L’intensitè perduta

pincolini4In questi mesi sugli organi  di stampa ufficiali e non, azzerbinati o indipendenti, si è parlato di tutto e di più riguardo al Milan, sia per il presente che per il futuro. Seedorf, i suoi prossimi collaboratori e allenatori in seconda che dovrebbero affiancarlo per curare l’aspetto tattico (Stam, Crespo, Davids), il ruolo di Galliani, Maldini, Sogliano si Sogliano no, Inzaghi.

Si è trovata persino la voglia e il tempo di pubblicizzare la raccolta fondi di Barbara con annesso tour presso le nazioni arabe (manco il Milan fosse una Onlus) e di presentare la nuova sede (mentre Seedorf è tuttora in attesa di presentazione ufficiale).

Curiosamente non si è mai parlato della prossima figura che dovrebbe ricoprire un ruolo chiave, almeno così mi auguro, nel Milan di Seedorf: il preparatore atletico. Perchè sotto questo profilo in questi anni, ma anche nella stagione in corso, qualche problema si è palesato, o no?

E’ pur vero che il deficit atletico è un problema comune a tutte le squadre italiane non appena varcano i patrii confini (forse l’unica squadra che se l’è giocata alla pari quest’anno è stato il Napoli del girone di CL), interessando, di riflesso, gli azzurri, come ha acutamente osservato nel post Italia Spagna il curato nazionale, al secolo Prandelli. Ma è altrettanto vero che i limiti di preparazione del Milan si palesano non tanto e non solo in ambito internazionale ma, in primo luogo, nel campionato nazionale.

Eppure…eppure…vi fu un tempo in cui il Milan di Sacchi rivoluzionò il calcio italiano e mondiale non solo grazie a dettami tattici ed a valori tecnici ma anche grazie a qualità atletiche. Alcune genetiche (vedi Gullit) altre sviluppate con gli allenamenti. Quel Milan di Sacchi, ammiratore e studioso del calcio totale olandese, con preparatore atletico Pincolini, poteva anche avere periodi di calo in campionato, ma era una squadra che, pur con una rosa ristretta rispetto a quelle odierne, con puntualità cronometrica raggiungeva i picchi di condizione nelle fasi e nelle partite più delicate della stagione. Segno di una preparazione atletica ben fatta e curata nei minimi particolari, dove nulla era lasciato al caso.Fino all’avvento del Milan di Sacchi  e Pincolini il calciatore italiano era unanimemente o quasi considerato un atleta di serie B (vedi Brera come la pensava al riguardo), non in grado di battersi alla pari con gli atleti del nord europa. Quel Milan fu rivoluzionario anche sotto il suddetto profilo, colmando quel gap atletico e facendo da apripista a tutte le squadre italiane nazionali e di club. Poi l’eclissi, sia del Milan che del calcio italiano. Nello stesso Milan euromondiale di Ancelotti la preparazione atletica non era quantomeno alla pari con le capacità tecniche.

Tornando ad oggi, è opinione comune che le squadre italiane curino poco la preparazione precampionato. “Bisognerebbe ricreare i ritiri precampionato di un tempo -ha dichiarato lo stesso Pincolini- non fare come adesso che le squadre si ritrovano 4 giorni in sede e poi partono per tournée mondiali. E poi serve ritrovare l’intensità degli allenamenti, anche durante le partitelle, perché l’intensità aiuta ad allenare anche la mentalità. Negli Anni 80-90 si prestava più attenzione al lavoro settimanale. Il Milan di Sacchi non sarebbe stato quello che è stato senza quella cura degli allenamenti”…”se guardiamo l’inizio di ogni partita di coppa, quando noi prendiamo la palla, la passiamo indietro e cominciamo a guardarci attorno mentre gli altri ci aggrediscono”.

Immaginare che il Milan 2014/15 abolisca le tournée all’estero è pura utopia. Anzi, il danno economico prodotto dalla mancata qualificazione per la CL farà sì che la prossima estate venga verosimilmente trascorsa più sugli aerei che sui campi di allenamento per recuperare alcuni milioni. Ma le tournée le fanno anche le squadre straniere (meno delle italiane comunque) nonchè la stessa Juventus, che, sebbene da un mese stia accusando un calo fisico anche a causa di numerose assenze, ha comunque mostrato nelle ultime stagioni una condizione fisica straripante almeno rispetto a quasi tutte le altre squadre italiane.

E’ evidente dunque che nel Milan la differenza di condizione fisica rispetto al passato dovrà provenire soprattutto dall’intensità degli allenamenti settimanali e c’è da augurarsi che anche sotto tale profilo l’olandese Seedorf  abbia pronto il nome di un preparatore atletico di sua fiducia che lo possa affiancare nella prossima stagione, senza appiattirsi su scelte societarie di comodo.

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