“Il futuro di Seedorf lo decidiamo tutti insieme alla fine del campionato” anche se “ha un contratto con noi per i prossimi due anni”
Silvio Berlusconi.
E’ ufficiale: Seedorf si è presentato a gennaio minacciando i vertici rossoneri nella loro totalità per farsi assumere, nessuno lo voleva, non il vecchio che se ne lava le mani, non il cravatta gialla che tace, neppure la figliola (“Seedorf è stata una scelta di mio padre”).
In questi casi si dice sempre “se un alieno scendesse ora sulla terra e cercasse di capire..”… No. Statevene sul vostro pianeta e scorrazzate pure sull’astronave. Qui non abbiamo nulla da spiegarvi, perché nulla si capisce.
Mai un tecnico sulla nostra panca è rimasto così solo e isolato negli ultimi 28 anni. Nulla di ciò che si sente in giro costituisce una base logica per un simile muro innalzato dal club.
Atteggiamenti snob, uova strapazzate, eccessive spiegazioni durante gli allenamenti…
Cazzate. Roba messa in piedi nel momento in cui, dopo Milan – Parma, Galliani era finito nel mirino della contestazione ed era necessario spostare il tiro.
Contrasti col gruppo degli italiani.
Può pure essere così, certo il loro minutaggio è in totale contraddizione con questa voce. La loro presenza accanto a Galliani al Vismara, a vedere Inzaghi farsi sbattere fuori dalle finali scudetto Primavera, pareva quasi una provocazione più che un sostegno ai ragazzi, visto il periodo.
Però qua non si sta parlando di render scontenti Cristiano Ronaldo o Rooney, e bisognerebbe ricordare che ad altri scettici ben più forti di questa loggetta delle Cariatidi, nell’ autunno del 1987 Berlusconi fece presente che quell’ omino ossessionato da difesa in linea, pressing e intensità, sarebbe rimasto in panca anche l’ anno successivo e che per i musoni la porta stava lì.
Giudizi trancianti sulla rosa.
Per me quel dialogo, mai smentito da Seedorf, con gli ultras dopo Milan – Parma, è stato un errore strategico da parte del tecnico. Affidare confidenze a quel tappo che usurpa l’onore della Fossa da fin troppi anni, è come rivelare una nuova gravidanza di Belen a Signorini, pregandolo di non spifferare nulla in giro. Però in questo caso, al massimo, spetterebbe all’olandese dimettersi se non ritiene rosa e future strategie di mercato in linea con le sue idee e le sue ambizioni. Lui invece ha ribadito di avere un contratto e di voler restare.
Aver scavalcato la catena di comando del club.
Lo faceva anche da calciatore per farsi rinnovare il contratto.
Dunque?
Dunque possiamo solo fare ipotesi che spaziano dal positivo al negativo più profondo.
1) Le voci di Bloomberg, quelle uscite sulla Gazzetta, le dichiarazioni di Barbara sulla disponibilità all’ ingresso di nuovi soci si stanno concretizzando in qualcosa. Ovviamente con le Europee all’orizzonte, per il ben noto principio per cui esistono davvero coglioni che votano o meno Berlusca in base a ciò che fa o non fa per il Milan, le bocche devono essere cucite e non si può dir nulla, anzi è meglio dire che il Milan è un affare di cuore, che “vorrei tornare ad occuparmene in prima persona”, e via dicendo. Il tutto perchè nulla si può dire fino a quando le urne non saranno chiuse.
2) La guerra tra Galliani e Barbara è stata messa in ghiaccio, ma non è finita. A novembre si parlava di un possibile incarico di Galliani in politica o di qualche sinecura iper-pagata in Mediaset. Un’ uscita con tutti gli onori insomma, per mettere una pezza alla rissa di novembre. Anche in questo caso, dunque, prima che si sappia qualcosa è bene che tutti tacciano. Infatti non si parla di quale obiettivo sia gradito al club, se piaccia o meno un sesto posto, se ci sia qualche novità di mercato all’orizzonte, tantomeno se Seedorf rimanga.
3) Entrambe le parti hanno convenuto di aver fatto un errore: Seedorf di non aver ben valutato l’ attuale situazione del club, più vicino alla mediocrità in nome dei conti a posto che all’ aspirazione di essere ancora un top team, il Milan per aver dato all’olandese garanzie che non poteva mantenere. Dunque una separazione all’ orizzonte, ma una separazione in termini non bellicosi, con una buonuscita proporzionata agli appena sei mesi di lavoro svolti.
4) La guerra totale. Il Milan, che fatica a racimolare i soldi per riscattare tre discreti giocatori e che l’anno scorso fece rimanere Allegri in sella giusto perché non volle dargli una buonuscita inferiore ai due milioni di euro, ora è disposto ad affrontare un bagno di sangue economico, una roba da dieci milioni e più, pur di mandare via il tecnico scelto a gennaio, dopo averlo convinto ad appendere gli scarpini al chiodo con un anticipo di sei mesi. In questo caso la scintilla dovrebbe essere stata scaturita da qualche accadimento gravissimo, in nessuna maniera collegabile alle stronzate ipotizzate da giornali e web in questi ultimi due mesi, qualcosa che riguarda direttamente proprietà e tecnico, al massimo col contributo di dirigenza e servi a sua disposizione con inchiostro e tastiere.
Inutile dire che, al 99%, anche a fine stagione e in caso di effettiva separazione, non sapremo mai cosa sia successo veramente.
P.S.: il Milan è un accessorio da tempo immemore per il vecchio, dunque un colpo di teatro pre-elettorale con l’ uscita “Seedorf resta, i punti fatti nel girone di ritorno dimostrano la bontà della mia scelta come quella fatta ai tempi di Capello”, è da tenere in considerazione. La cosa bella è che, come certe uscite in politica fatte dopo scongiuri in senso contrario dei suoi collaboratori, anche questa spiazzerebbe tutti quanti. Quella sera è probabile che Ordine addurrebbe una diarrea fulminante come motivazione della sua assenza dagli schermi –motivazione magari verissima– e che il sito di riferimento per le notizie sul Milan, il giorno successivo #starebbeconSeedorf.
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