Pagellone Mondiale

 1278629-27565244-2560-1440Con la finale per il primo posto, vinta dalla Germania per 1-0 ai supplementari contro l’Argentina, che ha consegnato il 4° mondiale ai tedeschi, si è concluso il mondiale brasiliano. Una rassegna che, come sempre accade, è stata caratterizzata da alcune sorprese, da conferme e da delusioni rispetto a quelle che erano le previsioni della vigilia. Qui di seguito propongo una rassegna di tutte e 32 le squadre che abbiamo visto all’opera in Brasile, con le rispettive valutazioni.

Algeria 7: gli africani hanno disputato un bel mondiale, riuscendo a superare lo scoglio della fase a gironi, che di per se basta e avanza per garantire loro la sufficienza piena e l’onore delle armi. Tuttavia, la partita che resterà maggiormente nei ricordi a suggello di una rassegna iridata positiva è sicuramente l’ottavo di finale contro la Germania, perso 2-1 solo dopo 120 minuti, in cui la selezione africana ha in alcuni frangenti creato grossi grattacapi alla nazionale che, da li a qualche settimana, si sarebbe poi laureata campione del mondo.

Argentina 7: la “albiceleste” ha raggiunto la finale facendo, in questo senso, anche qualcosina in più rispetto a quello che era preventivabile all’inizio del mondiale, in cui il lotto delle favorite non vedeva per tutti la selezione sudamericana tra le squadre incluse. Per la verità, il piatto forte della squadra guidata da Sabella è stato il reparto difensivo e la compattezza di squadra, che ha consentito all’Argentina di subire solo 4 gol in tutto il mondiale, di cui 2 nella partita contro la Nigeria. Ha invece deluso il reparto offensivo, potenzialmente uno dei migliori dell’intero mondiale, che nella prima parte si è affidato ai colpi di Messi, mentre nella fase ad eliminazione diretta soprattutto alla verve di Di Maria, la cui assenza nella finale contro i tedeschi ha pesato parecchio. Proprio sul 10 argentino voglio fare una piccola parentesi: era chiamato a dare una risposta a chi lo voleva decisivo anche in nazionale oltre che nella sua squadra di club, ma per quanto mi riguarda questo mondiale non gli ha permesso di fare anche questo ulteriore (e forse ultimo) salto di qualità nella sua carriera. È vero che sono arrivati 4 gol ed 1 assist, ma non contro avversarie di primissimo livello nel panorama calcistico mondiale. Quando il gioco si è fatto “duro”, dai quarti di finale in poi, il talento del Barcellona è stato un desaparecido.

Australia 5: i “socceros” partivano come la vittima sacrificale del girone in cui erano inseriti, ed il risultato finale (0 punti in 3 gare) ha confermato quelle che erano le previsioni. La selezione australiana deve crescere molto insistendo sui tanti giovani portati in Brasile, perchè a far vedere le cose migliori in questo campionato del mondo è stato ancora una volta il capitano Cahill, che a dicembre fa 35 anni e quindi non può essere l’uomo su cui puntare per il futuro della nazionale. Degna di nota è stata se non altro la partita contro l’Olanda, dove al cospetto di un avversario più forte gli australiani hanno messo in campo una bella prestazione di orgoglio.

Belgio 6,5: la selezione guidata da Wilmots era attesa, prima del mondiale, come una delle outsider più interessanti, in grado di essere una vera e propria mina vagante per tutte le “big” presenti alla manifestazione. Il risultato finale, l’approdo ai quarti, è sicuramente da prendere positivamente e come un punto di partenza, specie se consideriamo che abbiamo a che fare con un gruppo ancora piuttosto giovane e con delle prospettive di crescita ulteriori. Tuttavia, ha lasciato qualche perplessità la qualità del gioco espressa, nonché qualche scelta di formazione dello stesso c.t., in grado se non altro in alcune partite di rimediare in corsa a qualche decisione non propriamente azzeccata. L’unica partita da Belgio è stata a mio avviso quella contro gli Usa, risolta si solo ai supplementari, ma soprattutto per via della serata di grazia del portiere americano Howard.

Bosnia 5,5: la nazionale balcanica, alla prima partecipazione al mondiale, ha in parte deluso le attese, non riuscendo a superare un girone che, tolta l’Argentina, sembrava essere assolutamente alla portata. A parziale discolpa della selezione guidata da Susic c’è il fatto che alcuni episodi non hanno girato a favore dei bosniaci: l’autorete di Kolasinac dopo soli 2 minuti nella partita di debutto, ma soprattutto quanto accaduto nella decisiva sfida contro la Nigeria, con un gol regolare annullato sullo 0-0 ed un palo a tempo scaduto di Dzeko, sono tutte situazioni che, se a favore, potuto girare positivamente il corso del mondiale. Peccato, sarà per un’altra volta.

Brasile 5: una delle delusioni più grandi del mondiale, e non poteva essere altrimenti dato che lo giocava in casa. Ma non tanto per l’eliminazione in semifinale, perché contro la Germania in fin dei conti ci può anche stare di perdere. Quanto per quello che si è visto prima (e dopo) quella partita sotto diversi punti di vista: una squadra con difficoltà a costruire gioco, mai davvero convincente anche quando è riuscita a portare a casa il risultato, con pochi giocatori davvero degni della tradizione della “selecao” a livello di valore assoluto, dipendente dalle giocate di Neymar, e che ha fatto della difesa il punto forte fin quando non ha incontrato sulla sua strada avversari di una certa caratura, dimostrando in questi frangenti limiti imbarazzanti in semifinale e nella finalina di consolazione per il 3° posto, due partite che saranno a lungo ricordate come delle onte difficili da cancellare. Oltre a questi limiti strutturali ha colpito in negativo l’atteggiamento dell’ambiente interno alla nazionale, sempre un po’ troppo tendente alla protesta anche preventiva verso gli arbitraggi. A conferma di una sensazione generale di decadimento e mediocrità di un movimento calcistico che ha scritto pagine importantissime nella storia di questo sport.

Camerun 4: una delle peggiori nazionali che si siano viste al mondiale. I pronostici non giocavano a favore della selezione africana, ma tolta la partita di debutto contro il Messico, persa di misura, per il resto sono arrivate due sonore sconfitte e due magre figure contro Croazia e Brasile. Anche se la parte più triste la si è vissuta, probabilmente, prima dell’inizio stesso del mondiale, con la querelle sui premi ai giocatori che ha rischiato di far saltare la presenza dei “leoni indomabili” in terra brasiliana. E a conti fatti non sarebbe poi stato nemmeno un male.

Cile 6,5: la selezione guidata dal c.t. Sampaoli si è fatta valere molto bene in questa rassegna iridata, conducendo un positivo girone in cui, con un po’ più di cinismo, sarebbe anche potuto arrivare il primo posto a scapito dell’Olanda. Davvero bella anche la partita con il Brasile, che è stato un riassunto delle caratteristiche della nazionale cilena: un buon gioco, compattezza difensiva e la proverbiale grinta tipica delle squadre di quella zona di mondo, che purtroppo non sono bastate per compiere una impresa che sarebbe stata storica per il calcio cileno.

Colombia 7: anch’essa inserita tra le outsider di primo piano del mondiale, ha in effetti disputato una bella fase finale. Girone superato a punteggio pieno e senza particolari affanni, ottavo di finale idem con patate, si è dovuta arrendere ai padroni di casa del Brasile nei quarti, in una partita in cui alla formazione colombiana è venuto meno soprattutto il giusto approccio alla partita, scontando un inizio in cui i “cafeteros” sono stati fin troppo timidi davanti ad un palcoscenico e ad una posta molto importanti. Resta comunque una qualità di gioco di ottimo livello mostrata nel corso della manifestazione, in cui ha spiccato la stella di James Rodriguez, che nonostante lo stop ai quarti è risultato il capocannoniere del mondiale con le sue 6 reti siglate.

Corea del Sud 5: i fasti (e gli arbitraggi) del mondiale disputato in casa nel 2002 sono stati ben lontani anche questa volta. La nazionale asiatica è arrivata in Brasile con poche chance di fare strada, ed infatti è arrivata una eliminazione al primo turno al termine di un mondiale davvero anonimo, in cui non è arrivata nemmeno una vittoria ma solo un inglorioso ultimo posto nel girone.

Costa d’Avorio 5: arrivata in Brasile come la nazionale africana potenzialmente più quotata tra quelle presenti, anche stavolta non è stata in grado di superare il primo turno. Impresa che, tra l’altro, non sembrava nemmeno così impossibile da realizzare, dato che tolta la Colombia le altre due nazionali presenti nel girone non erano propriamente delle corazzate. Si sono registrati anche in questo frangente delle frizioni interne che hanno riguardato anche dei giocatori di un certo spessore, e che sicuramente non hanno aiutato a mantenere sereno il clima all’interno della selezione del continente nero. A conferma del fatto che anche queste nazionali, un tempo viste come le squadre-simpatia, disincantate e scevre da ogni tensione, hanno ormai attecchito perfettamente le brutture tipiche del calcio “europeo”.

Costa Rica 7: la nazionale centro-americana è stata una delle sorprese più liete del mondiale brasiliano. Incredibile quanto è riuscita a fare nella fase a gironi, dove da squadra indicata da tutti come vittima sacrificale è riuscita addirittura a portarsi a casa il primo posto chiudendo da imbattuta, mostrando una organizzazione di gioco davvero notevole. Oltre a questa caratteristica, da sottolineare senza dubbio il mondiale disputato dal portiere Navas, una autentica saracinesca che ha contribuito in maniera importante al cammino dei suoi nella manifestazione. Il sogno si è fermato ai quarti contro l’Olanda, costretta comunque ad arrivare ai rigori per avere la meglio della nazionale costaricense. Andare oltre sarebbe in effetti forse stato un po’ troppo per quello che si era visto in quel match, ma ciò non toglie il “figurone” fatto dalla selezione guidata dal c.t. Pinto.

Croazia 5,5: un’altra parziale delusione del mondiale, dato il livello della rosa presente nei vari reparti, uniti ad una spiccata qualità a centrocampo, che le avrebbero potuto consentire di affacciarsi quantomeno alla fase ad eliminazione diretta. I croati hanno pagato in parte lo scotto di aver trovato i padroni di casa al debutto, con il conseguente “favore” che ha indirizzato una partita altrimenti a serio “rischio” pareggio, ed in parte si sono fatti del male da soli venendo sonoramente battuti nello scontro decisivo contro il Messico. Unica gioia, il 4-0 contro il derelitto Camerun nella seconda partita. Troppo poco per meritarsi la qualificazione al turno successivo.

Ecuador 6: i sudamericani se la sono giocata in maniera dignitosa, pagando a conti fatti la sconfitta a tempo scaduto patita all’esordio contro la Svizzera, in quello che si è rivelato essere lo scontro diretto del girone per decidere l’altra qualificata, al termine di un match dove non avrebbero sicuramente demeritato qualcosa in più del risultato finale maturato. Questo mondiale lascia in eredità, come ricordo della partecipazione ecuadoregna in Brasile, la bella prova di Enner Valencia, che nonostante abbia disputato solo 3 partite si è issato tra i migliori cannonieri del mondiale con 3 reti siglate, risultando tra l’altro l’unico marcatore della sua selezione in questo mondiale.

Francia 6,5: mondiale tutto sommato positivo per i francesi, che potrebbe dare una spinta in ottica futura per un rilancio della selezione transalpina che mancava a certi livelli da 8 anni, persa come si era tra magre figure e pesanti dissidi interni. Il gruppo visto in Brasile ha presentato diversi elementi giovani ma già in grado di stare ad alti livelli, tra cui vanno segnalati i vari Varane, Pogba (eletto miglior giovane del mondiale) e Griezmann. Il tutto senza la stella della squadra, Ribery, venuto meno proprio alla vigilia della rassegna iridata. Certo, sulla valutazione finale “pesa” il cammino non propriamente improbo affrontato dai francesi, con un girone abbastanza accomodante ed un ottavo di finale contro la non irresistibile Nigeria, in cui i “galletti” sono stati spinti alla qualificazione anche grazie alla mancata espulsione di Matuidi sullo 0-0.

Germania 9: ed eccoci ai campioni del mondo. Va detto innanzitutto che il loro successo è stato assolutamente meritato, perché nel corso dell’intero mondiale sono stati la nazionale con il rendimento più continuo, dimostrandosi completi e solidi praticamente in ogni reparto. Il percorso è andato se possibile in crescendo, perché dopo una prima partita vinta agevolmente contro il Portogallo, sono arrivate due partite in cui i 4 punti raccolti sono arrivati senza brillare particolarmente, e rischiando specie contro il Ghana una sconfitta che avrebbe potuto complicare le cose. Nella fase ad eliminazione diretta, dopo una sofferta affermazione sull’Algeria, la squadra di Low ha preso il volo battendo Francia, Brasile (umiliato in maniera storica per 7-1) ed Argentina in finale. Difficile fare dei nomi che spicchino sul resto della rosa presente in Brasile, perché questa squadra è stata trascinata un po’ da chiunque: i veterani Lahm, Schweinsteiger e Klose, quest’ultimo nuovo primatista di reti siglate ad una fase finale del mondiale; il portiere Neuer, eletto miglior estremo difensore della manifestazione; la “nuova generazione” Muller, Kroos, Khedira, Hummels, Boateng e Gotze, quest’ultimo autore del gol decisivo in finale. Per non fare un torto a nessuno, elogiamo allora soprattutto la capacità di questo movimento calcistico di saper programmare una ripresa dopo il biennio 1998-2000 che, tra mondiale francese ed europeo belga-olandese, aveva visto sprofondare la nazionale tedesca in un limbro inusuale di mediocrità. Ripresa che c’è stata, e che ha portato la Germania ad essere sempre almeno tra le prime 4 in ogni manifestazione internazionale a cui ha preso parte dal 2006 ad oggi. Fino ad ora erano arrivate però soprattutto beffe e tanti complimenti che non valevano certamente la conquista di un trofeo. Domenica sono finalmente riusciti a passare alla “cassa” con successo. Chapeau.

Ghana 5: le “black star” avevano la possibilità di passare la fase a gironi, perché dietro la Germania, approfittando anche di un Portogallo in tono minore, il confronto con gli Usa non sembrava così inaccessibile per la selezione africana. E invece è arrivata una eliminazione al primo turno in cui proprio la partita inaugurale contro gli Usa, persa per 2-1, ha fatto il grosso della differenza nei destini del mondiale ghanese. Nel complesso sicuramente in ribasso dopo l’ottima figura messa in mostra in Sudafrica nel 2010, dove il Ghana è andato a pochi passi dall’approdo storico in semifinale.

Giappone 4,5: dopo la bella prestazione nella Confederations Cup dello scorso anno, ci si sarebbe potuti aspettare una squadra in grado di mettere in mostra la solita disciplina tattica, esaltata da alcune individualità di buonissimo livello presenti in rosa. Non si è visto niente di tutto questo: attacco sterile e difesa facilmente perforabile. Elementi che, combinati insieme, hanno portato ad una eliminazione prematura e quanto mai indiscutibile per quello che ha detto il campo. E l’addio di Zaccheroni, artefice della crescita della selezione nipponica negli ultimi anni, è il sintomo di un mondiale-no che va archiviato quanto prima.

Grecia 6: gli ellenici con il solito spirito combattente hanno sfiorato anche stavolta l’impresa, ovvero giungere per la prima volta in un mondiale ai quarti di finale. Occasione sprecata contro un avversario tutto sommato all’altezza (per quanto sorprendente in questa manifestazione) come la Costa Rica. Forse sarebbe stato troppo, perché ad essere onesti il mondiale dei greci non è stato del tutto positivo: le prime due partite sono state oggettivamente deludenti per la pochezza dimostrata, venendo rimediate dalla grande prestazione contro la Costa d’Avorio. Un po’ poco per giustificare un eventuale cammino prolungato in Brasile, anche se in linea con il valore della rosa.

Honduras 4,5: la nazionale centro-americana è arrivata con il ruolo di vittima sacrificale del girone E, e così è stato. Eliminazione con 0 punti e 3 sconfitte, senza aver mai dato l’impressione di poter fare qualcosa di più per rendere degna di nota la sua partecipazione al mondiale. Si salva in parte giusto la partita contro l’Ecuador, dove nonostante la sconfitta è arrivato almeno l’unico gol honduregno in questa rassegna iridata.

Inghilterra 4,5: mondiale molto deludente per la formazione inglese. La nazionale di sua maestà sta vivendo una fase di transizione tra un gruppo di giocatori ormai stagionati che tanto hanno dato in carriera alla causa della nazionale, ed altri giovani che devono rappresentare il punto di riferimento da cui ripartire in ottica futura, e che già qualcosa di interessante hanno dimostrato in questo mondiale. In questo senso l’eliminazione può anche essere parzialmente comprensibile, ma sta di fatto che chiudere il girone all’ultimo posto e senza nemmeno essere riusciti a vincere una partita è un risultato inaccettabile per una nazionale di questa tradizione.

Iran 6: la nazionale asiatica aveva come obiettivo fondamentale cercare di salvare l’onore, facendo una figura quanto più dignitosa possibile. E ci sono riusciti, perché se è vero che è arrivato l’ultimo posto nel girone, è anche vero che almeno un punto è stato guadagnato, mettendo inoltre in mostra contro l’Argentina una prestazione che, con un po’ di sorte dalla propria, avrebbe potuto addirittura portare ad un risultato clamoroso in favore degli iraniani.

Italia 4,5: la nazionale ha fatto davvero una brutta figura, nuovamente, dopo il triste ultimo posto nel girone del mondiale sudafricano. L’ha fatta in campo, perché l’Italia non è stata all’altezza della situazione sotto tutti i punti di vista: qualità di gioco, organizzazione, condizione fisica, solidità difensiva e produzione offensiva. Ma l’ha fatta anche fuori dal campo: scelte in ambito di convocazioni da parte di Prandelli quantomeno rivedibili, ed una spaccatura interna al gruppo emersa chiaramente dopo la decisiva sconfitta contro l’Uruguay che ha fatto capire come, tra i giocatori portati in Brasile, non si remasse assolutamente tutti dalla stessa parte ma ci fossero, anzi, fin troppe fazioni. L’impressione è quindi quella che questo mondiale abbia dato l’esatta percezione che da attualmente il nostro calcio: pressapochismo ed incapacità di competere ad alti livelli. Servirebbe, come detto e ripetuto oramai una miriade di volte, una riforma dell’intero sistema calcistico italiano a partire dalle sue fondamenta, per cercare di rilanciare un movimento che annaspa nei suoi problemi e nella sua immobilità da diversi anni. Arriverà? Difficile da credere.

Messico 6,5: arrivata in Brasile dopo una forte riorganizzazione interna, a seguito di un percorso di qualificazione estremamente travagliato, la nazionale guidata dall’estroverso Herrera ha saputo ben comportarsi chiudendo il girone a pari punti con i padroni di casa del Brasile, attestandosi in 2^ posizione soprattutto per via della goleada verdeoro nell’ultimo impegno della fase a gironi contro il già eliminato Camerun. Ed anche il modo in cui è arrivata l’eliminazione, patita in rimonta e solo in extremis dall’Olanda di Van Gaal, fa capire quanto i messicani fossero un osso duro per chiunque in questa rassegna iridata.

Nigeria 6,5: partita senza una grande considerazione per la spedizione in terra brasiliana, la nazionale delle “super aquile” ha messo in mostra un buonissimo mondiale, che l’ha portata a superare addirittura la fase a gironi. Decisiva, in questo senso, l’affermazione anche un po’ fortunosa contro la Bosnia nella seconda partita, oltre alla sconfitta di misura per 3-2 contro l’Argentina: quest’ultima partita resta peraltro una prestazione degna di nota, essendo arrivati in questo frangente la metà esatta dei gol incassati dagli argentini in questo mondiale. L’avventura si è interrotta in maniera controversa contro la Francia, con la mancata espulsione di Matuidi che ha pesato nell’economia dello scontro e che, se cominata, avrebbe anche potuto dare una grossa mano alla selezione africana. Da segnalare il bel mondiale messo in campo dal giovane Musa, autore di 2 gol.

Olanda 7: un altro mondiale positivo per gli “orange”, che però ancora una volta arrivano piuttosto vicini al bersaglio grosso senza riuscire a centrarlo, come ormai triste abitudine a livello di campionato del mondo. L’avventura mondiale della nazionale olandese era partita in maniera devastante: 5-1 rifilato alla Spagna al debutto, 9 punti e primo posto nel girone, con Robben e Van Persie a porsi come assoluti trascinatori della squadra con il loro impatto in zona gol. Nella fase ad eliminazione diretta il rendimento è stato altalenante, ma comunque di segno positivo: fatica a superare il Messico, idem contro il Costa Rica (anche se la sfortuna ed il portiere costaricense ci hanno messo molto del loro), è arrivata contro l’Argentina la prestazione probabilmente più in tono minore dell’intera manifestazione, con una nazionale olandese troppo attendista e non in grado di rendersi pericolosa. Se non altro, a parziale consolazione, è stato comunque centrato un posto sul “podio” con la ripassata data a domicilio al Brasile.

Portogallo 5: la selezione guidata dal c.t. Paulo Bento ha deluso, perché ci si poteva aspettare quantomeno una qualificazione alla fase ad eliminazione diretta. Tuttavia, già il primo match contro la Germania, perso malamente 4-0, ha dato diversi segnali poco incoraggianti: difesa perforabile e squadra con poco mordente, mancanze a cui anche la sfortuna ha contribuito facendo venir subito una pedina importante come Coentrao, infortunatosi nella partita di debutto. Il mondiale negativo dei portoghesi è stato lo specchio del modo in cui la stella della nazionale lusitana, Cristiano Ronaldo, è arrivata all’appuntamento brasiliano: per lui fastidi al ginocchio che ne hanno condizionato il rendimento, dopo una stagione logorante vissuta ad altissimi livelli ed in cui le partite giocate sono state davvero tante. Venuto meno un contributo sostanzioso da parte di CR7, il resto dei suoi compagni è andato di pari passo con il “leader designato”. Se non altro è almeno arrivata una vittoria nel match di chiusura contro il Ghana.

Russia 4,5: la selezione guidata da Capello ha disputato davvero un brutto mondiale. Si poteva prospettare una fase di transizione, anche in vista dell’appuntamento del mondiale 2018 che si disputerà in casa, e che quindi dovrà vedere una nazionale russa all’altezza della situazione. Ma sta di fatto che la rassegna iridata brasiliana ha messo in mostra una Russia di una pochezza davvero notevole, costretta ancora ad affidarsi ai giocatori di esperienza presenti (che nel caso di Akinfeev hanno anche tradito le aspettative) ed in cui il solo Kokorin sembra essere, al momento, elemento interessante in ottica futura. Il risultato finale, 2 soli punti senza nessuna vittoria ottenuta in un girone non così impossibile data la presenza di Algeria e Corea del Sud, descrive quindi perfettamente la mediocrità mostrata.

Spagna 4,5: la caduta fragorosa degli dei. La nazionale che aveva dominato l’ultimo lustro del calcio non solo europeo, ma mondiale, è giunta probabilmente alla fine di un ciclo, in cui urge quindi ripartire da elementi più giovani, motivati e con un sistema di gioco in parte rinnovato, dato che il celebre “tiki taka” sembra essere stato compreso un po’ da chiunque si pari contro la nazionale spagnola. Il sentore di un mondiale negativo per le “furie rosse” lo si era già avuto dopo la prima partita, dove gli iberici erano stati umiliati 5-1 dall’Olanda. Per capire se si fosse trattato di un caso isolato o meno si doveva aspettare la seconda partita contro il Cile, e la nuova sconfitta maturata anche contro i sudamericani ha dato una risposta chiara, certificando lo stato di crisi della selezione spagnola, condannandola inoltre ad una eliminazione precoce. L’aver evitato quantomeno l’ultimo posto nel girone, battendo 3-0 la modesta Australia, salva si l’onore ma non contribuisce ad alzare una valutazione che non può che essere pesantemente negativa, dato che la nazionale spagnola alla vigilia era indicata da chiunque tra le favorite in vista della vittoria finale. Vedremo se e come sapranno rialzarsi in Spagna, per cercare quantomeno di restare ad alti livelli ed evitare di ricadere in quel “limbo” di nazionale eterna incompiuta in cui si era trovata fino all’affermazione ottenuta negli europei del 2008.

Usa 6,5: positivo il mondiale disputato dagli “states”, arrivati in Brasile con una rosa che presentava un interessante mix di giocatori esperti e navigati, e giovani che ancora hanno modo di poter crescere in vista delle manifestazioni internazionali future. Superato bene il girone, con la possibilità addirittura di scalzare dal primo posto la Germania persa tra il pareggio in extremis subito dal Portogallo e la sconfitta di misura patita proprio contro i tedeschi, gli Usa hanno poi dovuto cedere il passo solo dopo i supplementari al Belgio negli ottavi: sconfitta meritata nonostante la grande prestazione del portiere Howard, ma dove gli americani hanno dimostrato, oltre a delle buone qualità complessive di squadra, anche un carattere ed un orgoglio davvero notevoli, non mollando mai il colpo pure quando il match era sfuggito loro di mano nel risultato.

Svizzera 6,5: il mondiale degli elvetici è stato altalenante, con alcune buone prestazioni (specie contro Honduras ed Argentina) intervallate da altre meno positive (la vittoria non del tutto convincente sull’Ecuador e, soprattutto, il pesante rovescio subito dalla Francia). Nel complesso comunque l’aver superato il girone, obiettivo prefissato ad inizio mondiale, rende positiva la spedizione degli svizzeri in Brasile, con il rammarico di essere arrivati a poco dal riuscire ad ottenere lo scalpo prestigioso dell’Argentina, dopo una prestazione di ottimo livello in cui la Svizzera ha tenuto sotto scacco i sudamericani in diversi frangenti di match. Interessanti comunque le prospettive di crescita di una nazionale che già in questo mondiale ha messo in evidenza alcun giovani in grado di stare già a certi livelli, con la possibilità di migliorare nei prossimi anni.

Uruguay 6: la nazionale guidata dal “santone” Tabarez era arrivata a questo mondiale in tono minore rispetto alla bella selezione ammirata negli scorsi anni, perché tolta la coppia d’attacco e qualche individualità in difesa, il resto della rosa non sembrava essere più così competitiva per certi livelli. Ed in effetti il rendimento non trascendentale tenuto dagli uruguagi in Brasile ha confermato le previsioni. È arrivata se non altro la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta, l’obiettivo più realistico per la selezione, conquistata con le vittorie su Inghilterra ed Italia dopo la sconfitta al debutto contro il Costa Rica. Ma al primo avversario di una certa caratura, ovvero la Colombia, la corsa si è fermata senza troppi appelli con uno 0-2 nell’ottavo di finale. Del mondiale uruguaiano in Brasile si ricorderà insomma soprattutto il folle morso di Suarez a Chiellini non visto dall’arbitro messicano Rodriguez Moreno, e questo penso basti per descrivere il livello di gioco espresso in terra brasiliana.

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