La costruzione di una squadra è avventura difficoltosa, perché i parametri per l’assemblaggio, essendo composta interamente da esseri umani, sono quasi infiniti. Senza voler entrare nel merito di acquisti sbagliati, giocatori incompatibili, teste calde o personalità latitanti, credo esista un punto da cui dire “tutto nasce qui, questo è il nostro punto di partenza”. La si può chiamare programmazione, la si può definire progettazione.
Ecco, immaginatevi la costruzione di una casetta in legno: si parte con le basi, che devono essere piane; non c’è necessità di cercare il materiale prezioso o pregiato: devono essere affidabili, isolanti, stabili. Proprio sopra le basi, ecco travi e longheroni; la scelta dei materiali in questo caso si fa più interessante: se si ha possibilità di spendere, che lo si faccia. Per quanto il loro lavoro sia nascosto, senza di queste non si potrebbe pensare nemmeno lontanamente alla nostra bella casetta in legno, e quelle travi daranno l’impressione di imperiturità, di stupefacente solidità al tutto. Dopodiché possiamo passare alla nostra unica stanza, quella da arredare con cura e, possibilmente, con gusto. In questo caso i materiali pregiati non sono obbligatori, ma è ovvio che se l’obiettivo è far bella figura, ci sarà da valutare tutto, dal colore degli interni ai complementari, dalla mobilia ai lampadari. Una volta fatto ciò, si arriva al tetto: se le spese devono essere limitate, ci possiamo accontentare si buttar giù delle assi, inchiodandole alle travi. La nostra casetta in legno, purché abbia un qualcosa a far da tetto, avrà comunque un senso. Con un buon budget però si può puntare ad un tetto con prepotente effetto scenico, magari particolarmente a punta, alto e verticale.
Tornando al calcio giocato, però, credo che un modo per definire quella che è la fase di progettazione, sia verificare in che modo siano state bilanciate le spese. Prendete, ad esempio, il budget investito in acquisti da Milan dalla stagione 0 ad oggi, e cioè il periodo in cui, passato il ciclone calciopoli e l’anno di transizione subito successivo, ha visto le cosiddette big del calcio nostrano attuale affiancate dalla prima giornata della serie A. Si parla del periodo che intercorre tra la stagione 2007/2008 e la 2013/2014; in totale sette stagioni calcistiche, più o meno una generazione di calciatori. Il Milan ha speso la considerevole cifra di, circa, 260 milioni di euro in acquisto di giocatori. Una bella cifra, senza dubbio, seppur lontanuccia dai budget di altre squadre: la Juventus è in testa a questa classifica, con circa 420 milioni di euro, seguita dall’Inter con circa 360 milioni. Ecco, dalla fatica stagione 2007/2008 il Milan ha visto i propri investimenti distribuiti con queste percentuali:
– Portieri – 1,56%
– Difensori – 17,70%
– Centrocampisti – 10,71%
– Attaccanti – 70,03 %
Avete capito bene: più del 70% dei soldi spesi dal Milan negli ultimi sette anni, è stato convogliato in quell’enorme diffusore mediatico che sono gli attaccanti. Il dato che più impressiona, però, è un altro: solo il 10,71% degli investimenti è stato fatto nel ruolo considerato, quantomeno nel calcio moderno, fondamentale. Il paragone con le altre squadre è ovviamente impietoso: nella costruzione della Juventus è stato investito il 46% del budget per il centrocampo, nell’Inter addirittura circa il 48%. Scorrendo la liste delle altre squadre, si nota che la seconda squadra di vertice ad aver investito meno budget nel centrocampo, dopo il Milan, è il Napoli, con circa il 30,50%. Quasi il triplo. Fiorentina e Roma sono ovviamente avanti. Lo scompenso è proprio qui: laddove le altre squadre hanno speso per il centrocampo, il Milan ha investito per l’attacco, trovandosi ad oggi con l’estrema necessità di qualità/quantità in un reparto che negli ultimi anni è stato rafforzato con innesti mediocri. Ma non solo: il Milan è la squadra che, considerando sempre le sei sorelle attuali, ha il primato a pari merito con la Juventus per il budget più basso investito per il portiere, e il secondo più basso, affiancata dall’Inter, per quanto investito nei difensori; non fatevi ingannare: gli altri due team che si affiancano hanno speso tra i 100 e i 175 milioni di euro in più di noi, pertanto la nostra percentuale è in riferimento a un importo investito decisamente inferiore, pur a parità di percentuale.
Di seguito, le tabelle della percentuale di spesa delle big:
MILAN
– Portieri – 1,6 %
– Difensori – 17.7 %
– Centrocampisti – 10.7 %
– Attaccanti – 70,0 %
JUVENTUS
– Portieri – 2,0 %
– Difensori – 16,6 %
– Centrocampisti – 46,4 %
– Attaccanti – 35,0 %
INTER
– Portieri – 4,8 %
– Difensori – 18,0 %
– Centrocampisti – 48,0 %
– Attaccanti – 29,2 %
ROMA
– Portieri – 3,2 %
– Difensori – 33,8 %
– Centrocampisti – 31,6 %
– Attaccanti – 31,4 %
NAPOLI
– Portieri – 5,1 %
– Difensori – 27,8 %
– Centrocampisti – 30,5 %
– Attaccanti – 36,6 %
FIORENTINA
– Portieri – 3,1 %
– Difensori – 21,5 %
– Centrocampisti – 39,5 %
– Attaccanti – 35,9 %
Il dato ha una valenza specifica, e non è quella di considerare la liquidità della squadra, la monetizzazione delle cessioni, le plusvalenze, il fatturato o quant’altro: se si ha a disposizione un solo milione di euro da investire all’anno, e si continua a investire nello stesso reparto, o si è in malafede, o si è incompetenti. Lascio a voi le valutazioni sulle motivazioni e le necessità madri di questa situazione. Sicuramente il gap è colmabile, per quanto ovviamente non possa bastare un solo anno per riportare equilibrio, soprattutto in un periodo di vacche magre come quello che stiamo vivendo.
Ad maiora.
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