Certo, affermazione azzardata dopo la disfatta di Napoli, molto azzardata, ma credo che faremo bene. Posto che ripetere la rimonta dello scorso anno è una cosa impensabile, risalire la china fino alla zona Europa League è certamente un obiettivo alla portata. Non facile, data la lunga lista di avversarie che ci precedono, ma certamente alla portata.
Il mio giudizio sul mercato di gennaio è tutt’altro che positivo: come da triste consuetudine anziché agire con un piano ed un criterio, si è messo un euro nel carrello e si è andati a far compere al discount. “Guarda caro, sui trequartisti c’è il tre per due”. E ora che farsene di tre trequartisti? “Cara, avevi dimenticato di mettere nella lista un portiere!” “Perchè quello che abbiamo non va più bene?” “Direi di no, cazzo”
Nonostante ciò, le prime timide schermaglie in cui sono stati protagonisti gli ultimi arrivati, mi hanno convinto del fatto che questi hanno portato con sé delle caratteristiche di cui l’organico era sprovvisto, caratteristiche che possono rivelarsi preziose.
Prendiamo ad esempio uno dei quattro reparti messi peggio: la difesa. Il francese Rami alle prime esperienze è parso piuttosto impacciato trasmettendo complessivamente la sensazione del mezzo bidone. Con il migliorare della condizione atletica, Rami si è guadagnato una maglia da titolare rivelandosi un elemento dal rendimento continuo e piuttosto soddisfacente, che anzi ha spesso dovuto cucire una pezza sugli scivoloni dei compagni di reparto. Quello del difensore centrale è un ruolo molto delicato: così come il portiere, il centrale deve infondere sicurezza e serenità ai compagni, che devono sempre sapere che cosa aspettarsi da lui e che di lui si possono fidare. A mio giudizio è sempre meglio avere un difensore dal rendimento discreto ma continuo, piuttosto che uno che alterni autentici miracoli ad invereconde cappelle. Cioè a Mexes e Zapata. Per questo stesso motivo, lo vedrei bene in coppia con Silvestre, elemento secondo me molto sottovalutato; purtroppo però il francese è molto macchinoso, quindi sarà probabilmente schierato spesso con Zapata.
Osserviamo inoltre un altro dei quattro reparti messi peggio: il centrocampo. Gli innesti di Taarabt ed Essien portano delle qualità che in rosa non c’erano, qualità che arricchiscono lo spettro di soluzioni a disposizione del tecnico. Il marocchino è intraprendente e fisicamente prestante. Per anni la nostra manovra si è impantanata su uno sterile possesso di palla costituito da una fitta rete di passaggi in orizzontale senza scopo nella vita. Un elemento in grado di saltare l’uomo tentando l’azione personale e creando le condizioni per la superiorità numerica ci serve come il pane. Di più: come il pane e l’acqua. Nella sua partita d’esordio si è acceso ad intermittenza, se trova continuità può essere una freccia preziosissima al nostro arco.
Al ghanese Essien spetta una serie di incombenze che in quest’avvio di stagione sono state espletate in maniera veramente poco efficace. Il ruolo di regista arretrato, lo sviluppo verticale della manovra, il tentativo di portare palla e magari qualche volta di saltare l’uomo, erano compito di Montolivo. Peccato che quest’ultimo sia diventato un giocatore irriconoscibile al pari di certi acquisti dell’Inter del decennio scorso che ogni volta pareva aver trovato la chiave di volta e dopo poco tempo era punto a capo.
Analizziamo infine un altro dei quattro reparti messi peggio: l’attacco. Il ritorno di Pignatone per essere destinato alla primavera è una mossa discutibile, al pari della permanenza di Saponara impiegato con il contagocce. Ma visto che il nostro co-Amministratore Delegato, pedina dello scacchiere nel bel mezzo di una lite familiare, è mancato ad un appuntamento a cui ero tristemente affezionato, mi prendo l’onore e l’onere di adempiere in prima persona: “il nostro acquisto sarà El Shaarawy”.
Credo che faremo bene. O almeno ci voglio credere.
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