, ancora una volta lascia il “bel paese” per approdare in Inghilterra. Una fine sussurrata ma annunciata già dal giorno della sua presentazione a Milano con Galliani accanto. La storia di Balotelli in Italia poteva essere solo questa, il destino solo questo. Dal momento in cui è riapparso all’orizzonte italico, molti giornalisti giornalai nostrani, si sono leccati i baffi, avevano finalmente qualcosa di cui sparlare. Così avvenne dal primo all’ultimo giorno. Dal primo all’ultimo, con poche soste per dedicarsi a cose di meno importanza come la situazione del nostro governo o del nostro calcio. Ma bisogna capirli, bisogna dar loro questa attenuante, se c’è “la domanda” c’è “l’offerta”. Se nel nostro paese si preferisce chiacchierare e sparlare della vita privata di Balotelli piuttosto che di altri problemi (e in questo caso mi riferisco solo al calcio, sia chiaro), il giornalista giornalaio mica può fare il suo mestiere (che sarebbe quello di dare notizie), deve fare il mestiere del suo editore (che sarebbe quello di vendere i giornali), oppure il mestiere di chi questi giornali li finanzia e che con il giornalismo non ha nulla a che fare.

Ma Balotelli non è solo vittima dei media, ovviamente. Qualcosa di suo ce l’ha messa anche lui. “Svogliato… Svagato… Non rientra a difendere… Nello spogliatoio fa casino… Non rispetta le regole… Si prende dei cartellini gialli inutili” queste erano solo alcune delle accuse fatte ad Ibrahimovic da Amsterdam a  Barcellona passando per Torino e la Milano sbagliata, anche Balotelli a sentire i bene informati, le ha tutte. Poche sono le differenze caratteriali tra i due, principalmente il carisma. Ibrahimovic, lo spacca spogliatoio, è comunque il faro nella nebbia della squadra e non mi riferisco solo alla sua parentesi milanista. Balotelli no, lui sperava di esserlo, gli altri speravano che lo fosse, ma il carisma di Balotelli dentro e fuori dal campo non è quello del leader. In una squadra che di leader ne ha pochissimi, forse il solo de Jong, e che in attacco non ne ha proprio, Balotelli era solo “il miglior attaccante in rosa” ma niente di più. Non era certo Shevchenko, non era Inzaghi, non era tantomeno Ibrahimovic. Per fare un esempio non del tutto calzante al 100% ma molto vicino, Balotelli è stato nel Milan un Jon Dahl Tomasson ma senza avere Shevchenko, quel Kakà, Rui Costa, Crespo e Inzaghi attorno, in ogni caso con molte più doti tecniche e colpi di genio dello scorpione bianco. Immaginatevi quel bel danese nella squadra di oggi, probabilmente sarebbe titolare, ma non di certo la stella. Non di certo il leader.

Balotelli vola a Liverpool, in Inghilterra, nella terra del gossip. Per sua stessa ammissione ai tempi di Manchester, non ne poteva più della stampa inglese che si appostava fuori di casa sua, arrampicata sugli alberi per spiarne ogni suo movimento, che lo tampinava negli spostamenti per la città. Trattamento riservato anche a giocatori come Beckham a suo tempo, Rooney, Lampard, Terry e altri. Adesso il “Jon Dahl Tomasson con più classe” ci ritorna. Cosa ne sarà di lui continueremo ad apprenderlo solo dai giornali inglesi, come fatto prima che tornasse da noi. Per fortuna almeno le partite le potremo vedere coi nostri occhi, vedremo come sarà la sua carriera “in red” e in nazionale. A proposito di questo, parere mio personale, trattandosi del miglior attaccante azzurro al momento, non convocarlo in nazionale come un Giovinco qualsiasi non la ritengo una mossa saggia. La palla passa a Conte comunque.

Non può mancare un mio elogio al Milan. Volevo fare i complimenti a chi ha ideato tutto ciò, chiunque sia, complimenti. Complimenti per aver preso Balotelli e averlo consegnato mani e piedi ad una critica realtà rossonera di squadra, di spogliatoio, di tifo, senza precedenti. Complimenti vivissimi per aver ancora una volta costruito e smantellato e ricostruito e rismantellato un “progetto farlocco” fatto di parametri zero, sciancati vergognosi, mercenari senza pudore, ex giocatori in cerca di pensioni d’oro, giovanotti con poco futuro ed in tutto questo averci messo Balotelli, che come abbiamo ben capito e come ben sapevamo, non è Ibrahimovic. Complimenti per la tempistica della cessione, a dieci giorni dalla fine del mercato e con Galliani ancora spaparanzato al sole. Complimenti per la svendita, in un mercato dove giocatori tecnicamente, mentalmente, atleticamente e a livello di prestazioni, inferiori a Balotelli vengono venduti anche per 30 o 40 milioni. Infine complimenti per quella che sarà la scelta del sostituto o dei sostituti che a meno che non siano Falcao o Cavani o “mostri sacri” più forti ancora come lo stesso Ibrahimovic, difficilmente potranno fare meglio di Balotelli se al tempo stesso, ripeto se al tempo stesso non si darà loro una squadra come il dio del calcio comanda. Da oggi, 25 agosto, a fine calciomercato avete tutto il tempo necessario per piazzare un altro paio di parametri zero qua e là, e qualche prestito che mai riscatterete, ce la potete fare a fare di peggio, è nelle vostre corde.

Nel frattempo saluto Mario Balotelli, non una cima, non un carismatico leader, ma di sicuro un talentuoso se non il più talentuoso attaccante italiano, capitato nel momento peggiore nel Milan peggiore, che per il paese e per il Milan avrebbe potuto dare di più ma non l’ha dato, così come per lui il paese e il Milan avrebbero potuto fare di più ma non l’hanno fatto. Un fifty-fifty di colpe che non ha accontentato nessuno. Palla al centro, si ricomincia con una nuova sfida. Tanti auguri Mario.

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