Il dilemma europeo

Europa League

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Tredici punti nelle ultime cinque giornate di campionato, sette dei quali ottenuti in trasferta, sono stati sufficienti per cambiare, improvvisamente, le prospettive rossonere. Il traguardo di una eventuale qualificazione europea, diventato ormai un miraggio, è tornato un obiettivo possibile e concreto, guardando sia al calendario che alla classifica. Soltanto tre punti separano, attualmente, i rossoneri dall’ultimo posto utile per l’accesso alla prossima Europa League, ossia quella sesta piazza attualmente occupata dal Parma di Donadoni, ma al di là dei calcoli matematici, appare sicuramente più interessante valutare quanto sia realmente conveniente centrare, eventualmente, tale traguardo, nell’ottica degli obiettivi della prossima stagione. Lo stesso Clarence Seedorf, ai microfoni di Sky, nel post-partita di Genova, dopo aver ottenuto la terza vittoria consecutiva, record assoluto di  questa stagione, migliorato con la vittoria interna con il Catania, non è sembrato particolarmente entusiasta dell’ipotesi, facendo riferimento ad un’imposizione societaria, figlia di valutazioni di ordine meramente  commerciale, lasciando intendere, forse, che anche dal suo punto di vista sarebbe meglio poter lavorare senza impegni infrasettimanali, per mettere a punto l’auspicata e agognata rivoluzione.

Al di là delle sensazioni deducibili dalle dichiarazioni del Mister, è indubbio che l’Europa League porta via un gran numero di risorse fisiche e mentali, non solo durante la stagione. Infatti, bisogna tener presente che un eventuale sesto posto in campionato comporterebbe il dover disputare ben due preliminari, il primo dei quali a pochi giorni di distanza dalla conclusione dei Mondiali in Brasile. E la migliore ipotesi, cioè il raggiungimento del quinto posto, a scapito dell’Inter, porterebbe comunque a dover disputare un preliminare, che andrebbe, come nell’altro caso, a incidere inevitabilmente sulla preparazione. Proprio quello della preparazione atletica è l’aspetto che induce le maggiori perplessità. Anche volendo fare affidamento sul rinnovamento dello staff tecnico e atletico, considerando la condizione fisica della squadra in queste ultime stagioni, spesso a dir poco pietosa, non c’è da stare tranquilli. Al di là del rischio infortuni, da tenere sempre in considerazione, tanto più se si passano i mesi invernali in trasferte tra Polonia, Ucraina, Armenia e simili (con campi al limite della praticabilità e condizioni climatiche spesso avverse), sarebbe di sicuro preferibile impostare la preparazione in ottica campionato, in una stagione nella quale sarà fondamentale rientrare nei primi tre posti. Inoltre, anche a livello tattico, potrebbe essere importante per Seedorf avere un’intera settimana di lavoro con la squadra, senza distrazioni, soprattutto con i nuovi arrivati (che saranno la premessa decisiva per qualsivoglia velleità di risultati sul campo), per consolidare gli schemi e cementare la coesione e lo spirito di gruppo. D’altronde, in tal senso, sarebbe abbastanza facile riportare gli esempi della Juventus di Conte, nata da una stagione senza impegni europei, o quello della Roma di Rudi Garcia, che ha disputato un torneo fin qui straordinario senza il logorio dovuto alle gare infrasettimanali.

Eppure, gli esempi non sono unidirezionali, né univoci, considerando che non sempre la mancata partecipazione alle coppe porta con sé grandi prestazioni in campionato:  l’Inter di Mazzarri è un emblema in tal senso. Inoltre, altrettanto numerosi sono gli esempi di club che hanno costruito una solida mentalità europea proprio grazie alla partecipazione all’Europa League, dopo annate di magra. Su tutti, l’Atletico Madrid di Simeone, che non più tardi di tre stagioni fa si salvò con affanno nella Liga, e che oggi si ritrova tra  le prime quattro squadre d’Europa e a lottare per il titolo in patria, con pieno merito su entrambi i fronti, grazie a un percorso di miglioramento che ha contemplato anche il trionfo nella competizione europea “minore”. Quindi, potrebbe essere significativo dare continuità al percorso europeo, che non si interrompe dalla stagione 1999-2000. Senza tralasciare che la partecipazione ad un torneo continentale gioverebbe sia ai calciatori più giovani, che a quelli con poca esperienza internazionale, nonché allo stesso Seedorf, che si troverebbe a dover gestire sia il doppio impegno ravvicinato, sia l’eventuale rotazione degli elementi in rosa, abituandosi quindi fin da subito ad affrontare queste situazioni.

Inoltre, dalla prossima stagione la vincente dell’Europa League sarà ammessa di diritto alla successiva edizione della Champions League. Aspetto decisamente significativo, sia in termini di aumento del prestigio della competizione, sia nell’ottica di quelle valutazioni meramente economiche che stanno tanto a cuore alle società moderne, e alla dirigenza rossonera in particolare. Considerando poi che diverse grandi del calcio europeo, come il Manchester United, cercheranno di salvare una stagione tribolata provando a raggiungere un piazzamento per tale competizione, il trofeo potrebbe diventare ancora più appetibile, e questa volta non soltanto per  essere l’unico che ancora manca in bacheca.

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