Brasile 2014: gruppo G e gruppo H

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GRUPPO G

GERMANIA

Va bene la storiella di Lineker che alla fine vincono sempre i tedeschi, va bene che la la Germania calcistica è sinonimo di affidabilità come il resto del paese che rappresenta, ma l’ultimo alloro mondiale risale a Italia 90, i cellulari erano furgoni della polizia, pareva del tutto logico costruire uno stadio a forma di astronave alla periferia di Bari e i mitici anni 80 imperversavano ancora ovunque.

L’attuale movimento calcistico teutonico è molto diverso da quello prettamente endogamo di quegli anni, che considerava esotico perfino un calciatore dell’ ex DDR. I figli degli stranieri che contribuirono a rendere le Germania il motore economico dell’ Europa, sono ora rappresentanti orgogliosi in campo di questo paese: Tunisia, Turchia, Ghana, pure i due consueti polacchi da Mondiale, Klose e Podolsky. Soprattutto l’ attuale Fußballnationalmannschaft è un raduno di ragazzi dal talento spaventoso. Il migliore attualmente, Marko Reus, ci ha lasciati per un brutto infortunio alla caviglia e i Mondiali se li guarderà in Tv, ma il plotone di pupetti dall’accelerazione e dal dribbling facile, rimane nutrito tra Goetze, Draxler, Schurrle, Muller più Ozil, forse uno dei trequartisti che “vede” meglio il gioco al mondo. A questi vanno aggiunti i veterani come Klose, che probabilmente figurava già tra i convocati per il “miracolo di Berna del 54” e che dovrà sostituire l’ assente perché fragilissimo Mario Gomez, Schweinsteiger e Kroos che in Nazionale può giocare finalmente in mezzo come ama, Lahm ovvero il compendio visivo più efficace di tutto ciò che debba essere e possedere un essere umano per fare di mestiere il terzino, Podolsky, uno che trascorre il biennio tra Mondiale ed Europeo ad annoiarsi nel club di appartenenza perché lui preferisce la maglia del suo paese, visto che a ventinove anni appena è a quattro gol dai cinquanta in Nazionale.

Uomo chiave per le sorti dell’ Angelona Team è sicuramente Hummels: il suo infortunio, insieme a quello in contemporanea di Subotic, ha portato il suo Borussia ad una stagione mediocre dopo un triennio di volo ininterrotto, e ritardato di un anno il suo di volo verso lidi più remunerativi, perchè se han pagato David Luiz quella cifra lì…Quest’anno al suo rientro non è parso così solido, ma nell’anno del Mondiale e con la stagione di club alle ortiche, l’ ipotesi di un mini risparmio in vista del Brasile non è da scartare. Joachim Loew, faccia da playboy degli anni ’70 con il dubbio irrisolto tra penosa tintura nera o clamoroso parrucchino, è alla sua quarta manifestazione da CT. Due volte stoppato dalla Spagna in finale e semifinale tra l’Europeo 2008 ed il Mondiale 2010, uno stop piuttosto inatteso in semifinale dall’ Italia nel 2012, quando erano i grandi favoriti. L’ ora di raccogliere qualcosa potrebbe essere arrivata, contando che per la spina dorsale della squadra, rigorosamente marcata Bayern, una vacanza tropicale dal tiki-taka potrebbe essere la spinta decisiva per scordarsi della marea Blanca che ha alluvionato Monaco qualche tempo fa…Si comincia col Portogallo, e potrebbe essere la gara che decide la prima e la seconda di questo girone.

PROBABILE FORMAZIONE:

(4-2-3-1) Neuer, Durm, Hummels, Boateng, Lahm, Schweinsteiger, Kroos, Muller, Ozil, Podolski, Klose.

PRONOSTICO:

Semifinali come minimo sindacale, ma questo gruppo in diversi giocatori come Schweinsteiger o Lahm, per non parlare di Klose, si trova forse al ballo di fine liceo e il sogno di divenire la reginetta non lo mollerà troppo facilmente.

PORTOGALLO

Nana Nkawa Bonsum, nazionalità ghanese di mestiere stregone, non sappiamo se con o senza partita IVA. Costui per il bene del proprio paese quattro mesi orsono annunciò che avrebbe procurato un infortunio a sua maestà Cristiano Ronaldo. Ronaldo è tormentato da una tendinite rotulea al ginocchio sinistro, probabile conseguenza di una stagione massacrante, già intuibile da una finale di Champions League non disputata ai livelli di quello che è l’ attuale numero uno al mondo, ma il folclore africano ci marcia sopra a questa profezia e in Portogallo non sono tranquilli.

Anche perché l’ attuale Nazionale lusitana si aggrappa con forza alla brillantina del moroso di Irina, trovandosi per il resto in un momento di guado tecnico e generazionale che ben si spiega quando devi portare Helder Postiga, uno i cui avvistamenti a Roma i tifosi della Lazio hanno demandato ad un team di ufologi. Va detto che il Portogallo, anche grazie alla Svezia, ci ha regalato una della più belle sfide tra nazionali dell’ ultimo decennio, quella che l’ ha portato in Brasile e ha fatto lacrimare a denti stretti il mio amato Zlatan. Per il resto di livello assoluto c’è Coentrao, uno che quest’ anno vedevo giocare continuando a domandarmi perché dovesse lasciare il Real e soprattutto perché sarebbe dovuto venire gratis al Milan…infatti ha rinnovato fino al 2019 con la camiseta Blanca, lasciando alla creatura bifronte ConstantUelson la prateria sinistra di San Siro. Un bell’ ometto di centrocampo è Joao Moutinho del Monaco, uno che forse ha trascorso troppo tempo sull’ Atlantico e non ha certo scelto chissà quale palcoscenico successivamente. Veloso ancora a Kiev fino a quando non si sa, ex genoano, è un altro parecchio sottovalutato e che si è un minimo “messo fuori” dal calcio che conta in nome del dinero. Dietro c’è sempre Pepe, uno stopper britannico degli anni 70 misteriosamente nato nell’anno e nel luogo sbagliato, giocatore comunque efficace che da anni vede passare allenatori sulla panca del Real, senza che nessuno si sogni di rinunciare ai suoi tacchetti pesanti. Nani, reduce da molte ombre e infortuni a Manchester sponda United, dovrebbe completare il tridente d’ attacco, in panca da subentrante occhio a Vieirinha che ha fatto fuori Quaresma: segna col contagocce ma è uno di quei giocatori che saltano secco l’ avversario, e farlo entrare a gara in corso in una manifestazione dai ritmi presumibilmente non frenetici, potrebbe avere un senso.

Insomma, ci siamo capiti: Cristiano, Cristiano e ancora Cristiano per le speranze di un buon Mondiale per il CT Paulo Bento, ex giocatore della generazione di Paulo Sousa, Rui Costa, Figo.

PROBABILE FORMAZIONE:

(4-3-3): Beto, Coentrao, Pepe, Bruno Alves, Joao Pereira, Veloso, Moutinho, Meireles, Ronaldo, Postiga (ebbene sì)- Nani.

PRONOSTICO:

A meno di sorprese nella prima gara contro la favorita Germania, sorprese sempre possibili, dovrebbe giocarsi il secondo posto con il Ghana, per poi finire contro il Belgio agli ottavi, cliente pericolosissimo per chiunque e stra-candidato a squadra rivelazione.

GHANA

Ci sono alcuni luoghi comuni che sono una certezza nella vita di ciascuno: l’eurozona uscirà dalla crisi nel 2011/12/13/14, noi da giovani mica eravamo pirla come quelli di adesso, quello africano sarà il calcio del futuro. Una frase che si sente da quando il Camerun incantò ad Italia 90 e l’ anno dopo tale Nil Lamptey , proprio del Ghana, ai Mondiali under 17 del 1991 veniva indicato dagli addetti ai lavori come erede di Pelè. Nel frattempo molti dei “dominatori futuri del calcio” di quegli anni sono diventati nonni ed il calcio africano va un po’ avanti e un po’ un indietro, sempre vittima di storici difetti tattici e povertà che inevitabilmente frena la crescita dei movimenti e spesso fa scappare in Europa i gioielli migliori quando sono giovanissimi, portando poi i medesimi a scegliere di rappresentare la patria d’ adozione piuttosto che quella d’ origine. Avete presente la storia sopra di Ronaldo e dello stregone? Bene, in Coppa d’ Africa anche se non ufficialmente sulla lista dei componenti dello staff in ritiro, per molte nazionali lo stregone è una presenza fissa. Romantico per carità, ma nel resto del mondo si è giunti alla conclusione che preti e mullah non siano fondamentali in zona gol.

Il Ghana peraltro è tra le nazionali africane che più si è avvicinato al sogno: nel 2010 furono i rigori a negargli l’accesso alle semifinali in favore dell’Uruguay e uno sciagurato errore di Gyan dal dischetto al 120esimo minuto che avrebbe risolto prima la questione. Boateng, fresco padre e reduce da una buona stagione in Germania, torna in nazionale e bisogna vedere con quanta gioia dei compagni che si sono sciroppati trasferte massacranti tra Europa e continente nero, mentre il nostro regnava incontrastato a Milano, non in campo ma in zona corso Como. Peraltro la sua zona di competenza, nel terzetto alle spalle di Gyan Asamoah (guardate la sua scheda su Wikipedia: calciatore e rapper ghanese, una chicca!) è la zona più affollata di talento con Ayew, funambolica ala dell’ Olympique Marsiglia e Kwado Asamoah, instancabile motorino della Juve che non disdegna l’inserimento e il tiro da fuori. A parte Ayew, è una vera batteria di assaltatori, bravi ad inserirsi e tutti col vizietto del gol, più sciabola che fioretto. Senza contare che in panca , a meno che non venga messo nei due davanti alla difesa, è pronto a subentrare il principe della confusione e del tiro ignorante:il nostro Sulley. Ci rido e ci scherzo sopra, ma Muntari in una manifestazione breve, per motivi ignoti perfino ai suoi allenatori e a sua madre, è in grado di procurare gol pesanti e oltremodo brutti, attenzione all’alter ego scuro di Brad Pitt dunque.

Ancora il sopracitato rapper Gyan a guidare l’ attacco, da valutare visto che da tre anni preferisce i petrodollari degli Emirati Arabi al palcoscenico europeo, in mezzo c’ è curiosità per capire se Essien sia ancora in vita o se la salma vista deambulare in maglia rossonera sia la versione definitiva; un buon Mondiale e la danarosa offerta di una squadra greca o turca potrebbero risolvere alcuni problemi di monte ingaggi al Milan, quindi vai Michael! Nel pacchetto difensivo è interessante Daniel Opare, classe 1990 dello Standard Liegi, probabile futuro con la maglia del Porto.

PROBABILE FORMAZIONE:

(4-2-3-1): Dauda o Kingson, Opare, Mensah, Boye, Afful, Rabiu o Muntari, Essien, Asamoah, Boateng, Ayew, Gyan.

PRONOSTICO:

Come per il Portogallo, molto del suo possibile secondo posto dipende dalle condizioni di CR7 (probabile che Florentino l’anno prossimo lo contrattualizzi sto stregone per stare tranquillo con la sua stella; furbo mister Nana Nkawa eccetera), arrivasse agli ottavi sarebbe un buon risultato, e da lì in poi orgoglio ed entusiasmo rendono le Black Stars pericolose per chiunque.

STATI UNITI.

Va bene: il calcio è lo sport più praticato negli States, i padri hanno smesso di guardare i loro figlioli con parastinchi e scarpe tacchettate con la stessa espressione del padre di Billy Elliot, ma progressi evidenti negli ultimi vent’anni non se ne vedono troppi. Il girone CONCACAF l’ ha concluso davanti al Costa Rica prossimo avversario dell’ Italia, il capocannoniere è stato Clint Dempsey, anni di ordinaria amministrazione tra Fulham e Tottenham con una buona stagione da 23 gol ai Cottagers nel 2011-2012, in nazionale dal 2004 e in gol sia in Germania nel 2006 che in Sudafrica nel 2010.

Oltre a lui in avanti, la spina dorsale si completa con Bradley, affidabilissimo centrocampista ex Chievo e Roma anche noto per le lezioni d’ inglese che dava a Totti nello spot della Volkswagen e per il capolavoro invernale di Sabatini che l’ ha ceduto in Canada per quasi otto milioni di euro, e con Geoff Cameron, centrale difensivo dello Stoke City sorprendente nono classificato nella Premier League di quest’ anno in cui lui si è anche tolto la soddisfazione di segnare due gol.

Attorno a questi tre qualcosetta d’ interessante c’ è: Altidore, reduce da una stagione fisica tribolata al Sunderland che aveva speso ben dieci milioni di euro per assicurarselo dall’ Az Alkmaar, Az Alkmaar che detiene anche il cartellino di Aron Johansson, vichingo quanto Odino ma con passaporto statunitense scelto dopo alcune gare con le giovanili della vulcanica isola, molto duttile potendo essere schierato sia in attacco dove ci sa fare (17 gol per lui quest’ anno in Eredivisie) sia in fascia, consentendo di passare al 4-4-1-1. Ultimo elemento interessante è Julian Green, classe 1995 e virgulto del Bayern Monaco, esterno con propensioni offensive ed un possibile futuro da seconda punta, quest’anno la prima squadra non l’ ha quasi vista ma il talento c’ è tutto. A proposito di Germania, in panca c’è la pantegana bionda Jurgen Klinsmann, vecchia conoscenza del calcio italiano e nel mirino della stampa d’ oltreoceano per le esclusioni di Landon Donovan, monumento del calcio americano che ha sempre toppato nelle sue alterne frequentazioni con quello europeo, e di Brad Evans che era sempre stato convocato durante le qualificazioni. Insomma, non avrà sessanta milioni di commissari tecnici come Prandelli, ma qualche rompiballe sparso nel grande spazio tra Atlantico e Pacifico se lo deve sciroppare pure Jurgen.

PROBABILE FORMAZIONE

(4-4-2): Howard, Beasley, Besler, Cameron, Johnson, Davis, Bradley, Jones, Zusi, Dempsey, Johansson.

PRONOSTICO:

La qualificazione agli ottavi pare una chimera, un pareggio o una vittoria nelle tre gare del girone sarebbero già un buon risultato

GRUPPO H

BELGIO

I diavoli rossi belgi allenati da Wilmots si apprestano ad affrontare il mondiale da mina vagante per eccellenza, un gradino sopra la freschissima Colombia di Pekerman e la tignosa Croazia di Kovac. Forti di un girone di qualificazione dominato con otto vittorie e due pareggi (18 gol fatti e solo 4 subiti), in un gruppo nemmeno troppo agevole (che comprendeva, in ordine sparso, Croazia, Serbia, Montenegro, Galles, Scozia e Macedonia), la nazionale belga può contare tra le proprie fila di giocatori del calibro dell’ormai consacrato Vincent Kompany, capitano del City di Pellegrini, Lukaku, Courtois, De Bruyne, Mertens, Dembélé e, soprattutto, quell’Eden Hazard che nel Chelsea di Mourinho si è dimostrato spesso decisivo e, ancora più spesso, insostituibile nello scacchiere tattico del tecnico portoghese. Se ci si potrebbe aspettare, dopo un elenco di giocatori offensivi di tale portata, un calo di valori effettivi tra i componenti dei ruoli difensivi, ci si sbaglia: oltre ai già citati Courtois e Kompany, il Belgio può contare su Vermaelen e Vertonghen, reduci da stagioni discretamente positive in Premier League tra le file, rispettivamente, di Arsenal e Tottenham, e da dighe di centrocampo che rispondono ai nomi di Marouane Fellaini, centrocampista fisicamente strabordante che solo per colpa della disastrosa stagione dei Red Devils di Manchester non gode dei consensi della critica (ma che resta, a parer mio, un giocatore di valore decisamente assoluto) e Axel Witsel, lo spacca-gambe consacratosi un paio di stagioni fa col Benfica ma che sembra un pochetto arrugginito dall’esperienza al freddo russo di San Pietroburgo. A concludere il quadro, ecco il giovanissimo giocatore che ha fatto litigare, per la sua convocazione nazionale, ben 5 c.t.: Adnan Januzaj, tuttofare d’attacco che Turchia, Serbia, Kosovo, Inghilterra, Belgio ed Albania si sono contese per mesi, fino alla definitiva decisione del gioiellino di schierarsi per la forte nazionale belga. Tre curiosità: il ninja Nainngollan non è stato convocato nonostante da almeno 3 anni sia uno dei centrocampisti più positivi della Serie A; il fratello di Eden Hazard, Thorgan, nella stagione appena conclusasi si è aggiudicato il premio quale miglior giocatore della Pro League (campionato belga): a casa anche lui; nel girone di qualificazione il Belgio ha vinto tutte quante le sfide in trasferta, segnando 11 gol e subendone solo 1.

PROBABILE FORMAZIONE

(4-2-3-1): Courtois, Alderweireld, Kompany, Vermaelen, Vertonghen, Fellaini, Witsel; Hazard, Mertens (o Dembélé), de Bruyne, Lukaku

PRONOSTICO:

Ad oggi il Belgio veste il ruolo di favorita al passaggio del turno nel proprio girone, facilitato da contendenti non proprio di primo piano, se si esclude l’impronosticabile Russia di Capello. La differenza tra primo e secondo posto non sarà affatto insignificante: chi tra i russi e Belgio non riuscirà ad aggiudicarsi il primato, dovrà con tutte le probabilità scontrarsi contro la Germania. In linea generale, i belgi potrebbero dar filo da torcere a tutte le compagini della rassegna iridata.

RUSSIA

Alla faccia dell’allenatore straniero: nessuno dei convocati di Capello per i mondiali brasiliani milita in campionati diversi dalla Premier League russa. Alla sua terza partecipazione al mondiale, considerando lo smembramento dell’U.R.S.S., la Russia tenterà di dare una spintarella giù dal piedistallo di favorita alla compagine belga e, soprattutto, proverà ad abbattere il muro del superamento del primo turno, miglior risultato ottenuto fino ad ora nei due precedenti tentativi (1994 e 2002). L’onere di dare identità a una formazione che ha sempre sofferto di schizofrenia sportiva è tutto sulle spalle di don Fabio Capello, che nelle qualificazioni è riuscito nell’impresa di conquistare il primo posto nel girone davanti al Portogallo di Ronaldo, pur partecipando a un gruppo non del tutto ostico (Israele, Azerbaigian, Irlanda del Nord e Lussemburgo le altre nazionali affrontate). I punti fermi della squadra russa, anche per effetto della perdita per infortunio del capitano Shirokov, sono fondamentalmente tre: il discretamente affidabile Akinfeev, il gigante difensivo Berezutski e Kerzakhov. La scommessa vera di Capello però è un’altra: l’allenatore friulano punta forte su Kokorin, giovane (ma non giovanissimo: è un 1991) attaccante polivalente della Dinamo Mosca. In campo la Russia si presenterà probabilmente con un rigido 4-3-2-1 (modulo che porterà all’esclusione di Dzagoev, elemento di maggior talento della squadra russa), con centrocampo e difesa capelliane e, dunque, con il compito principale di mantenere serrate le fila, e gioco offensivo in mano a Samedov e Kokorin in appoggio al quel volpone di Kerzakhov.

PROBABILE FORMAZIONE

(4-3-2-1): Akinfeev, Kozlov, Ignaschevich, V.Berezutski, Kombarov, Faizulin, Denisov, Glushakov, Samedov, Kokorin, Kerzakhov.

PRONOSTICO:

Il passaggio del turno è da considerare il minimo obiettivo per questa Russia, per quanto si sbandieri che il progetto affidato a Capello sia a lungo termine; non dimentichiamo, in ogni caso, che l’allenatore italiano ha compiuto scelte non completamente popolari, lasciando a casa giocatori del calibro di Arshavin, Pavlyuchenko e Pogrebnjak.

COREA DEL SUD

Sono lontani i fasti (e gli imbrogli) dei mondiali 2002; nonostante ciò, la Corea del sud resta la nazionale asiatica che ha mostrato più continuità di risultati dagli anni ’50 ad oggi, centrando per l’ottava volta consecutiva la qualificazione ai mondiali. In soldoni, sono 28 anni che ci dobbiamo sorbire questi maledetti coreani che tanto si emozionano quando giocano contro noi italiani. Nonostante non ci sia l’Ahn di turno, la Corea giunge alla rassegna iridata con una nazionale abbastanza “europea”: sono infatti ben 11 i giocatori coreani che militano in squadre del vecchio continente, principalmente dai campionati tedesco e inglese. Le tigri asiatiche si presenteranno con una squadra dall’età media discretamente giovane (circa 26 anni) e un talentino che molti addetti stampa prefigurano quale miglior talento degli ultimi anni di tutto quanto il continente asiatico: si tratta dell’attaccante del Leverkusen Son Heung-Min, reduce da una positiva stagione con i rossoneri teteski.

PROBABILE FORMAZIONE

(4-2-3-1): Jung, Kim Changsoo, Kim Jinsoo, Hong Jeongho, Lee Yong, Han Kookyoung, Lee Chungyong, Ki, Kim Bokyung, Son Heungmin, Park Chuyoung.

PRONOSTICO:

Poche le chances di passaggio del turno per i coreani, anche perché Belgio e Russia paiono francamente di un’altra categoria. Tuttavia. Tuttavia la Russia è pazzerella. Verosimilmente la Corea si contenderà l’ultimo posto nel girone con l’altra cenerentola Algeria.

ALGERIA

A quattro anni dal mondiale sudafricano, ecco ricomparire l’Algeria: l’obiettivo sembrerebbe quello di riscattare l’ultimo posto ottenuto nell’ultima partecipazione, anche se la situazione appare abbastanza simile, con due squadre nettamente più forti (laddove nel 2010 c’erano Usa e Inghilterra oggi ci sono Belgio e Russia) e una di livello simile con cui contendersi il “cucchiaio di legno” del girone. A ben guardare, qualche elemento interessante è effettivamente presente nella nazionale Algerina: facendo finta di non notare Mesbah, gli africani possono contare sull’interista Taider, sul napoletano Ghoulam, su l’ex Udinese Yebda, sulla punta dello Sporting Lisbona Islam Slimani e, soprattutto, su Feghouli, che quest’anno, nonostante l’annata non positiva del Valencia, pare aver trovato una continuità che fino ad oggi è sempre stata la vera sua vera pecca. In ogni caso la nazionale Algerina può considerarsi la più debole delle nazionali africane presenti alla rassegna brasiliana e, probabilmente, tra le più “leggere” considerando anche gli altri continenti.

PROBABILE FORMAZIONE

(4-2-3-1): M’bolhi, Mandi, Bougherra, Medjani, Ghoulam, Mostefa, Taider, Feghouli, Brahimi, Soudani, Slimani.

PRONOSTICO:

Il pronostico non può essere benevolo, e riesce difficile pensare a un risultato diverso dall’ultimo posto nel girone. La vera sfida sarà con la Corea, che però ad oggi pare più solida e definita.

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