La distanza

curvasud_tifosi_milan_thumb400x275[1]Partiamo da quello che è un dato di fatto: il termometro del tifo rossonero è sotto zero, sicuramente ai minimi storici degli ultimi 30 anni. Gli abbonati calano anno dopo anno, l’insoddisfazione serpeggia sia a S. Siro sia nei vari social. Quali possono essere le cause di questo allontanamento del tifo rossonero?

Una delle prime che mi vengono in mente è senza dubbio la pancia piena. I primi 16-17 anni berlusconiani sono qualcosa di difficilmente ripetibile a questi livelli, direi quasi impossibile.In particolare, fino alla fine del ciclo di Capello, la continuità è stata incredibile, frutto sì di superiorità economica sulle rivali, ma anche di competenza, voglia di affermazione e di rivoluzionare il calcio. Ciò che abbiamo visto fino al 2006 non può non aver fatto alzare l’asticella ad una tifoseria che, storicamente, riempiva gli stadi anche con squadre mediocri.

Tuttavia, ciò non mi sembra sufficiente per spiegare la desolazione degli ultimi anni, quindi aggiungo anche alcuni, rilevanti, fattori che valgono per tutti i club italiani:
– presenza massiccia delle tv,
– stadi obsoleti,
– biglietti non economici,
– sistema italiano generale che fa di tutto per scoraggiare il tifoso che va allo stadio,
– crisi economica.
Messa così, andare allo stadio sembra quasi un atto di fede, eppure nemmeno queste, a mio parere, sono cause sufficienti a spiegare totalmente l’emorragia di tifo rossonero in corso.

Sono sicuro che c’entri qualcosa anche una politica societaria miope, tesa da anni ormai a glorificare il passato ed a navigare a vista sul futuro, che risponde ad ogni minima critica con la bacheca, che cerca di vendere vecchi bolliti o prossimi alla pensione come campioni ancora nel fiore degli anni. Che entusiasmo ci può essere intorno ad una squadra che ha una dirigenza che parla più agli sponsor che ai tifosi, che riempie le dichiarazioni di panzane, oltre i limiti della presa in giro? Che credibilità può avere una società che ha un presidente che ormai si ricorda di essere il capo del Milan solo quando gli serve un passaggio in tv o sui giornali in più per fini extra sportivi? Che “esonera” l’allenatore alla vigilia della gara decisiva della stagione, lo riesonera da Biscardi e poi lo conferma? O che prima mette in panchina ad allenare un giocatore che si era appena tolto gli scarpini, e poi non lo tutela in alcun modo con la stampa, e probabilmente lo caccerà dopo mezza stagione più che dignitosa?

Al tifoso non serve molto per tornare allo stadio, è un tipo di cliente così fedele che qualsiasi azienda di altri settori nemmeno si sogna. C’è una forte componente di emotività che fa in modo che l’entusiasmo si riaccenda con poco. Basti vedere una Roma che partì la scorsa estate tra fischi e contestazioni pesanti a società e giocatori, e che, con una campagna acquisti azzeccata ed un po’ di fortuna (Garcia per il rifuto di Allegri è quasi vincere un terno al lotto), ha costruito una squadra che gioca bene, vincente, e con diversi elementi di prospettiva.

Credo che al Milan manchi soprattutto questo, anche se altri possono avere idee diverse su quale peso dare alle diverse cause esposte in questo post. Ci si può discutere, ma secondo me il calo di interesse verso il Milan non può assolutamente essere solo colpa dei tifosi “ingrati ed imborghesiti”. Tifosi che, per inciso, sono quelli che, pagando i biglietti e, in generale, seguendo il baraccone calcio, mandano avanti il giocattolino.

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