Inizia oggi il nostro viaggio verso il Mondiale brasiliano 2014, nei prossimi giorni vi guideremo alla scoperta delle 32 protagoniste della prossima rassegna iridata cominciando dal gruppo A dei padroni di casa del Brasile e dal gruppo B in cui troviamo le due finaliste della scorsa edizione, Spagna e Olanda. MasterOfPuppets e Norma Bates vi presentano le prime otto nazionali di Brasile 2014. Buona lettura!
GIRONE A
BRASILE
Superfluo da dire ma i verdeoro, padroni di casa a sessantaquattro anni di distanza dalla ferita, ancora aperta, del Maracanazo, sono i favoriti d’obbligo. A prescindere da come andrà a finire, Luiz Felipe Scolari ha dimostrato un coraggio invidiabile. La panchina della Seleçao non ha mai scottato così tanto, non ha mai implicato una pressione tanto grande da sopportare. Ancora una volta infatti la nazionale brasiliana non giocherà soltanto a calcio, ma rappresenterà le emozioni e i sentimenti di una nazione intera, determinata a cancellare l’onta subita per mano dell’Uruguay di Schiaffino e Ghiggia. Ma il tecnico di Passo Fundo ha le spalle larghe e la necessaria preparazione a gestire situazioni del genere. Un mondiale vinto nel 2002 e una finale persa all’europeo del 2004 (anche allora da padrone di casa), rappresentano un ottimo biglietto da visita, nonché il motivo per il quale la Federcalcio carioca lo ha scelto per sostituire Menezes dal 23 Novembre 2012. Il suo lavoro ha subito portato frutti, con la vittoria della Confederations Cup dello scorso anno, ottenuta vincendo tutte e 5 le partite e con un sonoro 3 a 0 rifilato in finale alla Spagna. Da quel momento, la preparazione al campionato del mondo si è basata sulle amichevoli, dieci partite di cui una sola persa, contro la Svizzera a Basilea il 14 Agosto 2013. Nelle altre gare sono arrivate solo vittorie, accompagnate, negli ultimi mesi, da una solidità difensiva che è marchio di fabbrica di Scolari, con un solo gol subito nelle ultime sette gare disputate. Solidità, appunto, sembra essere la parola d’ordine di questa nazionale carioca, sicuramente povera di talenti stratosferici rispetto alle abitudini del passato, con Neymar, ancora acerbo soprattutto sotto il punto di vista della personalità e della continuità, a fare da stella. Il doppio mediano è il punto fermo dello schieramento tattico, con Luiz Gustavo sicuro del posto e con Fernandinho che potrebbe scalare le gerarchie e scalzare un Paulinho in ombra, dopo un campionato sottotono disputato col Tottenham. La cerniera in mezzo al campo dovrà necessariamente funzionare, per coprire un trio di mezzepunte poco propense al sacrificio (Hulk – Oscar o Willian – Neymar) e per garantire filtro ad una difesa molto forte tecnicamente ma soggetta a cali di concentrazione molto rischiosi, soprattutto per quanto riguarda David Luiz. Daniel Alves e Marcelo sulle fasce garantiranno spinta e tecnica, nonché quei cross adatti a sfruttare le caratteristiche di Fred, centravanti che ritrova sistematicamente forze ed energie inaspettate quando veste la maglia della nazionale. In ogni caso, sarà fondamentale l’aspetto psicologico: la pressione sui padroni di casa è, da sempre, enorme, a maggior ragione in questo caso, col drammatico precedente del 1950. Tutto starà nella bravura di Scolari prima, e dei giocatori poi, ad incanalare la pressione in energia positiva, a partire dalla prima e importantissima gara con la Croazia.
PROBABILE FORMAZIONE :
(4-2-3-1) : Julio Cesar, Daniel Alves, Thiago Silva, David Luiz, Marcelo, Luiz Gustavo, Paulinho, Hulk, Oscar, Neymar, Fred.
PRONOSTICO:
Il Brasile ha un solo risultato: la vittoria finale. Tuttavia, nonostante la solidità mostrata nelle ultime amichevoli, il gioco non è stato entusiasmante. Inoltre il carico mediatico e le aspettative dei tifosi e della nazione intera potrebbero rivelarsi armi a doppio taglio, soprattutto nell’affrontare le prime partite del girone, da sempre insidiose per i favoriti.
CROAZIA
I tempi di Francia ’98 sono ormai lontani, ma la nazionale croata, guidata dal 16 ottobre 2013 da Niko Kovac, ha le carte in regola per stupire. Giunti secondi nel loro girone di qualificazione, dietro al Belgio e davanti alla Serbia, i biancorossi dei balcani sono arrivati in Brasile in seguito allo spareggio vinto contro l’Islanda, grazie alla vittoria per 2 a 0 nella gara di ritorno a Zagabria, dopo lo 0 a 0 di Reykjavik. Il punto di forza è senza dubbio il centrocampo, fornito di elementi dinamici, tecnici e di caratura internazionale. Poche squadre, d’altronde, possono vantare nell’undici titolare centrocampisti come Modric, Rakitic e Kovacic: classe, muscoli e cervello al servizio di Mario Mandzukic. Il centravanti del Bayern è un punto di riferimento di sicura affidabilità, abile a finalizzare il gioco della squadra e già capocannoniere del girone di qualificazione con 3 reti, oltre ad aver sbloccato il risultato nel ritorno dello spareggio contro l’Islanda. A questi elementi si aggiunge l’apporto di Ivan Perisic: l’ex Borussia Dortmund, dal 2013 al Wolfsburg, è un tassello importante per la squadra di Kovac, abituato a fornire ottime prestazioni con la maglia della nazionale. Il tutto senza dimenticare il veterano Ivica Olic, il cui apporto di esperienza e personalità sarà utile ad una formazione sostanzialmente giovane. In difesa assieme al sempreverde Srna, recordman di presenze, ci saranno Lovren, reduce da un’ottima stagione al Southampton, Corluka e Pranjic, in ballottaggio con il giovane Vrsaljko del Genoa. Per quanto riguarda l’avvicinamento al mondiale, le ultime amichevoli disputate hanno visto i croati vittoriosi con l’Australia, per 1 a 0 e con il Mali per 2 a 1, dopo aver pareggiato in Svizzera col punteggio di 2-2. La sensazione è comunque quella di una squadra ostica, tecnica e tignosa, con la giusta dose di freschezza ed esperienza, che può recitare un ruolo importante in terra brasiliana.
PROBABILE FORMAZIONE:
(4-2-3-1): Pletikosa, Srna, Lovren, Corluka, Pranjic, Modric, Rakitic, Olic, Kovacic, Perisic, Mandzukic.
PRONOSTICO:
Messico e Camerun sembrano avversari alla portata, pertanto non dovrebbe essere un problema superare il girone alle spalle del Brasile. Una volta superato il primo ostacolo, le potenzialità della squadra unite ad un tabellone favorevole potrebbero anche portare gli uomini di Kovac a giocare un quarto di finale.
MESSICO
Anche il Messico ha ottenuto il pass per i mondiali grazie allo spareggio interzona Concacaf-Ofc, vinto con un risultato complessivo di 9 a 3 a scapito della Nuova Zelanda (5 a 1 nella gara d’andata, 4 a 2 in quella di ritorno). Risultato roboante ottenuto dal tecnico Miguel Herrera, chiamato dalla Federazione proprio in occasione dello spareggio, in seguito a un girone di qualificazione disastroso, terminato alle spalle di Stati Uniti, Costa Rica e Honduras e con solo due vittorie all’attivo su dieci partite disputate. D’altronde la nazionale messicana era reduce da scandali che hanno destato non poco scalpore nell’opinione pubblica. Il primo episodio si era verificato alla vigilia di un’amichevole in Ecuador, in vista della Coppa America del 2011, quando diversi calciatori erano stati sorpresi in albergo con delle prostitute, da cui furono anche derubati. Lo scandalo tenne banco per settimane, e il Messico, che per l’occasione schierò solo Under 23, fu eliminato con tre sconfitte su tre partite nel girone. Pochi mesi dopo, in occasione della Gold Cup, competizione continentale organizzata dalla Concacaf e vinta proprio dai Messicani, si sollevarono pesanti accuse di doping per ben cinque calciatori (tra cui il portiere Ochoa e il difensore Rodriguez, presenti a Brasile 2014), risultati positivi al clenbuterolo. Sospesi dalla Federazione, in seguito verranno tutti prosciolti dall’accusa, perché la sostanza proibita fu ingerita casualmente, a causa di carne contaminata. Questi precedenti, a dir poco burrascosi, hanno portato una linea decisamente proibizionista all’interno del ritiro mondiale, col tecnico messicano in prima linea contro il consumo di carni rosse e contro il sesso. Quanto possano poi, in concreto, servire queste regole ferree lo dirà il campo, anche perché le fortune della compagine messicana saranno affidate all’estro di Giovani Dos Santos, eterna incompiuta reduce da una discreta stagione al Villarreal e alla capacità realizzativa del Chicharito Hernandez, in ombra nella disastrosa stagione del suo Manchester United. A conti fatti un po’ poco, considerando che il reparto difensivo conta ancora su Rafa Marquez, 35 anni, e che l’età media complessiva della rosa è molto elevata. Per il resto la squadra non presenta grosse individualità, e non è difficile immaginare che le difficoltà incontrate nel girone di qualificazione si possano ripresentare, amplificate, alle prese con un raggruppamento tutt’altro che semplice, con squadre superiori, quantomeno sulla carta. Aggressività e tenacia non mancheranno, per quanto, con ogni probabilità, non saranno sufficienti. Ma il calcio ha sempre in serbo qualche sorpresa, e le favorite del girone dovranno comunque fare attenzione nell’affrontare i ragazzi della selezione Tricolor.
PROBABILE FORMAZIONE:
(5-3-2 o 4-3-3): Ochoa, Aguilar, Reyes, Marquez, Moreno, Guardado, Fabian, Pena, Salcido, Dos Santos, Hernandez.
PRONOSTICO:
Gli uomini di Herrera vengono da un cammino molto complicato, sono in là con gli anni e hanno poca qualità. Superare il girone è un’utopia, probabilmente arrivare terzi nel raggruppamento potrebbe rappresentare un buon risultato.
CAMERUN
I “Leoni Indomabili” si presentano in Brasile dopo aver superato abbastanza agevolmente le due fasi di qualificazione della zona CAF, in particolare dopo aver concluso al primo posto il girone della seconda fase, con 13 punti, davanti alla Libia, e dopo aver eliminato la Tunisia nella terza fase, con un risultato complessivo di 4 a 1, dopo lo 0 a 0 della gara d’andata. La guida della squadra è affidata, dal 2013, al tedesco Volker Finke, classe 1948 ed ex tecnico del Colonia, subentrato a Paul Le Guen dopo i disastrosi risultati ottenuti dal francese, eliminato ai quarti di Coppa D’Africa nel 2010, al girone del mondiale Sudafricano e incapace di centrare la qualificazione alla Coppa D’Africa del 2012 e del 2013, eliminato clamorosamente nel giro di pochi mesi dal Senegal prima e addirittura da Capo Verde poi. I problemi interni, dovuti soprattutto ai litigi di Samuel Eto’o, polemico con federazione e compagni, hanno sicuramente inciso nei pessimi risultati degli ultimi anni. Il compito di Finke si preannuncia quindi tutt’altro che semplice, considerando anche che la rosa non brilla per qualità e completezza. La stella, a conti fatti, è ancora Eto’o, che continua comunque ad essere al centro di polemiche poco simpatiche sulla sua età, alimentate anche dal suo tecnico al Chelsea, Josè Mourinho. Attenendoci all’anagrafe “ufficiale”, parliamo in ogni caso di un calciatore di 33 anni, in evidente fase calante. In mezzo al campo l’elemento di maggior valore è Alex Song, letteralmente scomparso dai radar del calcio che conta dopo essersi trasferito al Barcellona, dove ha giocato poco e in maniera disastrosa. In difesa, l’elemento più interessante è N’Koulou, colosso del Marsiglia, sui taccuini di numerose squadre europee. Sulla carta è un po’ poco per sperare di superare un girone dove Brasile e Croazia sembrano molto più attrezzate. Tuttavia la grinta e la determinazione dei leoni del Camerun, unita alla indubbia voglia di rivalsa dopo le ultime, deludenti, manifestazioni internazionali, potrebbe giocare un ruolo importante e, magari, sovvertire qualche pronostico.
PROBABILE FORMAZIONE:
(4-3-1-2 o 4-3-3): Itandje, Nyom, Chedjou, N’Koulou, Assou-Ekotto, Song, Matip, Makoun, Enoh, Choupo-Moting, Eto’o.
PRONOSTICO:
Ad oggi il Camerun è dietro Brasile e Croazia, pertanto è molto difficile che possa superare il girone. Più realisticamente, se la giocherà per il ruolo di terza forza con il Messico.
GRUPPO B
SPAGNA
“Ho perso le parole” sarebbe il titolo giusto, l’unico modo per presentare una squadra del genere. Una macchina da guerra perfettamente oliata che si è ritagliata lo spazio dovuto nell’olimpo della nazionali più forti di tutti i tempi. Europei 2008 e 2012, passando per il mondiale di 4 anni fa, sono i risultati migliori di tutta la storia della nazionale spagnola, che si appresta a disputare il suo 14° torneo mondiale partendo come una delle favorite alla vittoria finale. Le Furie Rosse hanno vinto il girone di qualificazione grazie a 6 vittorie e 2 pareggi, subendo solo 3 reti. Vicente del Bosque ha la fortuna di poter pescare in ogni reparto senza dover porsi il problema di non avere gente all’altezza: partendo dalla porta, con un certo Iker Casillas a difenderla, passando per la retroguardia il cui perno è uno dei difensori più forti attualmente e che come nome sulla maglia ha Sergio Ramos, arrivando al reparto più solido, quello che ha fatto la fortuna di questa nazionale, una spina dorsale composta da gente e sinergie difficilmente ripetibili, che ha in Xavi e Iniesta una vera e propria cerniera lì in mezzo, coadiuvati da “tizi” come Fàbregas, Busquets e Xavi Alonso. Poi l’attacco, che trova una futura stella, protagonista con 27 gol nella Liga appena conclusasi, un oriundo nato in Brasile ma naturalizzato spagnolo, quel Diego Costa che per infortunio non si è potuto godere a pieno lo scontro al vertice contro il Barcellona che ha poi eletto l’Atletico Madrid campione di Spagna e la finalissima di Champions contro i cugini del Real. Con lui Pedro, Torres e Villa. Dalla Spagna dunque ci si aspetta il meglio, e trova il suo unico punto debole sulla prevedibilità del gioco: è una squadra che gioca a memoria, che si serve di una sola punta e con un instancabile movimento della palla a centrocampo con cui sviluppare le sue trame. Fermate le Furie Rosse, altrimenti sarà poker.
PROBABILE FORMAZIONE: (4-3-3) Casillas, Juanfran, Piquè, Ramos, Jordi Alba; Fabregas, Busquets, Xavi; Pedro, Diego Costa, Iniesta.
PRONOSTICO: fra le prime favorite per la vittoria finale, a meno di cataclismi saranno fra i protagonisti delle semifinali e da lì tutto può accadere.
OLANDA
Oh la bella l’Olanda… terra di emancipazione, di rotture di convenzioni, di coffee shop, di canali, di tulipani e soprattutto di calcio rivoluzionario, e ci riferiamo agli anni ’70. Certo, da allora ne è passato di tempo, ma gli Oranje son sempre qui, sempre in prima linea, sempre lì a giocarsi partite fondamentali. E basta… visto che non vincono mai. Tre finali mondiali 3 sconfitte, l’ultima proprio contro la Spagna in Sud Africa 4 anni or sono. Poco sarcasmo però, visto che la squadra di Louis van Gaal ha vinto 9 gare su 10 nel girone di qualificazione, mettendo a segno 34 gol e subendone solo 5. Squadra bella da guardare, fresca e giovane. Il che a volte non è sempre un bene, visto che il reparto difensivo, che rimane quello meno brillante, è composto da ragazzi che in media raggiungono i 24 anni. Poca esperienza, a differenza del centrocampo che non vedrà Strootman, infortunatosi al ginocchio qualche mese fa, ma vedrà quel mastino chiamato Nigel de Jong e Sneijder a fare da chiocce a gente come de Guzman e Clasie. Sul reparto offensivo nulla da dire: van Persie, Robben, Huntelaar, Kuyt, Wijnaldum, Lens, Promes, Depay, Boetius. Nomi conosciuti e meno che compongono uno degli attacchi più forti della competizione, con il giocatore del Bayern Monaco ad essere sotto i riflettori. Da Robben ci si aspetta sempre tanto, anche di più di quello fatto in Sud Africa.
PROBABILE FORMAZIONE: (4-2-3-1) Cillesen, Jaanmat, Vlaar, Martins Indi, Blind; De Jong, Clasie; Robben, Sneijder, Lens; Van Persie.
PRONOSTICO: il sorteggio con la Spagna mette l’Olanda in una scomoda posizione in quanto in caso di qualificazione come seconda del girone si troverebbe (probabilmente) il Brasile già agli ottavi. In quel caso andare aventi sarebbe complicato.
CILE
Il Sud America si sa, sforna campioni a go go. Certo, il Cile non sarà terra fertile ma si difende bene. La cosiddetta Roja è al suo nono campionato mondiale, avventura partita proprio nella prima edizione della competizione iridata, nel lontano 1930. Poi nel ’62 raggiunse il suo miglior piazzamento, arrivando terza. Il Cile ha chiuso il girone di qualificazione in terza posizione dietro Argentina e Colombia, con 28 punti frutto di 9 vittorie, 1 pareggio e 6 sconfitte. Ha grosse lacune in difesa, che di solito viene fatta giocare a 3, e che prende una media di 1 gol e mezzo a gara, non proprio il massimo della vita. Il centrocampo annovera tra le sue fila un certo Arturo Vidal, le cui condizioni fisiche non ottimali però potrebbero compromettere il suo cammino con la nazionale. La fascia di “stella” dunque passa matematicamente ad Alexis Sanchez: l’attaccante del Barcellona, veloce e tecnicamente valido e reduce da 19 gol in Liga, è sicuramente l’uomo-squadra del Cile, l’uomo sul quale Jorge Sampaoli si gioca il tutto per tutto. Sampaoli che, ricordiamo, ha preso la squadra nel 2012 e da quel momento le ha dato un’identità più al passo coi tempi, tanto che i risultati gli hanno dato ragione: 7 gare, 5 vittorie, tra cui quella con l’Uruguay, prossima temibile avversaria dell’Italia.
PROBABILE FORMAZIONE: (3-4-1-2) Bravo, Jara, Medel, Albornoz; Isla, Diaz, Vidal, Mena; Valdivia; Sanchez, Vargas.
PRONOSTICO: girone difficile, proveranno a giocarsi il passaggio agli ottavi contro l’Olanda di Van Gaal.
AUSTRALIA
Senza nessun snobismo… però questa è sicuramente una delle nazionali australiane più scarse della storia. Non che ci voglia chissà che, visto che la terra dei canguri non è mai stata “mamma” di chissà quali campioni del ”soccer”. Terza partecipazione a un mondiale e poco spazio all’immaginazione: sarà fuori dopo tre gare, sulla carta e salvo suicidi altrui. Ange Postecoglou, greco naturalizzato australiano, sa bene che può contare solo sull’esperienza di alcuni elementi: la difesa è il reparto più inaffidabile, composto da gente che ha poca dimestichezza col calcio internazionale. A centrocampo il sempreverde Cahill cercherà di tenere insieme il tutto, aiutato da Jedinak, capitano e reduce dalla salvezza col suo Crystal Palace. In attacco un occhio più curioso spendiamolo per Taggart, capocannoniere del campionato locale.
PROBABILE FORMAZIONE: (4-2-3-1) Ryan; Wilkinson, Franjic, McGowan, Davidson; Jedinak, Milligan; Vidosic, Cahill, Oar; Leckie.
PRONOSTICO: chiudere il girone con qualche punto sarebbe già un successo, obbiettivamente di più non si può chiedere.
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