Napoli – Milan 3 – 1 (08/02/2014): le pagelle

La sfida tra Napoli e Milan promette scintille. I partenopei dell’era post-Mazzarri sposano una mentalità estremamente propositiva ed intraprendente. Di tutta risposta il diavolo pare intenzionato a giocarsi la partita a viso aperto.

I rossoneri si schierano con il 4-2-3-1 voluto da Clarence Seedorf, modulo speculare a quello impiegato da Benitez, in cui l’unica punta è sostenuta da un triumvirato che agisce per vie centrali, senza vere e proprie ali. Sulla carta questo schema (in Italia applicato con risultati discreti dal Parma di Prandelli ai tempi in cui Adriano era ancora un calciatore) permette di tenere il pallino del gioco e di tessere delle belle trame. Tuttavia, con la difesa pronta a chiudersi sui trequartisti saranno fondamentali le sovrapposizioni dei terzini. Mossa rischiatutto, quindi, viste la pericolosità dei centrocampisti offensivi napoletani.

La differenza la faranno i due centrocampisti centrali chiamati ad erigere una diga davanti alla difesa; occhi puntati su Essien.

Una scelta senza mezze misure: o la va o la spacca. Lascia o raddoppia. O merda o bretta rossa. Questa volta è stata merda. L’asino vince il derby della nerchia.

Mexes è il Capitano. Capita. Ma che tristezza.

Le pagelle:

– Abbiati 5,5: Incolpevole sulla prima rete, frutto di un’imprevedibile deviazione. Una buona parata su Mertens, poi il disastro, fortunatamente solo da giallo. Colui che Pellegatti soprannominò il cacciatore del sole ha completamente smarrito il timing delle uscite. Sulla punizione conseguente rimedia all’errore e fa qualche altra bella parata. Il Napoli prende la sua porta d’assedio ma per tutto il primo tempo non riesce ad aggiustare la mira. In avvio di ripresa Higuain punisce un imperdonabile errore di Mexes nell’alzare la linea del fuorigioco, nella circostanza Abbiati non ha grandi colpe ma è comunque immobile.

– De Sciglio 5,5: Diversi gli interventi importanti in fase difensiva, ma nel primo tempo è poco propositivo. La pericolosità delle fonti di gioco Napoletane limitano le sue iniziative e tengono la linea difensiva costantemente sotto scacco e talvolta anche in inferiorità numerica. Una prestazione figlia delle peculiarità del modulo.  Meglio nel secondo tempo. Temporeggia troppo nel terzo gol napoletano.

– Rami 5,5: Nessuna possibile diversa valutazione è plausibile. Le corsie laterali ed un centrocampo dalle maglie larghe e diviso in due proteggono malissimo la difesa. L’avversario è di quelli tosti. Ma al di là delle innegabili attenuanti, per tutto il primo tempo la difesa balla veramente tanto ed il Napoli si rende pericoloso in numerose circostanze. Bellissima scivolata su cross di Maggio. Nel secondo tempo compie diverse belle chiusure, che tuttavia non sono sufficienti a salvare il risultato. Sul finale inizia a lanciare lungo a scavalcare il centrocampo.

– Mexes 4,5: Ci sono artisti il cui stile non si può confondere, basta osservare una qualsiasi delle loro opere per riconoscere l’impronta dell’autore. Come Keith Haring, Robert Smith, Tim Burton e Philippe Mexes. La palla persa in dribbling all’interno della propria area di rigore è un Mexes autentico. Per il resto fa ciò che può, cioè poco. Non riesce ad arginare le scorribande avversarie, ma l’esposizione a rischi continui è anche figlia del modulo. Nel secondo tempo, invece, è lui a sbagliare il fuorigioco sulla seconda rete napoletana. Coscienza sporchissima.

– Emanuelson 5: Sulla sua corsia di competenza gli avanti partenopei trovano da mangiare e da bere. Per fortuna il grande esordio di Taarabt limita le scorribande di Maggio nella prima fase del match. In attacco è propositivo ma incide comunque poco e in generale si può dire che considerati i rischi a cui espone la propria retroguardia il gioco non vale la candela. Qualcosina di meglio nel secondo tempo, ma dopo i primi timidi segnali di ripresa viene sostituito. Muore col colpo in canna.

Montolivo 5,5: Da ordine alla manovra offensiva e rafforza un centrocampo veramente troppo sbilanciato. Il suo impatto però è un po’ timido e non riesce veramente ad incidere.

– Essien 7: Molto mobile, seppure a ritmi comprensibilmente blandi. Preziosissimo in regia: i colpi, inutile ribadirlo, sono quelli del fuoriclasse. In contropiede prova ad accelerare ma si allunga troppo la palla e finisce per perderla, sintomo che la forma migliore è lontana. Con De Jong può costituire una coppia eccellente, ma deve migliorare rapidamente la condizione. In Michael we trust.

– De Jong 6,5: Come al solito il suo ce lo mette, ma questa volta è veramente troppo solo per reggere un centrocampo messo così tanto sotto stress. I tre davanti a lui giocano a maglie veramente larghe e per i play maker napoletani è agevole infiltrarsi e tessere le trame offensive. Incolpevole la sua deviazione sul gol di Inler. Recupero miracoloso su Higuain su perla del connazionale Emanuelson. E’ il giocatore più affidabile che abbiamo, il resto è da registrare.

– Abate 5,5: Prestazione sostanzialmente insipida. Seedorf lo infilza sulla trequarti per limitare le azioni offensive del terzino sinistro avversario (ahi.. magari averne uno noi…). Fondamentalmente l’allenatore riesce nel suo intento, ma Ignazio non è evidentemente fatto per costruire gioco e, costretto a giocare verso il centro, non riesce neppure a sfruttare le proprie eccellenti doti di accelerazione, se non nei recuperi difensivi. Nella ripresa ritrova la sua posizione e si trova più a suo agio.

– Robinho 4,5: Sciupa un contropiede che l’avesse fatto nel campetto della chiesa avrebbero dovuto sconsacrarla. Entra nel vivo del gioco solo a sprazzi e senza trarne nulla di proficuo. Giusta la sostituzione, mentre resta difficile da comprendere l’impiego dall’inizio. Più in generale, ormai è veramente difficile capire se trattasi di un giocatore che può dare il meglio se si sente importante o se viene centellinato e schierato nell’ultimo quarto d’ora. Nel dubbio non lo schiererei più.

Kaka 6,5: Tanta voglia. Prova a prendere la squadra per mano e si rivela il punto di riferimento offensivo che tanto è mancato nel primo tempo. Purtroppo anche le sue iniziative si rivelano poco proficue.

– Taarabt 6,5: Quello che ci voleva. Fresco, abile, ispirato. All’esordio incide decisamente di più del nipponico Honda, ma l’intesa con Balotelli è ancora tutta da ricercare. Lui ed Essien fanno sperare in un futuro migliore, ma probabilmente sono entrambi in difetto di condizione. Dopo un primo quarto d’ora di fuoco, si smorza molto presto e finisce il match a corrente alternata, beccandosi pure un’ammonizione non sense.

– Balotelli 5: Nel primo tempo tanta buona volontà, qualche bello scambio, pochi tiri in porta. In generale non riesce a trarre nulla di proficuo dalle pur poche palle giocabili che passano dalle sue parti. Robinho ed Abate costruiscono poco e lui deve fare praticamente tutto da sé, finendo per perdere quasi tutti i palloni che gioca. Secondo tempo da incubo, tante azioni sciupate e un tiro dalla distanza alla disperata.

Pazzini 6,5: La grinta è quella di colui che vuole spaccare il mondo. Il suo impatto sul match è notevole, ma purtroppo non sufficiente a ribaltarne il risultato. Che sia da esempio.

– Seedorf 6–: Un cinque mascherato, come si dice in gergo, che serva da incoraggiamento. Il confine tra il coraggio e l’incoscienza talvolta è molto effimero. Il Milan entra in un campo difficilissimo determinato a tentare di fare la partita. Il risultato è una partita spumeggiante, dalle emozioni fortissime. Ma le emozioni sono figlie non tanto del bel gioco quanto della disposizione tattica sbilanciata e a maglie larghissime. Cambi azzeccati per scelta e tempismo, undici di partenza molto ma molto discutibile. Bene non benissimo.

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